I WALK THE MOON, si formano a Cincinnati nell’Ohio alla fine degli anni 2000 grazie al talento dei quattro membri: Nicholas Petricca, Kevin Ray, Sean Waugaman ed Eli Maiman. Realizzano il loro album d’esordio I Want! I Want! da indipendenti nel 2010, per poi passare ad un nuovo management ed agli arrangiamenti di Ben Allen, con il quale pubblicano l’omonimo album nel 2012, per la RCA. Trainato dal singolo Anna Sun, l’album si aggiudica vette molto alte nelle classifiche, aprendo le danze per Talking Is Hard due anni dopo.
L’anthem Shut Up and Dance del 2015 li ha fatti conoscere anche fuori dagli Stati Uniti, li ha visti protagonisti di un lungo tour ed ottenere una nomination agli MTV Video Music Awards. Il tour ha portato anche alla pubblicazione di You Are Not Alone: Live at the Greek, il loro primo album dal vivo.
Il neonato What If Nothing, pubblicato ad inizio novembre dalla RCA e prodotto da Mike Crossey, Mike Elizondo e Captain Cuts, precede il Press Restart Tour, che li ha già visti protagonisti di una data pilota a Londra, lo scorso ottobre.
Il primo singolo estratto One Foot è una piacevole sorpresa. Pur mantenendo l’inconfondibile linea melodica, ci porta verso territori nuovi, sia fisici sia metaforici. Il frontman, Petricca, gioca infatti con il termine ‘wilderness’ e lo fa riferendosi continuamente ad un’immaginifica ‘terra desolata’ in cui è difficile raccapezzarsi e dove la forza dei sentimenti primitivi può sempre farci ritrovare la retta via. La scelta del secondo brano per anticipare l’album è un vero e proprio sguardo al passato, dove le radici indie rock della band sono espresse all’ennesima potenza; un pezzo dal ritmo serrato come Headphones si contrappone però – piacevolmente – a Surrender, la terza canzone tratta dall’album, la quale è stata presentata in diretta su Instagram in una versione piano e voce che ha stregato l’audience internazionale. Tuttavia, sono i testi di questo terzo lavoro ad apparire del tutto nuovi rispetto al passato, ci troviamo – infatti – quasi al cospetto di un concept album, dove il dolore della perdita in ogni sua forma è il vero filo conduttore, un leitmotiv forte che ci culla fra le note le quali riescono, a tratti, ad essere ancora spensierate pur se alla mercé di continui e strabilianti colpi di scena.
La trascendenza e la catarsi sono temi ricorrenti in brani quali: Lost in the Wild e Sound of Awakening (vere e proprie chicche che certamente sapranno sorprenderci nella versione live), ma anche nella richiestissima Tiger Teeth che il gruppo di Cincinnati ha deciso di includere come omaggio al proprio seguito. Il brano è di qualche anno fa, ma è stato sempre proposto dal vivo con grande successo e ben si adatta all’odierno viaggio nei meandri di questo ‘deserto’ reale ed immaginario. Una tabula rasa che spesso si rivela necessaria per ricominciare e che si trova alla base della scelta sia del titolo dell’album sia di quello per il tour appena partito dagli Stati Uniti. Press Restart toccherà anche l’Europa la prossima primavera e sarà l’ennesima prova del nove per una band che, dal vivo, ha pochi eguali.
https://www.youtube.com/watch?v=05v4nfUmBYI
Recensione a cura di Emanuela Borgatta Dunnett