Sembra quasi un ritorno alle atmosfere del capolavoro “Wild Wood”, quello preannunciato dalle prime note di “True Meanings”, quattordicesimo album solista di Paul Weller. Imperniato su sonorità essenzialmente acustiche, questo lavoro colpisce per un mood nettamente in contrasto rispetto allo stile variegato delle ultime opere: il rock cede il passo ad un sound acustico/orchestrale gentile e melodioso memore della grande lezione British folk, dalle sonorità dei Beatles armati di sola chitarra a quelle di artisti come Cat Stevens e Roy Harper.
A fornire una chiave di lettura è lo stesso Paul Weller che, come molti altri artisti, si confessa preoccupato per il clima d’odio e negatività che imperversa nel mondo odierno, una preoccupazione tanto a livello artistico ed intellettuale, quanto soprattutto a livello umano: da padre di famiglia con figli di ogni età, Weller si confessa assai preoccupato per la situazione attuale, ed è per questo che come uomo/artista egli deve sforzarsi di essere positivo nei confronti della vita.
Scritti nel corso di cinque anni anni, i brani della tracklist aspettavano solamente di giungere ad una quantità tale da consentire la pubblicazione di un’opera riflessiva, imperniata tanto su domande esistenziali riguardanti la morte e le perdite, quanto sulla consapevolezza di come la vita possa essere meravigliosa, se lo vogliamo: “True Meanings” sono i significati delle cose che contano nella vita di Weller, ma anche leitmotiv esistenziali in cui molti di noi possono facilmente rispecchiarsi.
“True Meanings”, grazie anche all’artwork che raccoglie molte foto di famiglia a mo’ di collage, sembra così essere un diario intimo in cui l’artista annota i suoi pensieri per poi giungere solo alla fine a trasporli in musica, magari con l’aiuto di qualche amico illustre come Noel Gallagher o Danny Thompson: dalle pene di un’anima in cerca di risposte quanto di nuove domande (l’opener “The Soul Searchers”) alle considerazioni sull’amore come forma di attrazione universale (“Gravity”), dagli aspetti delle cose di ogni giorno che fanno apprezzare la vita (“Aspects”) agli omaggi ad un amico scomparso da cui ha preso il nome uno dei figli (“Bowie”), è difficile non apprezzare o cercare di condividere queste riflessioni di Paul Weller.
Ora con musiche incantevoli, ora con un cantato quasi sottovoce eppure suadente e assertivo, l’artista smette i panni del rocker e del “modfather” per dare voce ai sentimenti e convincere tutti che sì, se lo vogliamo, se acconsentiamo a lasciar fuoriuscire il nostro lato gentile e sensibile questo mondo può davvero essere migliore.
Lavoro ricercato ed intimista, “True Meanings” forse è un’opera che per le sue atmosfere così rilassate e discrete non farà proseliti fra il pubblico, ma che tuttavia conquisterà certamente gli amanti delle atmosfere bucoliche made in UK quanto gli estimatori di Paul Weller, che si conferma autore ispirato e in grado di spaziare fra generi diversi mantenendo la sua inconfondibile eleganza stilistica.
Tracklist:
- The Soul Searchers
- Glide
- Mayfly
- Gravity
- Old Castles
- What Would He Say?
- Aspects
- Bowie
- Wishing Well
- Come Along
- Books
- Movin’ On
- Mat Love Travel with You
- White Horses