È ONLINE IL VIDEO DEL BRANO
“UN MILIONE DI COSE DA DIRTI”
in gara al 71° Festival di Sanremo
VENERDÌ 12 MARZO ESCE IL NUOVO ALBUM DI INEDITI
“TRIBÙ URBANA”
È online il video ufficiale di “UN MILIONE DI COSE DA DIRTI”, brano con cui ERMAL META è in gara al 71° Festival di Sanremo. Il video, diretto da Tiziano Russo, è visibile al seguente link: https://youtu.be/sC7UluoMaWY
Il brano è contenuto nel nuovo album di inediti “TRIBÙ URBANA”, in uscita venerdì 12 marzo.
“Un milione di cose da dirti” (testo di Ermal Meta, musica di Ermal Meta e Roberto Cardelli) è una canzone d’amore, una «semplicissima canzone d’amore», dal sound essenziale, pochi accordi per raccontare qualcosa di personale ma capace di risuonare anche a livello universale.
Nella serata di mercoledì 3 marzo, con la sua prima esibizione di “Un milione di cose da dirti”, Ermal Meta si è aggiudicato la prima posizione nella classifica provvisoria del Festival data dalla votazione della Giuria Demoscopica, mentre ieri sera, nella serata delle cover d’autore, ha vinto grazie al voto dell’orchestra che lo ha premiato per la cover di “Caruso”, celebre brano del 1986 di Lucio Dalla, nella quale si è esibito accompagnato dalla Napoli Mandolin Orchestra.
A dirigere l’orchestra del Festival di Sanremo per Ermal Meta è il Maestro Diego Calvetti.
Ermal torna sul palco di Sanremo dopo aver trionfato nel 2018 con il brano “Non mi avete fatto niente”, cantato insieme a Fabrizio Moro e presentato anche all’Eurovision Song Contest a Lisbona.
L’anno precedente, Ermal era già salito sul podio del Festival di Sanremo con il brano “Vietato Morire”, vincendo anche il Premio della Critica Mia Martini e il Premio per la miglior cover (per la sua interpretazione di “Amara Terra Mia”).
“Un milione di cose da dirti” è contenuto nel nuovo attesissimo album di inediti, “TRIBÙ URBANA”, già disponibile in pre-order (https://smi.lnk.to/TribuUrbana).
“TRIBÙ URBANA” (pubblicato su etichetta Mescal e distribuito da Sony Music), arriva a tre anni di distanza dall’ultimo album in studio, “Non Abbiamo Armi”, e, nei suoi 11 brani, evidenzia l’altissimo livello di scrittura dell’artista, sia quando dà voce ai sentimenti, sia quando racconta il mondo attraverso storie di vita, guardando negli occhi uno ad uno i componenti della TRIBÙ URBANA, con suoni e parole che diventano i colori distintivi di questo nuovo progetto di Ermal Meta.
Questa la tracklist di “TRIBÙ URBANA”: “Uno”, “Stelle cadenti”, “Un milione di cose da dirti”, “Il destino universale”, “Nina e Sara”, “No Satisfaction”, “Non bastano le mani”, “Un altro sole”, “Gli invisibili”, “Vita da fenomeni”, “Un po’ di pace”.
Qualche giorno fa abbiamo partecipato alla conferenza stampa di presentazione del nuovo album di Ermal Meta ed abbiamo raccolto alcune sue dichiarazioni.
“Ho una voglia immensa di portare questo album dal vivo. In genere scrivo immaginando di stare sul palco. Stavolta ho fatto il procedimento contrario, ho fatto finta di stare in platea, immaginando di stare tra il pubblico. Ai concerti si va principalmente per cantare la musica che si ascolta e così ho messo nel disco canzoni che possono essere cantate a squarciagola. Questo disco è una commistione di cose diverse, ha una parte più classica e un’altra nella quale sono andato verso direzioni diverse da ciò che ho fatto precedentemente. Ho cercato di metterci dentro tutto quello che ho provato. Sperimentando nascono cose diverse.”
Riguardo alla sua partecipazione al Festival ha dichiarato: “Non mi aspetto di andare a fare una scorpacciata al Festival, torno con uno spirito diverso. Tornare dopo una vittoria può far pensare che io voglia vincere di nuovo, in realtà sono lì perché in questo momento il palco dell’Ariston è l’unico palco su cui si possa salire.”
Parlando del brano sanremese, spiega: “Nella canzone ci sono due personaggi, non ho voluto usare due nomi per non confinare al loro interno la storia. In questo caso ho voluto utilizzare queste due immagini per dare un’idea più fiabesca. Ad un certo punto in una storia non ci si chiama più per nome, perché il nome può rappresentare un confine. È una canzone d’amore verticale che parte da qui e cerca di salire.”
Sul terribile anno che abbiamo vissuto ci confessa: “E’ vero che il Covid mi ha messo i bastoni tra le ruote, ma credo che ci siano ruote più importanti delle mie e non mi riferisco solo alla musica. Ne usciremo certamente cambiati. Ho avuto tempo per concentrarmi su quello che stavo scrivendo e su quello che ho scritto, sulla voglia di tornare in un certo modo.”
Sul video del brano spiega: “Non ho mai, per mia mancanza, posto troppa attenzione ai video, ho sempre pensato che fossero semplicemente una questione estetica, che quello che avesse importanza fosse la canzone. Adesso ho capito che l’estetica del video è importante ed ho cominciato a curare molto di più quell’aspetto e sono sicuro che il video di “Un milione di cose da dirti” piacerà molto.”
Un brano dell’album ha catturato la nostra attenzione, si tratta de “Gli invisibili”: “L’idea di quella canzone nasce da un viaggio che ho fatto negli Stati Uniti, dove ho fotografato principalmente gli homeless che avevo davanti. Uno di loro mi ha raccontato la sua vita, almeno in parte, e casualmente quel giorno era il suo compleanno ed ho pensato che la sua fosse una bella storia che nessuno avrebbe mai ascoltato. Un giorno mi hanno consigliato di rimanere invisibile, perché gli invisibili ad un certo punto imparano a volare. Ho messo insieme le due cose, immaginando un esercito di invisibili che a un certo punto diventano supereroi.”
Sulla cover d’autore con la quale ieri ha vinto, spiega: “Quando ho scelto il brano “Caruso” non avevo assolutamente calcolato che l’avrei cantato il 4 marzo, poi me l’hanno fatto notare e mi sono reso conto che era una coincidenza totale. Ho scelto il brano che tutti mi hanno sconsigliato di fare, perché io sono fatto così, cerco sempre di andare contro quello che può essere un consiglio saggio, preferisco scontrarmi con i miei limiti. Volevo provarci e tirare questa punizione, per vedere se mi sarei avvicinato allo specchio della porta.”
A cura di Egle Taccia