Il 6 settembre è uscito Artificial Horizon, l’ultimo album dei Taxiwars, progetto musicale eclettico e sperimentale nato dalla collaborazione tra il frontman dei dEUS Tom Barman ed il trio jazz formato da Robin Verheyen al sassofono, Nicolas Thys al contrabbasso ed Antoinee Pierre alla batteria.
Con Artificial Horizon la band di Anversa completa la trilogia iniziata con l’omonimo album ‘Taxiwars’ nel 2015 e proseguita con il trascinante ‘Fever’ del 2016.
Già al primo ascolto appare evidente che la band, a tre anni di distanza da ‘Fever’, ha concluso il rodaggio di un progetto musicale ormai collaudato, iniziato con tendenze spiccatamente jazz e progressivamente evolutosi verso sonorità uniche ed originalissime attraverso contaminazioni funk, rock, soul ed hip hop.
Il risultato è un album mai uguale a se stesso, in continua evoluzione e sperimentazione, grazie alla bravura dei musicisti polistrumentisti ed alla particolare tecnica compositiva della band che parte dalle basi musicali tipicamente jazz composte dal trio jazz belga, manipolate ed assemblate dal frontman Tom Barman, il quale compone ed aggiunge alla musica i testi poetici undergound, cantati con un timbro vocale inconfondibile in cui il poliedrico cantante inserisce cori, parti parlate in francese, suoni vocali e sospiri.
L’eclettismo sperimentale della band belga ha prodotto un disco dal sound unico ed elegante, pieno di swing, di carica dirompente ed insofferente nei confronti di categorie e generi musicali, astrattamente inserito nella trilogia, ma comunque diverso dai precedenti album per le atmosfere più cupe e più rock con forti influenze dei Morphine e di Nick Cave dei Grinderman.
‘Drop Shot’, ‘Sharp Practice’ ‘The Glare’, ‘Infinity Cove’, ‘Safety in Numbers’ e la title track ‘Artificial Horizon’ sono tracce orecchiabili e da ballare, più tipicamente jazz per la base poliritmica, per la progressione armonica e per il sassofono potente di Robin Verheyen.
In particolare, ‘Drop Shot’ è una canzone carica di groove melodico seducente in cui i vocalizzi di Barman, gli innesti parlati in francese, il sassofono sensuale di Robin Verheyen e le note al pianoforte si coniugano in una simbiosi armonicamente perfetta, creando un pezzo dal sound originale ed unico che non dimentica di omaggiare Nick Cave, i Morphine e i Timber Timbre.
Il pezzo nella versione live (che potete trovare al link https://www.youtube.com/watch?v=3UE13F0ZCWQ) è uno spettacolo anche per gli occhi: i componenti della band hanno raggiunto nell’esibizione dal vivo un’intesa davvero perfetta e mentre suonano sorridono.
‘Irritated Love’, ‘On Day Three’ e ‘They Tell You You’ve Changed’, sono tracce con sonorità più intimiste e soft grazie all’elemento melodico costituito dalle note del pianoforte e dalla calda voce di Tom Barman.
La perla dell’album è ‘Irritated Love’, una struggente ballata che sembra una canzone di Nick Cave non solo nel pianoforte ma anche nei testi e nelle evoluzioni vocali di Tom Barman che canta ‘I’ll be running to you, in my arms you stay’.
Nel complesso Artificial Horizon è un album elegante ed eclettico, in cui ogni canzone è unica e originale e con cui i Taxiwars raggiungono lo stato di grazia con canzoni che non danno il tempo di prevederne il possibile prosieguo, sorprendendo l’ascoltatore virando verso sonorità imprevedibili e spiazzanti.
Come affermato dallo stesso Tom Barman, un album jazz per chi non ascolta il jazz.
Mariafrancesca Calabrini
Tracklist
- Drop Shot
- Sharp Practice
- Artificial Horizon
- The Glare
- Irritated Love
- Infinity Cove
- Safety In Numbers
- Different Or Not
- They`ll Tell You You`ve Changed
- On Day Three