L’11 maggio è uscito per 42 Records “Panorama”, il nuovo album di Verano, moniker dietro cui si nasconde Anna Viganò, che abbiamo conosciuto grazie al suo passato negli Intercity e nell’Officina della Camomilla e che si trova ora alla prima prova sulla lunga distanza, dopo un fortunatissimo ep omonimo. Prodotto da Lorenzo Urciullo (Colapesce) e da Giacomo Fiorenza, “Panorama” è un viaggio raccontato attraverso delle istantanee che fotografano momenti, alcuni troppo dolorosi, altri di totale evasione.
È un disco personale, dove il talento di Verano incontra quello di Colapesce, che insieme riescono a creare un album synth pop, malinconico e raffinato, non certo vittima delle mode del momento.
L’album si apre con una dedica dolorosa al padre scomparso, “Vasco”, un brano che nasce da una fotografia scoperta per caso in un momento cruciale e che parla della paura e della difficoltà di dirsi addio per sempre, poco prima che questo addio si materializzi brutalmente nella realtà. “Bombafragola”, invece, è un brano che nei suoni tende ad alleggerire la tensione iniziale del disco. Racconta di quelle storie che finiscono poco prima dell’estate, mentre si è seduti ad un bar, nello specifico al Bar Doria di Milano, uno dei posti preferiti dell’artista, luogo dove è possibile provare questo cocktail dall’apparenza innocua, ma capace di far dimenticare qualsiasi emozione. L’album prosegue parlando spesso di addii, di fallimenti, di separazioni, di momenti in cui si vuole cambiare e di altri in cui si vuole rimanere immobili.
Fotografie. Bar. Case svuotate dei mobili, ma piene di ricordi. Notti di disperazione nelle quali si trova la speranza per ricominciare. Panorami da guardare da un finestrino, con le mani in tasca e la testa piena di pensieri. Momenti in cui l’unica soluzione è restare fermi a leccarsi le ferite. Ultime occasioni che possono risultare vincenti. La voglia di tornare indietro per ritrovare la strada smarrita. Stanze d’hotel dove trovare il paradiso per qualche ora, prima di tornare alla realtà. È questo il “Panorama” che Verano ci mostra.
Molti i brani interessanti. Una predominanza di synth che sul finale lascia spazio a suoni più classici. Tra i pezzi da segnalare ci sono “Bombafragola”, uno di quei brani in cui è facile identificarsi, “Parquet”, un pezzo di quelli che difficilmente escono dalla testa; “Dentro la notte”, forse il pezzo dall’attitudine più rock, con un arrangiamento e una linea di basso che ricordano un po’ i Verdena degli esordi; “Le piante”, dove si sente fortissima la mano di Colapesce, e poi c’è “Scarabocchio”, col suo incedere che si distanzia dai suoni dell’album, puntando sul classico, un brano sussurrato e struggente, assolutamente da non sottovalutare. Verano si congeda con “Oasi Hotel”, i cui suoni liquidi rappresentano il momento liberatorio del disco, quasi come se si riemergesse da un abisso.
“Panorama” è un album tutto da scoprire, dalle moltissime sfumature. Con questo secondo lavoro Verano ci conferma che anche l’Italia ha dei grandi talenti femminili su cui puntare.
Recensione a cura di Egle Taccia