Edward Hopper dipingeva l’intimità dell’animo umano attraverso scorci di vuoti metropolitani, strutture urbane immerse nella desolazione dell’abbandono in cui trovare al centro sempre l’individuo nella sua assoluta solitudine. Alberto La Neve è un musicista ad ampio spettro, avvezzo ad esplorare le possibilità armoniche del sax in progetti concettuali che traggono ispirazione dalla letteratura (“Lidenbrock – Concert for Sax and Voice”), oppure dalle arti figurative, così come nel caso di “Night Windows” che prende le mosse proprio dalla pittura di Edward Hopper.
Anche in questo caso La Neve continua nel suo progetto di sonorizzazione di paesaggi immaginari, scorci infinti da cui osservare le profondità dello spirito e delle sue inquietudini con il linguaggio del jazz che si contamina con spinte sperimentali e visionarie. Il fondamento linguistico su cui viene costruita la musica di La Neve fa risalire alla sensibilità dei fraseggi di Charlie Parker complicati dalle geometrie di John Coltrane ed immersi in un fluido di coscienza hard bop, per poi diventare qualcosa di diverso e personale. Gli otto movimenti dell’album sono lampi immaginifici, schizzi sonori costruiti su ripetizioni in loop che si sedimentano in progressione. Tutto l’album vive di sospensioni notturne, di discorsi interrotti e di destrutturati flash improvvisi che costituiscono la cifra artistica del tentativo di descrivere l’uomo disperso nella dimensione di città invisibili.
L’iniziale Manhattan Bridge Loop è solo sax e si articola come un monologo tratto da un film di Woody Allen, allo stesso modo della successiva New York Movie con il suo mood noir. In Room in Brooklyn l’andamento sinuoso della musica si lega ai magnetici vocalizzi di Fabiana Dota. Dopo lo sviluppo delle trame ipnotiche della traccia omonima, troviamo Nighthawks e Chop Suey, due momenti in qualche modo complementari di uno stato d’animo diviso tra la luce della realtà e le ombre di una dimensione onirica in cui si accavallano decisioni mai prese e visioni di un futuro ipotetico. In chiusura, Morning Sun, dove le note si allungano in uno stato di quiete che chiude il cerchio e pacifica.
“Night Windows” è un album di spessore e di grande intensità, in cui trovare frammenti sparsi delle esperienze e della formazione di Alberto La Neve, musicista che conferma di avere un animo aperto ad accogliere tutte le infinite possibilità che la musica sa offrire.
Giuseppe Rapisarda