Quando ho bisogno di rigenerarmi e perdermi tra vinili e bella musica vado a Faenza (in provincia di Ravenna) alla Casa del disco, un piccolissimo negozio in corso Mazzini, in pieno centro storico, gestito da Livia. L’ho contattata per farle qualche domanda.
Quando e come è nata l’idea di aprire un negozio di musica?
Nel 2008 il negozio stava per chiudere, era un negozio di famiglia dal 1954 e non ho resistito all’impulso folle di potermi impegnare nella gestione. Avevo 26 anni, appena reduce da un’esperienza in una casa discografica e da una laurea poco spendibile nel mondo del lavoro. Mi ci sono buttata a capofitto con il supporto di Serena: per un po’ ha funzionato.
Con l’avvento del digitale e la crisi del mercato musicale, quanto è difficile oggi far continuare a “vivere” un locale come il tuo?
Oggi è ancora più complicato far vivere questo negozio ma non mi arrendo e ho pensato di continuare da sola con un’apertura ridotta di 3 o 4 giorni a settimana per poter avere il tempo di fare anche altro. Ricevo anche su appuntamento e concentro l’impegno con i clienti abituali per consulenze e ricerche personalizzate.
Raccontaci l’idea dei concerti in vetrina…
I “concerti in vetrina” nacquero subito durante un cambio della vetrina, appunto, da sempre costruita come la gradinata di uno stadio, perfetta per accogliere due o tre musicisti. Hanno suonato qui, prima di diventare famosi, Brunori Sas, M+A (quando erano AM), I Cani, Sam Amidon, Simone Zanchini, e molti altri artisti internazionali in collaborazione con l’amico club “Clan Destino”.
Faenza è una piccola cittadina in cui la musica trova ampio ascolto, anche grazie a manifestazioni importanti come il MEI (Meeting Degli Indipendenti), cosa ne pensi?
Io adoro Faenza perché non mi sta mai stretta: basta muoversi di poco per trovare concerti, arte e nutrimento. Tuttavia la proposta musicale faentina si riduce a pochi locali che si impegnano tutto l’anno a fare musica dal vivo in vari generi e d’altro canto l’acquisto di dischi è e rimane per una nicchia di ascoltatori.
Nella Casa del disco si respira, a mio avviso, un’atmosfera magica, quanto di te si rispecchia tra quelle pareti?
Ehm… che dire? Sì, queste pareti parlano di me ma anche di tutte le persone che passano lasciando un’impronta, un disco, un commento, un disegno, una locandina. Poi i dischi sono colore che si rinnova ogni volta che arriva un pacco, perciò il negozio sembra sempre “un po’ diverso dal solito”. Ciò nonostante mi piacerebbe godere di un po’ più di luce naturale e poter tenere qualche pianta.
Che musica ascolti?
Mi appassiono solo di nuove uscite, non ci posso far niente: ora sto ascoltando The Excitements, un gruppo rhythm’n’blues spagnolo che ha fatto un disco carichissimo, Niccolò Carnesi, cantautore siciliano, Yann Tiersen “Eusa”, l’antico nome bretone per l’isola di Ouessant, e molte altre cose.