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No Press

Sanremo Nonsense – Will e la passione per il calcio, il cibo spazzatura e la musica

WILL

In gara alla 73° edizione del Festival di Sanremo

con il brano

“Stupido”

Annunciate a sorpresa le prime date di Maggio nei club dello

STUPIDO TOUR VENTI23”

Biglietti disponibili in prevendita

 

Will, dopo aver superato con successo la finalissima di Sanremo Giovani con il brano “Le cose più importanti”, sarà protagonista dal prossimo 7 febbraio al Festival di Sanremo 2023 e presenterà il brano “Stupido”. Il giovane artista si prepara così a calcare per la prima volta l’ambitissimo palco dell’Ariston tra i Big della canzone italiana. A Maggio Will si prepara inoltre a tornare finalmente alla dimensione live con lo “ Stupido Tour Venti23”, organizzato e prodotto da Magellano Concerti. Queste le prime date annunciate del tour: 3 Maggio a Milano (Magazzini Generali), 4 Maggio a Padova (Hall) e 11 Maggio a Roma (Orion).

Biglietti disponibili in prevendita su TicketOne e Ticketmaster.

Per tutte le info sui biglietti: www.magellanoconcerti.it

 

Will al secolo William Busetti, è una delle penne più originali, fresche e carismatiche della nuova scena pop urban contemporanea, che a poco più di 20 anni si è fatto notare con la sola forza della sua musica e delle sue parole. Il mondo di Will è un mondo intriso di autentica verità, una dimensione sincera in grado di raccontare la realtà delle piccole cose con una spontaneità disarmante, rivelando quell’anima cristallina del vivere quotidiano che solamente un cantautore è in grado di cogliere. Un giovane artista estremamente versatile e capace di muoversi con fluidità tra differenti generi e stili pur conservando la sua unicità.

 

Stupido”, scritta da Will insieme a Simone Cremonini ed Andrea Pugliese e co – prodotta da Tom e Zef, sarà presentata per la prima volta proprio sul palco dell’Ariston e uscirà nella settimana del Festival su etichetta Capitol Records (Universal Music Italy). Il brano anticipa l’uscita del primo disco d’inediti dell’artista atteso per i prossimi mesi.

 

Will, durante l’incontro con la stampa ha parlato del brano sanremese e della sua musica: “Stupido è un brano in cui tutti si possono ritrovare – dichiara Will – a molti di noi è infatti capitato almeno una volta nella vita di sentirsi stupidi, facendo delle cose stupide anche per amore. Il tema principale di stupido ruota attorno alle molteplici declinazioni e sfaccettature dell’amore, inteso nella sua accezione più universale. Il brano racconta di storie e intrecci d’amore in cui ci siamo persi e ritrovati, quell’amore che, proprio per le emozioni di cui ti nutre in alcuni momenti della giornata, quando ti fermi a pensare ti fa sentire “piccolo” e in altri ti fa sentire un “gigante”.

 

Il momento migliore per ascoltare questo brano a mio avviso è a fine giornata. Ogni giorno si vivono emozioni forti che in qualche modo ti segnano e che ti porti nei pensieri fino a tarda notte. E’ proprio in questi momenti in cui ti scorrono davanti le immagini della quotidianità che il brano trova la sua massima espressione. Stupido vuole anche essere uno slogan: non bisogna avere paura di esternare le proprie emozioni e fragilità, l’importante è sempre agire in maniera autentica e vera anche se in alcuni momenti possiamo sembrare degli stupidi. Anche la fine di una relazione di qualsiasi natura in cui l’amore è protagonista porta con sè ferite, dolori e cicatrici difficili da ricostruire, e nonostante spesso mentiamo a noi stessi facendo gli stupidi, voltare pagina non è mai facile.

 

Sono felicissimo e orgoglioso di poter portare ad un pubblico così ampio la mia musica, grato alla commissione che ha creduto nel mio progetto consentendomi di realizzare un sogno che mai avrei pensato potesse realizzarsi. Sono particolarmente legato a “Stupido” e l’avevo tenuta per un’occasione importante, sono contento possa essere la mia compagna di viaggio per questo Sanremo 2023. Un pezzo più maturo sia nelle parole che nelle melodie che spero possa emozionare arrivando a tantissime persone, sicuramente un pezzo sincero e sentito, a tratti anche terapeutico e malinconico che si apre nel ritornello e ti fa venire voglia di cantare”.

 

Durante la conferenza organizzata per presentarsi alla stampa, Will si è raccontato molto e ci ha permesso di entrare un po’ nella sua vita privata e nella sua infanzia: “Penso che con tutti questi mezzi di comunicazione enormi, arrivare a questo punto non sia neanche così complicato, nel momento in cui hai un progetto a fuoco e trovi le persone giuste con cui lavorare. La musica entra nella mia vita subito, io ho ascoltato sempre un sacco di musica e mia mamma, che è inglese, me l’ha inculcata. Mi alzavo la mattina alle sette per andare a scuola e ogni mattina lei metteva il cd dei Doors, sempre, tutti i giorni. Da lì l’input stava arrivando, ma poi mi sono innamorato del pallone e vado fiero di tutte le cose che mi ha insegnato il calcio. Non sarei assolutamente la stessa persona. Ricordo che scrivevo delle cose ogni tanto per sfogo, ma non ci avevo dato quel peso da farla diventare una cosa seria. Quando il calcio ha iniziato a scivolare via dalla mia vita ho cercato il prossimo modo per esprimermi nella maniera più pulita possibile. Mentre il pallone vive più di giudizi, la musica molto meno, soprattutto all’inizio in cui puoi esprimerti come vuoi. Per me “Estate” è stato questo, espressione allo stato puro senza pensare a cosa potesse succedere e guarda cosa è successo. Se posso dare un consiglio ai ragazzi che iniziano, è semplicemente quello di fare ciò che si sentono e cercare di esprimersi nella maniera più vera possibile e se questa cosa arriva, da lì si comincia a costruire tutto.”

 

 “Sono inglese nelle abitudini culinarie, purtroppo, non mi vergogno a dire che mi piace il cibo spazzatura e poi credo di essere stato cresciuto all’inglese, ero molto libero. Loro hanno questa cultura di lasciarti andare, a volte sembra quasi che ti trascurino, ma in realtà ti stanno dando quella libertà di imparare cose e di sbagliare. In questo sono molto libertino, anche se col tempo mi sono sistemato, però di stupidaggini ne ho combinate parecchie. Mia mamma è proprio una mamma inglese, che ti sgrida con l’accento di Manchester.”

 

“Nel calcio sono proprio un calciatore italiano, sono interista nel cuore, e sono pazzo per il pallone, se non vedo le partite vado fuori di testa. L’Italia è il Paese più bello del mondo e amo stare qui, ma devo anche tanto alle mie origini inglesi.”

 

“Avevo pensato di fare la cover in inglese, non vi dico cosa abbiamo deciso, ma è stata un’opzione, per dare anche un po’ di luce alle mie origini. Potevo scegliere, se la faccio in inglese se la prende papà, se la faccio in italiano la mamma. Sceglierò.”

 

“La mia più grande pressione di questi giorni è quella di essere all’altezza degli artisti che cantano prima e dopo di me. Sono consapevole di arrivare con un’esperienza diversa da tutti e con una visione della musica completamente diversa e nuova nella mia vita. Questa è la pressione più grande che sento, quella di sentirmi stupido.”

 

“Scrivo anche in inglese, lo faccio spesso, anche se per ora mi concentro sul pubblicare cose in italiano, perché la musica che mi piace al momento è quella italiana ed umilmente ci concentriamo sul fare bene qui e poi se magari le cose vanno bene uscirà qualcosa in inglese e sarà bello anche poterlo fare. È una cosa che farò, volevo farla, c’è stato un momento in cui mi ero fissato, poi ho abbandonato un po’ l’idea, perché comunque già non è facile, in quello che è il mercato italiano, trovare il proprio spazio con tutti gli artisti bravi e la bella musica che c’è, su quello inglese immagino che sia molto più difficile visto che si parla di mondo. Non si sa mai, un giorno non avviso nessuno e un pezzo del disco è in inglese.”

 

Riguardo al suo percorso calcistico, spiega: “Ho iniziato a giocare a calcio a sei anni, quindi anche un po’ tardi rispetto a qualche bambino che inizia prima, da lì ho scalato qualche categoria fino ad arrivare a 16-17 anni in cui giocavo nel giovanile del Chievo Verona che in quel momento era in serie A. Ho giocato lì, poi non mi sono trovato, sono tornato in zona Veneto, in provincia di Treviso, ho giocato in eccellenza, in serie B, ho fatto delle bellissime esperienze con dei compagni che mi hanno insegnato un sacco, ero sempre il più piccolo in tutte le squadre in cui ho giocato. Poi sono andato all’università e forse lì ho perso la strada dello sport e poi ho smesso, perché, quando subentrano un sacco di altre cose, perdi la vera dimensione di fare sport ad altissimi livelli.”

 

La partecipazione a Sanremo di Will arriva in seguito al successo di brani come “Estate”, già certificato disco di platino, “Anno Luce”, “Domani che fai?” “Capolavoro”, “Chi sono veramente”, “Più forte di me”, che hanno complessivamente superato 100 milioni di stream, facendo arrivare al grande pubblico un talento genuino e puro, un ragazzo semplice che è cresciuto ascoltando tantissima musica, influenzato dal british pop dai gusti della madre di origini inglesi, e dal cantautorato italiano, spinto dalla passione del padre.

 

Grazie alla partecipazione al prossimo Festival di Sanremo Will prosegue così il suo nuovo percorso artistico e personale, la naturale evoluzione pop di un giovane fuoriclasse della musica che ha trovato la sua vera identità: un musicista estremamente talentuoso che è riuscito in poco tempo a mostrare la sua vera essenza, svelando le fragilità che anche un giovane ragazzo può incontrare. Un percorso raro di estrema sensibilità in cui Will è riuscito ad aprire il suo cuore, la sua mente e la sua musica, come pochi altri alla sua età, verso ulteriori orizzonti sonori in cui l’attitudine pop abbraccia sapientemente il mondo urban.

 

A cura di Egle Taccia

 

 

 

 

Written By

Egle è avvocato e appassionata di musica. Dirige Nonsense Mag e ha sempre un sacco di idee strambe, che a volte sembrano funzionare. Potreste incontrarla sotto i palchi dei più importanti concerti e festival d'Italia, ma anche in qualche aula di tribunale!

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