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Paolo Benvegnù: pubblicata la versione reloaded di Piccoli Fragilissimi Film [Intervista]

PAOLO BENVEGNÙ torna con “PICCOLI FRAGILISSIMI FILM – RELOADED” (Woodworm/Distribuito da Universal Music Italia – prodotto da Paolo Benvegnù e Luca “Roccia” Baldini), una nuova versione del disco che ha segnato il suo esordio da solista nel 2004 e che compie 20 anni.

Dal 12 novembre Benvegnù presenterà live il nuovo progetto, insieme ai brani del suo repertorio, nel “PICCOLI FRAGILISSIMI FILM – RELOADED TOUR” prodotto e organizzato da Magellano Concerti.

Agli artisti che accompagneranno Paolo in questa avventura, che sono PAOLO FRESU & ERMAL META, TOSCA, MALIKA AYANE, GIOVANNI TRUPPI, PIERO PELÙ, FAST ANIMALS AND SLOW KIDS, LA RAPPRESENTANTE DI LISTA, MOTTA, APPINO, DENTE, LAMANTE, si aggiungono altre 3 collaborazioni di pregio: GIULIO CASALE, IRENE GRANDI e MAX COLLINI che duettano con Paolo in tre brani inediti contenuti in tutte le versioni del disco.

Questo nuovo lavoro è un’opera che scava a ritroso nel tempo con mani nuove e ancor più esperte, seppur più consumate, senza tradire l’originale ma dando nuova linfa e un fascino diverso ai brani, e diventa un progetto collettivo grazie a preziose e inaspettate collaborazioni.

“PICCOLI FRAGILISSIMI FILM – RELOADED” è disponibile in digitale e in formato fisico (con una sorpresa che verrà svelata prossimamente) nelle seguenti versioni: LP doppio nero formato diecut, CD formato diecut e in un boxset celebrativo in edizione limitata e autografata. Il boxset contiene al suo interno, oltre all’LP, anche quattro tavole formato 30×30 con foto e poesie inedite, una musicassetta di brani inediti e due spillette da collezione.

«Piccoli Fragilissimi Film. Un disco di racconti di frammentazione, volontà, liberazione e rimpianto. Come fosse una ricerca sul passato personale e comune. Velluto e sale sulle ferite. 2024. Piccoli fragilissimi film – Reloaded. Esistono ancora quei pensieri? E le ferite? Le assenze, le presenze, i danni ricevuti e provocati, sono serviti a qualcosa? Allora, solo le voci ed i suoni dell’altro possono rimarginare le ferite, completare le pagine, verificare le appartenenze. E finalmente si potrà capire. Se è stato il passato a divenire il futuro. Oppure se il futuro aveva già scritto il passato. Oggi è una giornata magnifica. La realtà non è che la somma di milioni di realtà adiacenti. Piccoli fragilissimi film – Reloaded non è una summa di canzoni con ospiti. È una ricerca individuale e collettiva sul respiro di ogni umano. Del suo desiderio. Delle sue inettitudini, dei suoi timori. E, come la lotta per la vita, è un crudelissimo inno alla gioia» – Paolo Benvegnù

Intervista a cura di Egle Taccia

 

 

Iniziamo la nostra chiacchierata parlando della vittoria della Targa Tenco come miglior album in assoluto per il tuo “E’ inutile parlare d’amore”. Te l’aspettavi? Cosa hai provato quando te l’hanno annunciato?

 

Per me e per i miei compagni è qualcosa di irreale che ancora non abbiamo metabolizzato, io ancora penso che si siano sbagliati e ti assicuro che non sto scherzando. Mi sembra strano perché sai, noi siamo abituati a fare la nostra vita nel quotidiano. A me sembra che abbiano voluto dare una carezza, non tanto a noi Benvegnù, a tutto il collettivo, ma a quella generazione di scrittori di canzoni che sono stati un po’ misconosciuti nel tempo, penso a Marco Parenti, ad Alessandro Fiori, a Giulio Casale, a Marco Iacampo, a Pacifico per certi versi, tutta quella generazione che è passata un po’ sottotraccia, pur scrivendo cose bellissime, e non sto parlando di me e di noi, sto parlando di loro. Perciò per adesso, se riesco a metabolizzarla, la riesco a metabolizzare come una carezza a tutta quella generazione. Questo è molto bello, è molto confortante, però io non sono certo che sia successo ancora, sono ancora sotto l’effetto di un certo tipo di stupefazione, sono stupefatto da questa cosa in tutta franchezza. Noi eravamo già soddisfatti di essere entrati nella cinquina per la settima volta su sette dischi, questa per noi era una cosa molto bella e molto importante, ma io al di là di quello non mi aspettavo nulla. Che cosa incredibile! Noi siamo abituati a vivere sottotraccia, quindi è difficile abituarsi a questa improvvisa folgorazione. A me l’unica cosa che ha portato è ad essere ancora più responsabilizzato e a cercare di fare le cose ancora più al meglio per quanto ormai per me fare le cose al meglio è lasciare che gli altri, che i miei compagni, come in “Piccoli Fragilissimi Film”, facciano quello che vogliono e poi insieme tracciare un disegno comune, non sono abituato, io non me l’aspettavo e tutt’ora non me l’aspetto. Mi aspettavo di arrivare a Sanremo e di sentirmi dire “vai a Savona” e avrebbero avuto ragione.

 

È da poco uscita la versione reloaded del tuo primo album solista “Piccoli fragilissimi film”. Cosa dobbiamo aspettarci da questo album?

 

Noi ci conosciamo da un po’ di tempo e sai che sono sempre molto dubbioso sulle cose che facciamo coi Benvegnù, ma questa volta mi pare che sia proprio un disco pieno di gioia e che questa gioia riesca a trasparire, perché tutte le persone che hanno fatto delle cose in questo disco lo hanno fatto con un trasporto, con un entusiasmo, con una gratuità, proprio portati dal sentimento di gioia, che sembra qualcosa di veramente bello, molto meno pesante dei dischi di Benvegnù. Finalmente è corale, veramente corale, a me sembra un disco di gioia, non è un disco nostalgico, perché abbiamo risuonato tutto, perché i primi Benvegnù non sono questi Benvegnù, e a me sembra un canto corale, che è una cosa molto bella per me.

 

Perché dobbiamo considerarlo come un crudelissimo inno alla gioia?

 

Perché anche questo è stato inaspettato. Mi è stato chiesto in tutta franchezza se volessi fare questo disco. Io non ero molto sicuro, mi sembrava di tornare sul luogo del delitto e quello che è successo è che c’era un entusiasmo talmente bello e divertito che è stato davvero un atto di gioia, in questo senso è un inno alla gioia. Non c’è stato nessun problema, mai nessun problema, è stato tutto casuale, perché non li ho neanche registrati, come faccio di solito, hanno fatto tutto da soli e perciò non ho controllato niente. In questo caso non c’è alcuna volontà di potenza, soltanto volontà di espressione e quando c’è la volontà di espressione è veramente gioia ed è bellissimo. È stata un’esperienza nuova anche per me, nuovissima, ancora meglio di tutte le altre esperienze che sono state bellissime, però questa è ancora più gioiosa.

 

Come sono nate le collaborazioni del disco?

 

Alcune cose le avevamo pensate insieme a Luca e ai ragazzi di Woodworm. Penso a Francesco Motta, a Irene Grandi, a Tosca, queste erano cose che avevamo pensato, altre erano proprio desideri per me impossibili da realizzare. Fare qualcosa con Paolo Fresu ed Ermal Meta mi sembrava assurdo, per quanto con Ermal ci conosciamo da tanto tempo, già dai tempi de La Fame di Camilla, o La Rappresentante di Lista, vederli che si mettono a fare un brano non loro, che ci mettono tutto quell’entusiasmo, quella positività. È stato casuale, tutti hanno partecipato dicendo che volevano esserci e allora facciamolo! Appino ha fatto una versione di un brano che sembra Mastroianni, è meraviglioso, come si fa?

 

Cosa hanno in comune con te questi fantastici artisti?

 

Non lo so cosa abbiamo in comune, so che in questo caso, ma anche prima, di loro ho sempre ammirato la capacità di libertà e di sguardo e a me sembra che questo ci accomuni, nel loro quotidiano hanno uno sguardo ulteriore. Questo penso che sia un dato in comune, però non è così scontato. Ho come l’impressione che abbiano gettato delle cime verso dei migranti e noi, che siamo una zattera di naufraghi, siamo stati portati sulla terraferma. Forse il vero dato comune è un certo tipo di sguardo e di umanità.

 

Qual è il brano che è cambiato di più in questa versione?

 

In realtà per me il brano che è cambiato di più è stato, per come l’ho percepito io con un altro tipo di caratura, “Quando passa lei”, perché Dente lo ha cantato in maniera meravigliosa. Per me Giuseppe è stato fantastico, perché io sono drammatico nel connaturare il canto, lui invece è sempre così leggero, però profondo, e mi sembra che questo abbia fatto finalmente arrivare quel brano dove doveva arrivare ed io non sono capace di farlo, ad esempio, e poi ci sono state delle cose che hanno fatto Giulio Casale e Piero Pelù, che hanno veramente messo del loro nel brano, hanno aggiunto cose e mi sembra che questo sia bellissimo. Malika Ayane ha fatto delle cose bellissime su “Io e te”. Io non riesco ad essere troppo parte in causa perché mi sembra più che altro di essere uno che ha fatto il guardone, il voyeur, ho spiato dal buco della serratura con grande godimento in questo caso, perché sono stati veramente tutti eccezionali.

 

Qual è, invece, quello a cui sei rimasto più legato in tutti questi anni?

 

Sono due i brani a cui sono più legato. Uno è “Brucio”, perché è un brano di non risoluzione ed io ancora non sono risolto. Che ci sia qualcosa più grande di me continuo a sentirlo, la ricerca che faccio insieme ai miei compagni lo testimonia, questo è proprio un dato effettivo; poi per me “Il mare verticale”, a cui devo tutto, cioè devo tutto ad Andrea Franchi che ha trovato quel bellissimo arrangiamento di piano. Per me “Il Mare Verticale” è un brano che lui è riuscito a portare verso quella direzione e penso che sia bellissimo, non mi sembra mio. Io non sarei mai riuscito ad arrivare a quelle altezze, perciò devo ringraziare Andrea Franchi che peraltro ha suonato la batteria in quel pezzo.

 

 

 

Cosa dobbiamo aspettarci dal tour?

 

Che sbagliamo tutti gli accordi! L’idea è quella di partire dal presupposto di partenza di quei brani, quei brani sono stati scritti in un momento di grande sbandamento in cui dormivo in macchina e perciò ci dobbiamo aspettare che uno si risvegli dentro un’automobile, apra la portiera e dica: “Mio Dio quanto è miracoloso il mondo anche se non ho niente!” Ecco, questo, bisognerebbe aspettarsi questo, in generale, non soltanto da questo concerto.

 

Queste le prime date annunciate del “PICCOLI FRAGILISSIMI FILM – RELOADED TOUR”

12 NOVEMBRE 2024 – BOLOGNA – LOCOMOTIV CLUB

16 NOVEMBRE 2024 – NICHELINO (TO) – TEATRO SUPERGA

17 NOVEMBRE 2024 – FIRENZE – VIPER THEATRE

21 NOVEMBRE 2024 – MILANO – SANTERIA

22 NOVEMBRE – ISOLA DELLA SCALA (VR) – SHOWTIME ARENA nuova data

23 NOVEMBRE 2024 – ROMA – MONK

 

 

 

 

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Egle è avvocato e appassionata di musica. Dirige Nonsense Mag e ha sempre un sacco di idee strambe, che a volte sembrano funzionare. Potreste incontrarla sotto i palchi dei più importanti concerti e festival d'Italia, ma anche in qualche aula di tribunale!

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