VENERUS, astro nascente del cantautorato italiano, ha da poco pubblicato il suo disco di debutto “Magica Musica” disponibile in versione digitale e fisica (cd e vinile).
Il disco sorprende ad ogni traccia dove Venerus, attraverso una capacità di scrittura estremamente raffinata e l’eclettismo sonoro, conduce l’ascoltatore in un viaggio spazio-temporale. Si tratta di un’esplorazione verso mondi magici e atmosfere oniriche, alla scoperta di nuove dimensioni.
Ispirato da una grande curiosità nei confronti del Cosmo che da sempre lo anima, Venerus ha desiderato condividere con il suo pubblico un’esperienza unica.
Collegandosi al canale Twitch di Asian Fake (https://www.twitch.tv/asian_fake), i fan hanno potuto seguire con l’artista un vero e proprio lancio nello spazio dell’album, effettuato tramite un pallone aerostatico che ha portato con sé il sigillo di Magica Musica e una lettera con il messaggio “in cerca di forme d’amore nell’Universo”.
Il disco contiene 16 tracce, di cui 12 coprodotte con Mace, e vanta collaborazioni eterogenee: Frah Quintale, Calibro 35, Rkomi e Gemitaiz per quanto riguarda i featuring, oltre ai produttori Crookers, Tommaso Colliva, Vanegas, amanda lean & not for climbing.
Anticipato dai singoli “Canzone per un amico” e “Ogni pensiero vola”, in “Magica Musica” si trovano le molte sfaccettature di un artista che, sfuggendo alle etichette di genere, fonde sonorità soul e R&B all’elettronica, per un risultato complessivo che parla il linguaggio del pop in modo del tutto inedito.
Cantautore, polistrumentista e produttore, Venerus nel suo disco d’esordio esplora il suono a 360° gradi e unisce parole e musica in una miscela originalissima che brilla nel panorama contemporaneo.
Abbiamo partecipato alla conferenza stampa per il lancio del progetto. “Sono molto contento, perché è un momento che stavo aspettando da tempo, sto lavorando alla mia musica dal 2015, più o meno, ho avuto la pazienza di aspettare la mia crescita personale, musicale e artistica per immettere nel mondo qualcosa. Ho una mia etica per la condivisione artistica e del mio lavoro.”
Ci spiega come ha vissuto questo ultimo anno di restrizioni e attese per il futuro: “È stato un anno e mezzo intenso e complicato per tutti e questo ha dato un’impronta al mio lavoro, specialmente al desiderio di portare dal vivo questo disco. Venendo da due anni di tour intensivo, in questo disco ho sempre pensato alla resa dal vivo e credo che dagli arrangiamenti si percepisca. Ritengo che sia importante condividere quelli che sono i propri pensieri e i propri ideali. Questo disco mi permette di diffondere la mia visione del mondo e mi ha aiutato a capire come voglio fare i dischi nel futuro. C’è molto Mace, ma anche molti musicisti e amici che ho voluto coinvolgere, è una sorta di arca di Noè di tutte le cose in cui credo e che voglio salvare dalla velocità del tempo che stiamo vivendo. È un desiderio di rallentare certi ritmi, io stesso con la testa ero al 2022 e poi la vita, come ha fatto per tutti, mi ha rallentato, mi ha ricordato che essere carico non vuol dire necessariamente essere pronto e questo mi ha fatto comprendere quali siano le cose che importano davvero. Sono quindi contento che ci sia stato questo tempo in eccesso, che mi ha permesso di prendere consapevolezza di quello che stavo facendo, di aggiungere altro materiale.
Sto osservando questa data di uscita cambiare, dilatarsi e finalmente è arrivata e sono contento, ma anche molto tranquillo, ho avuto il tempo di rendermi conto di cosa significhi questo lavoro per me e per il mio futuro. Sono pronto perché abbia una vita sua e sono molto curioso di vedere cosa succederà.”
Anche se parlare di live in questo momento risulta un po’ utopico, Venerus ha molto chiaro cosa porterà sul palco nel momento della ripartenza, che potrebbe avvenire già dalla prossima estate, come accaduto nel 2020: “Verosimilmente una prima resa di quello che potrebbe essere il mio live la vedrete quest’estate in qualche situazione dove poter suonare. Porteremo il disco in giro un po’ più agilmente anche per venire incontro alla necessità del caso, è impensabile in questo momento organizzare un tour con 15 persone.
Quello che mi eccita è ripartire di nuovo da zero. Se i concerti precedenti sono stati un tentativo di ricreare la mia musica dal vivo, la sfida di questo momento è di poter creare uno spettacolo teatrale, che non sia semplicemente la versione acustica, lounge del mio concerto, ma che approfondisca altre cose come il fare un concerto in teatro e poi andare a fondo a quella che può essere la performance. Voglio che il mio concerto sia un’esperienza immersiva, per scoprire cosa c’è nel mio mondo. In questo momento mi immagino uno spettacolo lungo, di due ore, con una pausa in mezzo, una cornice narrativa, dei costumi, una scenografia. In Italia ci sono tante risorse, dei posti incredibili che spesso vengono utilizzati per reiterare sempre le stesse programmazioni. Il teatro sarà il primo luogo accessibile per far ripartire la musica e non vedo l’ora di ricominciare a suonare dal vivo.”
A cura di Egle Taccia