Venerdì 27 marzo è stato pubblicato, in formato fisico e digitale, “CARPE DIEM”, l’album di debutto di FRANCESCO BERTOLI.
Il disco arriva dopo la partecipazione ad “Amici di Maria De Filippi”, talent in cui l’artista ha potuto affinare le proprie abilità.
Il titolo “CARPE DIEM” deriva dall’omonimo brano contenuto nell’album, ovvero il più rappresentativo del modus vivendi di Bertoli in questo periodo. Infatti, forte dell’esperienza nella scuola di “Amici”, il cantante invita a vivere il presente e a godersi ogni giorno.
Il disco contiene 10 tracce di cui 2 cover eseguite durante il percorso nel talent (“Roxanne” e “Io Che Amo Solo Te”) e un brano autobiografico intitolato “Buio Pesto”, relativo alla sua infanzia e adolescenza.
Intervista di Egle Taccia
È da poco terminata la tua avventura ad “Amici”. Che ricordi ti ha lasciato la scuola più famosa d’Italia?
Tanti, veramente tanti ricordi, sia dentro la scuola che nell’hotel, dove eravamo un po’ più soli e ci divertivamo tutti insieme. Tanti bei ricordi che mi porterò sempre dietro, ricordi sia divertenti che di situazioni difficili.
Il tuo album si intitola “Carpe Diem”. Il titolo rispecchia la tua filosofia di vita?
Assolutamente, è una filosofia che ho adottato nell’ultimo periodo della mia vita, perché appunto sono cresciuto tanto dentro quella scuola ed ho capito che adesso devo cogliere l’attimo.
Gli ultimi mesi hanno certamente rappresentato un grande cambiamento per te. Come stai vivendo l’uscita dell’album?
Sono veramente contentissimo, non riesco a crederci, vorrei tornare indietro nel tempo e dirlo al Francesco che magari ogni tanto si è abbattuto e stava quasi per perdere le speranze. Sono veramente contento, alla fine il lavoro, l’impegno e la passione ripagano sempre.
La musica ti accompagna sin da quando eri bambino. Hai studiato canto, pianoforte, poi c’è stata l’esperienza con i Jarvis. Cosa hai portato di tutte queste esperienze nella tua carriera solista?
Io porto sempre tutto con me, nel senso che mio padre e mio nonno mi hanno sempre ricordato il detto “impara l’arte e mettila da parte”. Tutte le esperienze le ho messe dentro di me e hanno costruito quello che sono adesso, sia l’esperienza con la band che mi ha insegnato a mettere un frontman sul palco, sia gli strumenti che ho suonato in passato. Per esempio, ho studiato la batteria, però poi non l’ho mai suonata dal vivo, ma questa esperienza mi ha insegnato a comprendere meglio come funziona tutto quanto.
Come si conciliano due mondi apparentemente lontanissimi, quale quello del canto e del pianoforte, con la tua passione per il beatbox?
Sono un autodidatta, sono un appassionato ed ho sempre cercato di capire da solo come funzionassero le cose, quando ero piccolo ho visto questo video su Youtube di un famosissimo beatboxer e ho iniziato a provare a riprodurre gli stessi suoni. Negli anni mi è venuto naturale e adesso è una cosa che faccio e che riesco a fare. La stessa cosa è successa col pianoforte e col canto. Quello che mi piace provo a rifarlo e alla fine mi riesce.
Nelle sonorità dell’album vengono fuori queste tue due anime, ci sono sia ballate che pezzi molto più pop e radiofonici. Come hai scelto la scaletta del disco?
Non c’è veramente una scelta specifica, sono delle canzoni che ho scritto e generalmente faccio le cose sempre in maniera molto istintiva, come le sento.
Quale potrebbe essere il filo conduttore dell’album?
Questo album parla di quello che sono io, sono canzoni che rispecchiano vari aspetti della mia persona, del mio carattere e della mia vita.
C’è un brano a cui sei particolarmente legato?
Tutti i brani del disco, ma in particolare un brano che mi emoziona molto quando lo canto e lo ascolto è “Buio Pesto”, perché mi tocca molto visto che parla della mia infanzia e dei problemi di bullismo che ho avuto quando ero piccolo.
Come consiglieresti di reagire ai ragazzi vittime di bullismo?
Ognuno lo vive a modo suo, però io consiglio di non rimanere mai da soli e di non subire in silenzio, di ignorare perché bisogna vivere la propria vita stando bene. Io mi sono sempre concentrato sulle persone che mi accettano per quello che sono e non su quelle che mi vogliono male o che mi fanno del male.
Domanda Nonsense: Cosa ordini quando vai da McDonald’s?
Quando vado al McDonald’s ordino sempre un Crispy McBacon, se c’è il grande lo preferisco. Quello gigante è meglio perché ho uno stomaco enorme e mangio di tutto.