Efrim Manuel Menuck “Pissing Stars”
Label: Constellation
Uscita: 02/02/2018
La luce si dovrebbe salvare sempre, a qualunque costo. Perché c’è qualcosa di sacro nella luce, qualcosa di irriducibile al male e che risiede nelle profondità imperscrutabili delle nostre ordinarie esistenze. Ci sono luci che soccombono ed altre che resistono. “Questo disco parla della fine e dell’inizio dell’amore e del modo in cui certe luci ostinate resistono”. Così Efrim Manuel Menuck, fondatore del collettivo canadese Godspeed You! Black Emperor, ha definito il suo ultimo album “Pissing Stars”, pubblicato a distanza di sette anni dal precedente “Plays “High Gospel”.
L’amore di cui parla Efrim è quello della breve relazione nata tra la presentatrice televisiva americana Mary Hart e Mohammed Khashoggi, figlio del noto trafficante d’armi saudita. Siamo a metà degli anni ottanta e l’eco di questa peculiare liaison ha nel tempo risuonato nell’immaginario di Menuck, sino a trasfigurare una semplice storia d’amore da copertina in simbolo di tutte le contraddizioni del mondo.
Tutto questo si avverte nella musica di “Pissing Stars” che racchiude tutta la visione artistica e musicale di Menuck il cui forte imprinting si avverte anche negli album registrati con i The Silver Mt. Zion Memorial Orchestra, oltreché con gli stessi GY!BE. I nove brani del disco sono legati da frequenze disturbate, da rumori catturati con field recordings, da droni che si sovrappongono producendo vibrazioni apocalittiche e voci medianiche.
Una coltre di inquietudine si solleva con l’opener Black Flags Ov Thee Holy Sonne, innodia sulla fine dell’umanità, intrisa di denso rumore bianco e su cui si avviluppa un cantato disperato, la successiva The State and It’s Love and Genocide ha un cuore sintetico strappato ad Alan Vega dei Suicide che batte al ritmo di una scansione marziale sino a diventare una sonata postmoderna in reverse. Hart_Kashoggi è il turbinio di una tempesta atomica, LxOxVx/Shelter in Place è effluvio ambient immateriale, mentre i rintocchi di un piano in delay e il climax segnato da strati di sovraincisioni rendono The Beauty of Children and The War Against The Poor il brano più toccante della tracklist e particolarmente vicino al pathos di The Silver Mt. Zion Memorial Orchestra.
“Pissing Stars” è un lavoro oscuro da cui si percepisce una scrittura permeata da una tensione vitale che ricerca la speranza nella distruzione, così come la strada verso la salvezza negli angusti interstizi del dolore. Da ascoltare e riascoltare per captarne tutte le sfumature.
Giuseppe Rapisarda