Due musicisti, un pugno di canzoni e delle idee. Questa è la ricetta elementare dei Ratafiamm, duo composto da Enrico Cibelli (voce e testi) e Andrea De Nittis (musiche e strumenti), che dopo un periodo di pausa torna in attività con Tourist You Are The Terrorist, pubblicato da Labellascheggia. Elementare, si diceva, perché la musica dei Ratafiamm fa della semplicità la propria arma, costruendo una sequenza di brani indie pop – ma indipendenti davvero, prima di tutto nell’attitudine – ricchi di suggestioni eteree e trovate poco convenzionali, sui quali Cibelli canta e recita i propri testi allontanando definitivamente lo spettro dell’it-pop, sempre in agguato dietro l’angolo.
La scelta di aprire un album con “Dilettanti”, onirica, lattiginosa concettuale ma diretta nelle parole (“più sono dilettanti, più fanno macelli”), insomma un brano che nessun produttore consiglierebbe come opener, la dice lunga sull’essenza veramente indie del duo, che non cerca il colpo di scena, l’amo facile né tantomeno il singolone. Ma in Tourist… c’è molta sostanza, e si sente – ad esempio nell’abilità nel camuffare un certo camaleontismo musicale ricreando un’atmosfera complessiva che sia unica e riconoscibile. Se “Le Chiavi” è un lungo crescendo strutturale nel quale si giustappongono man mano i vari strumenti, “Turista” è invece un brano canonicamente cantautorale. In “Piccola Patria” emerge l’eco – invero mai del tutto mascherato – dei Tortoise e di certo slowcore particolarmente naif che si immerge nell’elettronica, che a sua volta la fa da padrona in “Vedere” e, più sommessamente, in “Santa Claus”. C’è, insomma, molta carne al fuoco, ma in realtà l’album scorre agilmente e anzi si lascia apprezzare proprio per la sua varietà. Le voci di Cibelli, al limite dello spoken-word, sono monotone ma cristalline, e funzionano dal punto di vista comunicativo, attirando l’attenzione senza lasciare spazio al sing-along. Nota di merito per la scelta di chiudere l’album con “Veramente”, cover di Mario Venuti, cantautore spesso sottovalutato ma che ha saputo fare – ci risiamo – di un’essenzialità mai banale la propria bandiera. Integrato nell’album dal punto di vista lirico come da quello musicale, il brano non spezza l’atmosfera ma anzi ne entra a far parte organicamente – che è poi ciò che ci sia aspetta da una cover ben realizzata.
Ascoltando Tourist You Are The Terrorist è facile immaginare questi due musicisti giocare con i loro strumenti nel proprio garage, gasati come bambini, in maniera assolutamente spontanea e senza sovrastrutture. E la malinconia che traspare come filigrana in tutti i brani, è quella, tenera, di un parco giochi al tramonto, con il pavimento sporco di gesso bianco. Basta poco, dunque, per colpire: con pochi e semplici elementi i Ratafiamm confezionano un album che merita il nostro ascolto e la nostra attenzione, in quanto altoparlante di una maniera molto personale di impostare il proprio discorso sulla musica indipendente, senza alzare la voce e scombinare le carte sul tavolo. Ma se cercate i ritornelli, il ritmo che fa battere il piede, la strizzata d’occhio, passate oltre: questa è un’altra storia.