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[Speciale Sanremo] – Willie Peyote “Mai dire mai (la locura)”

Il rapper e cantautore torinese

WILLIE PEYOTE

Pronto a salire sul palco del prossimo

FESTIVAL DELLA CANZONE ITALIANA

Categoria CAMPIONI

Con il brano

 “Mai dire mai (la locura)”

 

Duetterà nella serata di Giovedì 4 marzo con

SAMUELE BERSANI

In

GIUDIZI UNIVERSALI

 

Mancano pochi giorni all’inizio dell’edizione 2021 del Festival della Canzone Italiana, la kermesse canora che vedrà tra i suoi protagonisti anche WILLIE PEYOTE, rapper e cantautore torinese in gara nella categoria campioni con il brano “MAI DIRE MAI (LA LOCURA)”.

Gli autori del brano sono Guglielmo Bruno (vero nome di Willie Peyote), Carlo Cavalieri D’Oro, Daniel Gabriel Bestonzo e Giuseppe Petrelli. A dirigere l’orchestra ci sarà Daniel Gabriel Bestonzo.

«La canzone – spiega lo stesso WILLIE PEYOTE – parla di come ci siamo ormai abituati a mettere al primo posto il mero intrattenimento, in tutti i campi, dall’arte alla cultura, passando per lo sport e arrivando anche alla politica.

Avere un personaggio che funziona è più importante che avere talento, avere il consenso è più importante che avere un programma, far parlare di sé è più importante che avere qualcosa da dire.

Anche in pandemia “the show must go on” quindi si gioca lo stesso anche con gli stadi vuoti, teatri chiusi e concerti annullati, ma con gli streaming e i talent show la giostra sembra continuare a girare”.

Ad aprire la mia canzone una citazione tratta dalla serie BORIS che tutti conoscono come il monologo della Locura: “questa è l’Italia del futuro: un paese di musichette mentre fuori c’è la morte”»

Abbiamo incontrato l’artista, iniziando la nostra chiacchierata partendo dalle pagelle della stampa che lo vedono tra i favoriti di questa edizione: “Sono molto orgoglioso del fatto che il pezzo sia piaciuto nei primi ascolti, non mi aspettavo questa risposta positiva, forse in qualche modo le pagelle con voti così alti hanno anche incentivato chi mi aspetta al varco. Forse sarà più difficile, ma mi ha inorgoglito molto leggerle.”

In merito alla sua partecipazione al festival, spiega: “Il pezzo non era pensato per andare a Sanremo, ma è nato pensando a Sanremo. Quando mi è stato chiesto cosa volessi proporre ho pensato a questo pezzo, l’unico con cui sarei andato a Sanremo, e mi ha stupito il fatto che l’abbiano accettato.

Ho accettato di andare al Festival quest’anno, perché non ci sono concerti ed è tutto fermo, se avessi potuto suonare in giro probabilmente non l’avrei fatto, perché il mio lavoro si fa sui palchi e non in televisione, ma, vista la situazione, se si voleva dare un segnale era giusto esserci.

Solo gli stupidi non cambiano mai idea, quindi io lo faccio spesso. In un disco già dicevo che ci sarei andato, perché il problema non è Sanremo, ma come noi artisti ci approcciamo al Festival. Quando qualcuno mi convince a cambiare idea, lo prendo sempre come un dono.”

Sul modo in cui si approccerà al Festival, spiega: “Sanremo ci assolve da tutti i nostri peccati, è la Settimana Santa, una festa laica. Il mio tentativo non era di appesantire, ma di portare l’ironia e la cassa dritta. È stato un anno pesante, voglio metterla sul ridere. Non possiamo far finta che non sia successo nulla, ma non bisogna andare a Sanremo tristi. Vorrei che la gente capisse che è un troll, un gioco, non voglio essere preso troppo sul serio.”

Alla domanda cosa porterai con te a Sanremo, risponde: “Sul comodino porterò un computer per guardare il Toro.”

Parlando del brano, ci spiega: “Spesso viene frainteso, interpretato come una sequela di insulti ai miei colleghi. Io non me la prendo mai coi miei colleghi, me la prendo col pubblico per come percepisce noi artisti. Oggi se fai qualcosa di diverso da quello che il pubblico si aspetta, un po’ si risente. Se le major si limitano a prendere gente che funziona su TikTok, non stanno facendo bene il loro lavoro. Io me la sono presa col modo in cui tutti intendiamo la musica oggi.

In questi giorni gli artisti hanno avuto modo di provare il brano insieme all’orchestra di Sanremo, quindi gli abbiamo chiesto quali fossero le sue impressioni, come il suo modo di innovare nella musica si fosse incontrato o scontrato con la tradizione dell’orchestra: “Uno dei motivi per cui ho sempre pensato di voler fare Sanremo era la possibilità di suonare con un’orchestra con così tanti elementi, con così tanti musicisti bravi. La cosa buffa di quest’anno è che vado con un pezzo che tecnicamente non sarebbe tanto orchestrale. È stato divertente col mio direttore d’orchestra, Daniel Bestonzo, che è anche coautore del brano, trovare la chiave per renderlo orchestrale. Le prove sono state uno dei momenti più divertenti della mia carriera, perché è proprio bello suonare con così tanta gente. Vedere che i musicisti dopo le prove erano contenti del pezzo che avevamo suonato insieme, è stato molto bello.”

Come anticipato sopra, nella sera delle cover Willie Peyote duetterà con Samuele Bersani interpretando uno dei suoi più grandi successi, “Giudizi Universali”: “Interpreto uno dei miei pezzi preferiti, l’avrei fatto solo qualora Samuele mi avesse detto sì, quando è successo mi sono commosso. Inutile dire che sia un capolavoro, è pacifico, avere lui al mio fianco è un regalo che faccio a me stesso. Quando ho scelto il brano ho pensato: ci vado una volta sola a Sanremo, facciamo un pezzo bello che rimarrà per sempre nei miei ricordi.”

Riguardo al suo mondo artistico, spiega: “Il mio obiettivo non è farmi dire che sono bravo, ma far scaturire una discussione. Dietro quello che scrivo c’è sempre un ragionamento, non scrivo cose a caso, ci penso prima di scrivere e di conseguenza mi piace sviluppare una discussione.”

In un passaggio del brano racconta i tempi di oggi come un Medioevo più fashion: “Vorrei che analizzassimo la differenza tra progresso ed evoluzione. Abbiamo mille oggetti tecnologici che ci portano nel futuro, ma siamo ancora a parlare della legge sull’aborto, dei femminicidi. Ci rendiamo conto che ci sono degli argomenti più stringenti che potremmo sviluppare? Il fatto che nel 2021 saltino fuori discorsi sull’aborto, sull’avere due cognomi, è assurdo.”

Prima di chiudere uno sguardo sul futuro post Sanremo: “Ci hanno interrotto il tour a metà dello scorso febbraio, un anno fa. Ripartiremo da lì perché stavamo facendo uno spettacolo che ci rendeva orgogliosi. I musicisti che ho accanto sono molto bravi e spero di ripartire da lì. So che non sarà una cosa immediata, so che ripartiremo in situazioni meno congeniali, ma abbiamo bisogno di suonare. Quando riprenderemo col tour vero e proprio ci sarà probabilmente un nuovo disco, ma cercheremo di ripartire con l’obiettivo di far muovere contemporaneamente il culo e il cervello ai concerti, far divertire la gente, ma farla anche pensare.”

Mai dire mai (la locura)” sarà disponibile in tutti gli store digitali subito dopo essere stata presentata sul palco del Teatro Ariston di Sanremo, ma sarà anche disponibile in una esclusiva versione 45 giri, un vinile 7’’ colorato che conterrà da una parte il brano sanremese e sul lato B il precedente inedito “La Depressione è un periodo dell’anno”, mai pubblicato su supporto fisico.

Il 45 giri sarà disponibile nei negozi tradizionali e negli store digitali dal 26 marzo.

A cura di Egle Taccia

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Egle è avvocato e appassionata di musica. Dirige Nonsense Mag e ha sempre un sacco di idee strambe, che a volte sembrano funzionare. Potreste incontrarla sotto i palchi dei più importanti concerti e festival d'Italia, ma anche in qualche aula di tribunale!

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