Si intitola “Negro Swan”, il quarto lavoro a nome Blood Orange dell’eclettico musicista inglese Devonté Hynes, che due anni dopo l’eccellente “Freetown Sound” torna e stupisce con un’opera dal mood completamente diverso, cupa e buia come lo stesso titolo e la copertina lasciano facilmente presagire.
Quello del “cigno nero” è difatti un simbolo forte che, in questi tempi controversi per la popolazione e cultura afroamericana, richiama la storia, la bellezza ed il fascino misterioso di quell’America “black” divenuta patria adottiva di Dev: il cigno nero che vuole farsi vedere ed ascoltare è quindi simbolo della rivendicazione di dignità del mondo degli outsider, ed è proprio per questo che quest’album evita intenzionalmente ogni definizione di genere.
“Black Swan” è dunque un album poliedrico e sfuggente, che nelle sue 16 canzoni pone all’ascoltatore molti interrogativi raccontando la storia della black music nelle sue nobili sfaccettature fatte di soul, r’n’b, rap, funk ed hip hop: un approccio multiforme, figlio della grande cultura musicale del musicista e produttore, che in gran parte ricorda quello adottato da Kendrick Lamar negli ultimi lavori.
Hynes tuttavia, al contrario del “re”, preferisce esprimere i suoi sentimenti e dilemmi esistenziali utilizzando non tanto la rabbia, quanto piuttosto una delicatezza che, attraverso le atmosfere patinate e notturne dell’album, riesce a porre in maniera altrettanto diretta ed efficace le domande per le quali è alla disperata ricerca di una risposta: le radici, la sessualità, il razzismo e la “black depression” sono temi importanti per un artista che rappresenta perfettamente l’era della fluidità, cambiando disinvoltamente il proprio stile fra un album e l’altro pur riuscendo a restare sempre se stesso. Che ci parli attraverso Blood Orange, Lightspeed Champion o uno dei suoi innumerevoli progetti, è sempre l’uomo Devonté Hynes quello che stiamo ascoltando.
Ecco svelato il mistero del cigno nero: metafora dai molteplici significati, esso è simbolo di una diversità inquietante, dotata pur tuttavia di una bellezza intrigante e misteriosa. Il cigno si muove discreto fra le strade di New York City, esplorando i luoghi della cultura black e queer, con l’intenzione di uscire dall’ombra nella quale si nasconde; ogni nota del disco rappresenta un suo lieve passo, nella notte americana, sia essa il momento in cui finalmente la banalità ed il conformismo della quotidianità cedono il passo al popolo multicolore/multiculturale che popola i celebri club notturni della grande mela, sia essa il simbolo del buio della ragione di un’epoca che ha riscoperto l’odio e la discriminazione.
Opera oscura e notturna, “Negro Swan” è un lavoro solo apparentemente minimale, che si basa sulla delicata voce di un Dev Hynes ispirato come sempre dagli spiriti di Curtis Mayfield e Prince, accompagnato da musiche raffinate e ricche di sfumature in ogni singolo arrangiamento. Un’atmosfera gentile e pacifica, in contrasto con la franchezza spesso dura degli argomenti trattati, ma alla fin dei conti concepita per porre al mondo intero un’assai semplice domanda: perché il cigno nero deve continuare a nascondersi, senza poter spiccare il volo? Oppure, come già cantava Timmy Thomas nel 1972, “Why can’t we live together?”
Opera di rara bellezza, “Negro Swan” consacra il talento di Devonté Hynes e si pone come una delle uscite più importanti in ambito black music del 2018. Semplicemente da non perdere.
Tracklist:
- Orlando ft. Janet Mock
- Saint (videoclip)
- Take Your Time
- Hope ft. Puff Daddy & Tei Shi
- Jewelry (videoclip)
- Family ft. Janet Mock
- Charcoal Baby
- Vulture Baby
- Chewing Gum ft. A$AP Rocky & Project Pat
- Holy Will ft. Ian Isiah
- Dagenham Dream
- Nappy wonder
- Runnin’ ft. Georgia Anne Muldrow
- Out Of Your League ft. Steve Lacy
- Minetta Creek
- Smoke
