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No Review

No Review – The Andrè e il suo esordio con Themagogia

The Andrè lo abbiamo conosciuto come fenomeno del web, con un progetto nato quasi per gioco per amore di De Andrè e del suo repertorio, ma dal 18 Gennaio ha cominciato a fare sul serio pubblicando il suo album d’esordio “Themagogia – Tradurre, Tradire, Trappare”.

Ci presenta l’album spiegando: «Se la demagogia lusinga le irrealizzabili aspirazioni delle masse, la Themagogia compie l’identica operazione in terreno musicale accarezzando le fantasie di chi vorrebbe rediviva la nostra tradizione cantautoriale più valida e di chi vuole giustificare la sua indulgenza verso la musica contemporanea. Si dice che tradurre è sempre un po’ tradire. Ogni pezzo tradotto qui è un doppio tradimento: verso chi lo ha scritto e verso chi lo canterebbe.»

Si presenta al pubblico con un album prevalentemente voce e chitarra e, prendendo spunto da canzoni che per la maggior parte vengono dal mondo della trap, le reinterpreta in un linguaggio che vuole rappresentare il modo in cui De Andrè si sarebbe approcciato a questi testi, traducendoli nel suo linguaggio.

Il segreto è quello di prendere sparute parole chiave della trap, svolgendo il tema del brano in un modo totalmente diverso dall’originale. L’obiettivo è quello di rivolgersi a un pubblico trasversale, sia a quello giovanissimo, attirato dalla curiosità di vedere la trasformazione dei brani dei propri idoli, che però non riesce a cogliere il sottotesto dell’opera del Nostro, percependo solo una versione lenta di quello che è solito ascoltare, sia ai nostalgici del grande Maestro, abbastanza giovani da conoscere la trap, che sentono rivivere nella voce di The Andrè il grande Fabrizio.

Alla conferenza stampa si presenta con felpa, cappuccio e occhiali da sole, per nascondere la sua identità.

Quello che ha raccolto negli ultimi mesi è un successo strepitoso per un artista che vuole mantenere la sua sfera privata per sé, ma che è riuscito ad arrivare ad ottenere l’approvazione di Dori Ghezzi e a diventare un fenomeno virale e universale.

Quella che vuole intraprendere con questo album è una traduzione culturale, è creare un ponte tra generazioni attraverso l’ironia. Se sia un fan o meno della trap non è dato saperlo, ma sicuramente volente o nolente ne è diventato un profondo conoscitore.

Ascoltando “Themagogia” ci troviamo di fronte a dieci brani che affrontano temi vari con ironia. Proporrei di iniziare l’ascolto dalla fine, con l’autobiografia mariachi dell’album, “Originale”, che racconta senza veli la vita dell’autore, a metà tra un brano acustico e uno trap, con tanto di arrivo a sorpresa dell’autotune.

Come non citare la “Ballata dell’ambulanza”, che nella traduzione di The Andrè diventa uno struggente racconto di una storia d’amore e d’infedeltà tra un clochard e un’infermiera, ai tempi del Primo Conflitto Mondiale.

Da segnalare anche “Canzone dell’affitto”, che parla di barconi, affitti non pagati e cuori tumefatti.

Come si fa a raccontare una delusione amorosa, quando ci si accorge di provare sentimenti scontati e inflazionati? La risposta è “Una canzone indie”.

L’album contiene anche un brano femminista, “Maddalena”, un brano di riscatto per tutte le bithces della trap. Traduzione dallo spagnolo di “Una cancion para la Magdalena”, erge le bitches di cui sopra a sante donne.

Con tanto di benestare del sommo Ghali, ci si avvia alla conclusione con la rivisitazione della sua “Habibi”, unica vera cover della raccolta, che vuole portare nell’album un po’ degli esordi del nostro The Andrè, arricchendoli di arrangiamenti orchestrali.

Adesso non resta che attendere la prova live di The Andrè, che vedremo a Roma il 30 Marzo e in altri appuntamenti teatrali ancora da annunciare, aspettando con curiosità di scoprire la formazione che lo accompagnerà sul palco.

Recensione a cura di Egle Taccia

Written By

Egle è avvocato e appassionata di musica. Dirige Nonsense Mag e ha sempre un sacco di idee strambe, che a volte sembrano funzionare. Potreste incontrarla sotto i palchi dei più importanti concerti e festival d'Italia, ma anche in qualche aula di tribunale!

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