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Salmo presenta “Ranch” a Milano: “Il rap mi ha dato la possibilità di uscire dal guscio e di sentirmi sicuro”

Per Salmo è arrivato il momento di aprire a tutti le porte di RANCH, il nuovo album fuori ovunque da venerdì 9 maggio.

Pubblicato per Columbia Records/Sony Music Italy, RANCH è disponibile in sei formati -CD, CD autografato Esclusiva Sony Music Store, LP Brick Red, LP Brown Autografato Esclusiva Discoteca Laziale, LP Autografato Cream White Esclusiva Amazon.it, LP Oxblood Autografato Esclusiva Sony Music Store- ognuno con un artwork dedicato, pensato per immergersi completamente in questo nuovo viaggio sonoro e visivo: un disco che racchiude intuizioni, stili e contaminazioni che hanno ispirato Salmo negli ultimi anni, un lavoro che si prepara a scuotere ancora una volta la scena musicale italiana.

Abbiamo incontrato Salmo in occasione della presentazione dell’album.

 

Il Concept

Il concetto di “Ranch” lo devo al personaggio che ho interpretato nella serie “Blocco 181”, Snake, perché il personaggio si isola completamente, va a vivere in un posto X che non si sa dov’è, rimane da solo ad affrontare i suoi demoni. Mi sono messo d’accordo con questo personaggio per arrivare a un punto di incontro per poter lavorare al disco “Ranch”, per farlo mi sono ispirato alla sua vita.

 

A differenza degli altri dischi, dove ho guardato fuori dalla finestra, in questo album mi sono guardato dentro. Non sono più un ragazzino, ho quarant’anni e a quarant’anni bisogna un attimo fare un bilancio della situazione e capire chi sei e in che posizione sei e Ranch è proprio questo. Ho capito di essere una brava persona

 

L’idea è partita dal cinema, da Snake. Lui era in isolamento, uscivo da solo la notte per provare il personaggio, il cinema è così. Sono stato molto tempo da solo, dopo che ho finito la serie sono tornato in Sardegna, dove vivo da solo, quindi l’isolamento è continuato. Ad un certo punto ho fatto entrare gli amici più stretti ed è nata la musica.

 

Credo che questo potrebbe essere l’inizio di qualcosa, disco dopo disco la mia musica si sta evolvendo. Non volevo fare il classico disco rap. Un pezzo come “Incapace” lo volevo fare da molto tempo, cercavo qualcosa di più punk. Io non sono bravo a suonare la chitarra, ma volevo far capire alle persone che a volte quello che conta di più è l’intenzione.

 

È difficile rimanere indifferenti a quello che succede nel mondo e qualche spiffero l’ho sentito, mi è venuto il torcicollo e dovevo liberarmi.

 

 

Collaborazioni

 

La scelta di mettere un personaggio come Kaos per me era doverosa, perché per me è stata la persona che mi ha ispirato più di tutte, perché da ragazzino ero mega timido, avevo i denti storti e non riuscivo a parlare con le persone, ero disagiato, cercavo di reagire alla timidezza e un giorno ho visto un live di Neffa e a un certo punto è entrato questo personaggio, Kaos, ha preso il microfono e se l’è mangiato, ha iniziato a cantare con una foga e una rabbia incredibile ed io da ragazzino sono rimasto colpito e ho detto “questo è quello che voglio fare, voglio fare rap e voglio cantare così dal vivo.” Kaos è stata la prima persona che mi ha spinto e fatto capire che strada dovevo prendere. Già questo è un legame profondo che mi lega all’artista, in più mi sono ispirato per tutti i primi dischi a Kaos e volevo restituirgli quello che mi ha insegnato, per chiudere il cerchio. È un po’ strano perché è un artista che fa pochi streaming ormai, però il punto non era quello. Molte persone oggi mettono i featuring per aumentare gli streaming, io volevo fare il contrario.

 

Video

 

Il mondo dei videoclip è cambiato, sta mutando parecchio. Adesso ci sono i visual, perché le persone hanno capito che spendere troppi soldi per i video iniziava ad essere un po’ difficile anche perché le piattaforme ora sono un po’ confuse, non si capisce più se c’è la musica, l’arte, l’intrattenimento o la Melevisione. È un po’ un calderone e, visto che mi piacciono molto le immagini in movimento, ho cercato di adattarmi al presente e siamo andati in Bulgaria dove ho girato 16 video senza fare loop, ho voluto proprio girare la scena per tre minuti, è stata una pazzia. Quei sedici video di tre minuti sono un unico video. Ho cercato un concept parallelo al disco. È un personaggio che vive da solo e vorrei che la gente si facesse un’idea senza spiegare troppo. Siamo nel 2070 e c’è la guerra tra esseri umani e intelligenza artificiale. Questa cosa dei robot inizia a farci paura e io mi sono portato avanti, ho immaginato il mondo nel futuro. Non si capisce se c’è stata una vittoria degli esseri umani e alla fine dell’ultimo video c’è una sorpresa.

 

Lebonsky Park

 

Il Lebonsky Park del 6 settembre è stato pensato per i fan, per non fargli fare la fila sotto il sole a cuocere. È una sorta di festa di paese, dove ci saranno il toro meccanico, il punchball, il tiro al barattolo e a un certo punto si aprinanno i cancelli e partirà l’inferno.

 

World Tour

 

Finalmente riuscirò a fare questo tour mondiale, che è stato rinviato, dovevo farlo ai tempi della pandemia, ma poi è saltato e alla fine siamo riusciti ad organizzarlo. Partirà dal sei settembre e non vedo l’ora di farlo. La dimensione del tour mondiale sarà ridotta, lo faremo nei club, mi riporta da dove sono partito e mi tiene coi piedi per terra. Non vedo l’ora.  

 

 

Il milione di XFactor

 

Il milione offerto da XFactor è una cosa vera. Mi hanno fatto fare una prova ed è stato molto divertente, è stato bello. Mi hanno messo davanti a un computer con degli artisti che cantavano ed io avevo una figura con cui parlare, che rappresentava gli artisti. Dovevo vedere gli artisti e poi parlare con quella persona. Ho detto delle cose abbastanza dure, gli sono piaciuto ed hanno cominciato ad offrirmi somme, ho fatto lo stronzo fino a quando sono arrivato a un milione di euro e alla fine ho mollato tutto. In quel periodo, però, dovevo interpretare un personaggio che va completamente da un’altra parte e non volevo andare a XFactor a piangere. Non mi vergogno di dire che se avessi visto un ragazzino cantare col cuore mi sarei messo a piangere.

 

La Sardegna

 

La maggior parte dei dischi e delle canzoni li ho scritti in Sardegna, probabilmente dovevo tornare lì per sentire il calore del fuoco. Adesso vivo in collina e mi sono lasciato ispirare dalla Sardegna, che è un posto magico dove cercare la creatività. Ognuno può immaginare questo ranch a modo suo. Il mio è stato arredato tutto all’interno, ma penso che metterò degli animali all’esterno. Sono pieno di gatti per adesso ed è assurdo, perché non volevo avere nessuno, ma quando giravo Ranch mi seguivano i gatti.

 

Durante l’incontro, abbiamo chiesto a Salmo:

 

Qual è il tuo rapporto con la spiritualità?

 

Io non credo in Dio, ma sento un po’ di spiritualità e non so da dove venga, forse dagli esseri umani. Non credo in Dio, ma credo negli esseri umani. Penso che siamo capaci di fare cose incredibili, ma non lo sappiamo.

 

 

Cosa pensi di chi vuole rimuovere i testi sessisti dal rap e dalla musica?

 

È un argomento molto serio, devo stare molto attento a quello che dico, pesare le parole. C’è il problema della libera espressione, forse la gente dovrebbe dare meno peso alle parole, perché se dai peso ai testi dei rapper lo devi fare per il cinema e tutto il resto. Le cose esplicite, la libera espressione, non c’è solo nel rap, quindi basta dare la colpa ai rapper per quello che succede ai ragazzini, perché se avessi dovuto dare retta a tutto quello che ho visto e ascoltato a quest’ora sarei in galera.

 

Il rap

 

Il rap mi ha dato la possibilità di uscire da un guscio e di sentirmi sicuro. Il rap ti dà una scarica di ego, inizi a sentirti importante, a volte pensi anche di essere un duro. A quarant’anni però mi sono reso conto di essere una brava persona. Tutto quello che ho fatto, l’aver capito di essere una brava persona, inizia ad essere veramente raro. A una certa età tutti dovrebbero esaminarsi, senza vergogna. Se questo riesci a metterlo nel rap diventa importante, perché la sincerità è importante.

 

Non dico assolutamente che il rap di oggi non mi piace, o almeno non tutto. C’è un sottobosco di rapper fortissimi. Il rap ora è ascoltato da tutti, anche se nel resto del mondo sta scendendo. Alcuni non sono poi così bravi, non mi riferisco al livello tecnico, ma perché non riescono a esprimersi. Dovrebbero aprirsi, dovrebbero avere il coraggio di dire chi sono realmente. Se nella vita sei uno sfigato, dimmelo e dimmelo bene. 

 

Brani

 

Sono molto legato a “Conta su di me”, molti penseranno che sia una canzone d’amore, ma in realtà è una canzone d’amore verso la musica. Ci tengo parecchio. “Crudele” è un pezzo molto personale perché racconto la mia famiglia dall’inizio alla fine, perché ho avuto il coraggio di raccontare una storia vera. È una canzone molto privata, che era nella mia testa da molti anni, come “Redemption Song” per Bob Marley, che ha provato per tutta la vita e in realtà è stato il suo ultimo successo. Per mio padre era molto difficile raccontarci la nostra storia, ce l’ha raccontata a pezzi durante la nostra vita e, dopo aver immagazzinato tutto, ho scritto questo brano.

 

La produzione del video

 

In Bulgaria hanno una preparazione a livello di cinema incredibile, hanno una Cinecittà incredibile. Stallone per fare l’ultimo Rambo è andato lì e ha costruito le case in stile americano. Hanno portato persino i cavalli e li hanno lasciati lì nel maneggio. Stavamo cercando delle location per il video, grazie ad Antonio di Maestro Production siamo riusciti a trovare questa ed il concept è nato dopo averla trovata.

 

Hit

 

La mia hit per le persone, basta guardare i numeri, è stata “Il Cielo nella stanza”, ma per me il vero gol è stato “90MIN”, è come se i Rage Against The Machine andassero in classifica. È un pezzo originale, è un pezzo blues in chiave elettronica, in più il testo era un telegiornale, un puzzle di quell’Italia del periodo. In quel momento mi sono attaccato con Salvini e questa cosa mi ha fatto una pubblicità assurda. Poi non si sa mai qual è la hit, se ti svegli e pensi alla hit non arriva mai.

 

A cura di Egle Taccia

 

 

 

Written By

Egle è avvocato e appassionata di musica. Dirige Nonsense Mag e ha sempre un sacco di idee strambe, che a volte sembrano funzionare. Potreste incontrarla sotto i palchi dei più importanti concerti e festival d'Italia, ma anche in qualche aula di tribunale!

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