Con questa intervista ai Mary In June, iniziamo a conoscere i protagonisti del prossimo Sei tutto l’indie fest, il festival che si svolgerà il 13 Maggio al Monk (Roma) organizzato da Sei tutto l’indie di cui ho bisogno, la maggiore e più attiva community online sulla musica indipendente italiana. Abbiamo deciso di farci aiutare nella conoscenza delle band che calcheranno il palco del Monk dai protagonisti stessi, per cui, oltre alle nostre domande, ogni band o artista ne rivolgerà una ad un altro.
Come anticipato, i primi artisti che abbiamo raggiunto sono i romani Mary in June, intervistati da noi e da Portobello.
Cosa provate ad essere tra gli artisti che suoneranno al Sei Tutto L’Indie Fest, il festival della maggiore e più attiva community online sulla musica indipendente italiana?
Attualmente l’indie fest è una delle webzine più attive e produttive del panorama indipendente nazionale, perché non accettare?
Come vi descrivereste usando cinque parole?
Irrequieti, narcisisti, perfezionisti, introspettivi e disoccupati.
Suonare al Sei Tutto L’Indie Fest vi fa finire direttamente nella definizione di indie. Cos’è per voi l’indie?
Fino ad oggi per noi l’indie ha rappresentato la libertà artistica per chiunque si avvicinasse a un progetto creativo. Negli anni abbiamo visto come questo processo sia emerso maggiormente e non solo per gli addetti ai lavori; attualmente infatti ci troviamo davanti a una corrente che riesce a fare tendenza.
Il vostro Tuffo è stato accolto molto bene sia dalla critica che dal pubblico; dove vi ha portato a tuffarvi questa positività?
Tuffo ci ha permesso di arrivare a molte più persone rispetto a “Ferirsi” e di conseguenza abbiamo potuto suonare in tutto il Paese. Ci siamo confrontati con altri artisti (ZU, MOTTA, GAZEBO PENGUINS, COSMO…) e inevitabilmente siamo entrati ancora di più nel mondo che volevamo.
Com’è stato lavorare con Giorgio Canali? Vi aspettavate che inserisse la vostra Un giorno come tanti nel suo Perle ai porci?
È stata una bella esperienza. La prima parte del lavoro l’abbiamo portata avanti da soli, basso batteria, chitarre e synth, Giorgio ci seguiva ascoltando a distanza. In un secondo momento siamo rientrati in studio con lui per registrare le ultime chitarre e le voci. Ci ha aiutato a togliere il superfluo, non ha stravolto tutto, ha saputo tenere quello che di buono già c’era. Essere entrati nel suo disco è ovviamente stato un onore infinito ed è stata una notizia che ci comunicò solo una volta presa la decisione. Lacrimoni!
Domanda di Portobello – Da solista le canzoni partono tutte da me. Come nascono invece le vostre canzoni? Come band scrivete in comunione d’intenti oppure qualcuno scrive, si dedica al testo e poi arrangiate insieme?
Alessandro ha sempre scritto i testi. Ferirsi era praticamente pronto e una volta formata la band abbiamo arrangiato i 6 pezzi, correva il 2011. Per Tuffo il processo è stato leggermente diverso, infatti abbiamo scritto la musica tutti insieme e successivamente veniva inserito il cantato e le linee melodiche.