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“Questo non è un cane/DOMO” è il nuovo album di Claver Gold [Intervista]

È disponibile “QUESTO NON È UN CANE/DOMO” di CLAVER GOLD pubblicato per Woodworm/Universal Music Italia.

Il rinnovato progetto discografico di CLAVER GOLD contiene i brani del precedente “QUESTO NON È UN CANE” arricchito dai più recenti singoli “I MIEI CANI”, “CON I MIEI BROTHERS” e collaborazioni inedite con esponenti della scena rap italiana a cui l’artista è legato da rapporti di stima musicale ed amicizia: Il Turco, Bader Dridi & Brenno Itani, Kenzie, Davide Shorty & SPH, Mattak, Danno & Kaos, Dutch Nazari, Valter Guidi & Djomi, Bleach, Chiky Realeza, Murubutu, Moder e Ugo Crepa.

“QUESTO NON È UN CANE/DOMO” è disponibile in streaming e in tre esclusive versioni fisiche: LP doppio Oro + t-shirt esclusiva, LP doppio Grigio + poster autografato, LP Doppio nero, CD e, in esclusiva per Universal, nel formato Cofanetto contenente la prima versione di “Questo non è un cane” oltre a “Questo non è un cane/Domo”.

La riedizione dell’album in versione corale mette in luce la longevità e attualità dei temi di “Questo non è un cane” che, a distanza di quasi due anni, prendono nuova vita e si arricchiscono di sfumature e nuove voci. Una versione deluxe che l’artista ha voluto definire “DOMO” – termine che si rifà al concetto di ‘casa – per indicare la condivisione quasi familiare, il processo di cura e domesticazione alla base della riedizione.

Volevo dare nuova vita a questo progetto – racconta CLAVER GOLD – arricchendolo con le storie di amici, colleghi e rapper che stimo. Sono convinto che un disco abbia diverse anime e più forme che possono prendere vita nel corso degli anni.”

Le 19 tracce del disco (prodotto interamente da Gian Flores), sia che si tratti di brani già editi che inediti, sono frutto di rielaborazioni, riarrangiamenti, riscritture e nascono dall’esigenza di riavvicinarsi alle origini della cultura hip hop e al senso di aggregazione caratteristico di questo mondo. Vecchia e nuova scuola underground si uniscono per dare nuova voce ad una storia, una storia che ha ancora qualcosa da comunicare.

Intervista a cura di Egle Taccia

 

“Questo non è un cane/Domo” è il tuo nuovo progetto, che consiste in una rivisitazione dei brani del tuo precedente album “Questo non è un cane”, arricchiti da collaborazioni inedite. Com’è nata l’idea?

L’idea nasce dalla voglia di dare nuova vita ad un disco che ritengo ancora contemporaneo a livello di contenuti e musica. Volevo che fossero i miei colleghi a raccontare la loro storia all’interno del mio viaggio, per creare un senso di partecipazione ed aggregazione che ultimamente credo si stia un po’ perdendo all’interno dell’ambiente Hip Hop.

 

Nell’ultimo singolo pubblicato, “Con i miei Brothers”, hai voluto affrontare in modo sarcastico la vita dei tuoi Brothers e tutto quello che ruota intorno al rap. Quali sono le storture del sistema che hai voluto mettere in luce?

 

Credo che in questo periodo storico, purtroppo, sia molto più importante apparire che essere. L’ostentazione della ricchezza, il sessismo e il machismo sono punti cardine della musica rap odierna. Volevo ironizzare su questi temi e dare spazio ad un pensiero critico, senza però appesantire troppo la questione.

 

C’è un brano a cui sei particolarmente legato?

 

“Il coraggio di dirti” e “Malastrada” sono i brani che penso mi rappresentino appieno. Anche avere avuto la possibilità di collaborare con Kaos e Danno su “Nak su kao” è però sicuramente una grande conquista e mi rende estremamente fiero ed orgoglioso del mio percorso.

Qual è la tua definizione di conscious rap?

 

Conscious rap significa per me scrivere di ciò che si ritiene veramente significativo, spingendosi oltre i canoni ordinari e mainstream. Significa raccontarsi in maniera anche disordinata ed impulsiva, ma rimanendo sempre fedeli alla propria identità e rendendo le storie di cui si scrive personali e straordinarie.

 

Pensi che un certo tipo di rap sia tossico per la musica e per il pubblico?

 

Credo che sia tossico il modo di vivere il rap in questo momento. C’è troppo arrivismo, quasi una necessità di creare scontro e contrapposizione tra le parti.

Quanto è importante il senso di comunità nel rap e nella musica in generale?

 

Nel rap o comunque nel mondo Hip Hop il senso di comunità è sempre stato fondamentale essendo proprio storicamente una sottocultura giovanile esplosa in Italia nei centri sociali. È normale che poi ci siano anche individualità forti che si dissociano da questo concetto di comunità e, per certi versi, può anche fare bene alla scena dare nuovi stimoli. Per quanto riguarda me ed il mio percorso musicale personale però credo che sentirsi parte di qualcosa sia stato il motivo principale per cui ho iniziato a scrivere e per cui continuo a farlo.

 

Cosa dobbiamo aspettarci dai tuoi live?

 

Ci sarà sicuramente molta musica, brani vecchi e nuovi. Nella scaletta uno spazio considerevole sarà dato ai tanti ospiti, non potete mancare. Grazie e ci vediamo presto!

 

 

Written By

Egle è avvocato e appassionata di musica. Dirige Nonsense Mag e ha sempre un sacco di idee strambe, che a volte sembrano funzionare. Potreste incontrarla sotto i palchi dei più importanti concerti e festival d'Italia, ma anche in qualche aula di tribunale!

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