No Interview

No Interview: I Pinguini Tattici Nucleari altra band del Sei tutto l’indie fest

Continua il nostro viaggio alla scoperta dei protagonisti del Sei tutto l’indie fest, il festival organizzato da Sei tutto l’indie di cui ho bisogno al Monk di Roma; dopo la chiacchierata con i Mary in June, oggi scopriamo i Pinguini Tattici Nucleari tra le nostre domande e quelle di Mòn.

Cosa provate ad essere tra gli artisti che suoneranno al Sei Tutto L’Indie Fest, il festival della maggiore e più attiva community online sulla musica indipendente italiana?

Siamo estremamente orgogliosi e a dire il vero anche un po’ emozionati: ci fa piacere che la community negli ultimi tempi si sia notevolmente allargata, così come il fatto che l’indie abbia raggiunto una certa notorietà. Siamo felici di essere parte di questo cambiamento, e grati per gli apprezzamenti ricevuti (anche e soprattutto su Facebook).

 

Come vi descrivereste usando cinque parole?

Dunque, non, sappiamo, dirti, ora.

 

Suonare al Sei Tutto L’Indie Fest vi fa finire direttamente nella definizione di indie. Cos’è per voi l’indie?

L’indie è un enorme distributore di caramelle di tutti i generi. Non decidi tu cosa arriverà, tu ti limiti ad inserire la moneta e ad aspettare. A volte va bene, e scende la caramella di Lupo Alberto. Altre va male, e scendono le caramelle dell’87 che tua nonna regala agli ospiti. A volte scendono dei legumi, e ti chiedi: ma come è possibile? Cosa me ne faccio? Che schifo! E invece poi, una sera che sei fuori e magari sei mezzo ubriaco, ti guardi nelle tasche e trovi una noce e pensi: proprio quello che cercavo.

 

Nel nuovo album Gioventù Brucata vi troviamo più maturi sia nella musica che nei testi, che si confermano intelligenti e pungenti ma più completi, vi sentite più padroni della situazione?

A dire il vero ci sentiamo più schiavi che padroni, schiavi dei nostri obiettivi che col tempo sono cambiati. Ci sentiamo più vincolati, meno sereni, più sotto pressione, ma questo continuo mettersi in gioco dà anche numerose soddisfazioni, abbiamo imparato a gestirlo. Non è una cosa negativa, semplicemente non vogliamo deludere la gente che ci segue e ovviamente neanche noi stessi.

 

La vostra campagna su Musicraiser è andata molto bene, tra le ricompense per i donatori c’erano delle canzoni scritte appositamente per loro; ce n’è una a cui vi siete particolarmente affezionati?

Rispondo io, Riccardo, perché alle canzoni ho lavorato soltanto io. Una canzone a cui mi sono particolarmente affezionato, tra quelle di cui parli, è “Quale è il tuo film di Harry Potter preferito?”. Mi ci sono talmente affezionato che abbiamo deciso di non pubblicarla ma di tenercela per il futuro, che non si sa mai!

 

Domanda dei Mòn – Alle scuole medie vi facevano suonare il flauto dolce o i synth?

Alle medie noi suonavamo soltanto tastierine della Bontempi conosciute ai più come “pianoline”, che è un temine protetto da copyright. Adesso facciamo la stessa cosa ma con tastiere Bontempi più grosse, perché siamo più grossi noi e suoniamo tastiere più grosse. Il flauto dolce è per i principianti!

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