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No Art – Van Gogh Museum: ad Amsterdam i capolavori del genio olandese

Il Van Gogh Museum è il principale museo statale di Amsterdam, e dei Paesi Bassi in generale, che possiede la più grande collezione di opere del pittore olandese Vincent Van Gogh. Inaugurato nel 1973 e aperto 365 giorni l’anno, il Rijksmuseum è composto da due edifici interconnessi: la struttura principale ospita la collezione permanente del Museo, con le opere di Van Gogh e dei suoi contemporanei; nell’ala riservata alle mostre invece si organizzano esposizioni temporanee. Un museo al passo coi tempi che vede diverse postazioni interattive (su tutte quella in cui è possibile analizzare e vedere al microscopio le opere dell’artista maledetto) e accessibile a tutti: i vari piani sono raggiungibili tramite ascensore e vengono messe a disposizione dei visitatori sedie a rotelle, sgabelli pieghevoli e deambulatori. Inoltre il programma “Feeling Van Gogh”, appositamente per non vedenti e ipovedenti, permette letteralmente – con una riproduzione in 3D – di sentire (le pennellate), annusare (i fiori) e ascoltare (il dipinto) i “Girasoli”.

La collezione permanente, disposta su tre piani, comprende opere che documentano le varie fasi della vita di Van Gogh: dall’infanzia ai vari stadi emotivi, fino alla morte. Un viaggio che permette al visitatore di conoscere le sue idee e le sue ambizioni immergendosi completamente nel mondo dell’artista olandese. Osservando i capolavori del genio olandese – ma non solo, in mostra infatti vi sono anche i molteplici disegni e le innumerevoli lettere con destinatario il fratello Theo –  quella che si ha è una nuova visione della realtà, figlia delle idee e delle ambizioni che il genio nato a Zundert manifesta tramite la sua arte.

Vincent ha infatti vissuto intensamente la propria vita e il mondo in generale e per questo ne ha rappresentato i grandi temi – come ansia, sofferenza, amore e speranza – con una continua ricerca che l’ha portato costantemente a migliorarsi.

L’ambizione di Van Gogh di dipingere la vita agreste, la sua ricerca del colore e la sua personale interpretazione della natura hanno un posto di rilievo nel museo con spazi dedicati a I mangiatori di patate, La camera di Vincent ad Arles, e una delle più celebri realizzazioni de I Girasoli Altre opere degne di nota sono sicuramente Ramo di mandorlo in fiore – ispirato alle affascinanti stampe giapponese tanto care all’artista, il cui repertorio dunque non si limita alle declinazioni di espressionismo e impressionismo – La casa gialla – la sua dimora di Arles, con la strada e il suo ristorante preferito, protagonisti del dipinto –  e Campo di grano con volo di corvi, che a dispetto del mito, non è l’ultima opera realizzata dal pittore ma ne riflette comunque solitudine e tormento degli ultimi mesi di vita di Van Gogh.

Il museum ha poi dei punti cardine nel quale può essere suddiviso: l’artista, il contesto, le sue ambizioni personali, le sue emozioni, i miti e la sua influenza fino ad oggi: l’enorme impatto di Van Gogh sulla prima generazione di artisti dopo la sua morte sarà dimostrato da opere espressive come quelle di Maurice de Vlaminck e Kees van Dongen facenti parte della collezione del museo.

Un’installazione video nella sala mostra come, dopo la sua morte, Vincent sia diventato l’importante icona (pop) culturale che è al giorno d’oggi. A quasi 130 anni dalla sua scomparsa possiamo affermare che la speranza del “pittore maledetto”, ovvero quella che il suo lavoro potesse continuare ad ispirare il mondo dopo la sua morte, si è dunque avverata raggiungendo milioni e milioni di ammiratori.

Piccola parentesi merita anche la mostra “Gauguin & Laval in Martinica”, che abbiamo avuto la fortuna di visitare durante il viaggio all’interno del museo statale di Amsterdam e facente parte della rassegna “Meet Vincent’s friends”. Nel 1887, gli amici e colleghi artisti Paul Gauguin (1848-1903) e Charles Laval (1861-1894) andarono nell’isola delle Antille in cerca di nuova ispirazione. Fu il malcontento unito al decadente stile di vita parigino, a portare alla fuga Gauguin e Laval verso l’isola caraibica. Nel breve soggiorno in Martinica, i due artisti crearono una serie di opere squisite: il viaggio ebbe infatti un enorme impatto sulla loro arte. Nella fattispecie, la mostra “Gauguin & Laval in Martinica” è caratterizzata da dipinti caldi e vivaci, insieme a eccezionali disegni preliminari e grandi pastelli elaborati.  Da sottolineare infine come nelle loro opere, la Martinica sia un paradiso dove i problemi non esistono, in cui si sorvola quella che era invece la dura realtà quotidiana della vita sull’isola.

Edward Agrippino Margarone nasce a Caltagirone il 13 Giugno 1990. Cresce a Mineo dove due grandi passioni, Sport e Musica, cominciano a stregarlo. Il suo nome è sinonimo di concerto tanto che se andate ad un live, probabilmente, è lì da qualche parte. Suona il basso ed è laureato in Ingegneria delle Telecomunicazioni.

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