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“Salutami tuo fratello”, il libro di Marco Ligabue [Press]

MARCO LIGABUE

PRESENTA IL SUO PRIMO LIBRO
“SALUTAMI TUO FRATELLO”

Cronache spettinate di un rocker emiliano

IN LIBRERIA E NEGLI STORE ONLINE DALL’8 APRILE

 

Marco Ligabue appoggia la chitarra per un breve periodo e decide, per la prima volta, di raccontarsi a tutto tondo in un libro. È servito un lockdown per ripercorrere tutte le fasi della sua vita e metterle nero su bianco, in uno dei pochi momenti lontano dal palco e dai riflettori. Un racconto intimo e sincero tra vita privata, ricordi illuminanti, aneddoti ironici e tanto rock’n’roll.

“Uno spaccato piuttosto vivace – ci dice lo stesso Marco Ligabue – che spero vi faccia viaggiare con la mente: dalla mia infanzia passata al Tropical, la balera in cui siamo cresciuti, alla mia prima band musicale che rispecchiava un’epoca dove in Emilia si mangiavano cappelletti in brodo al ritmo degli AC/DC. Vi presenterò la mia combriccola, le fidanzate, la formidabile cuoca che è mia madre e torneremo indietro nel tempo per partecipare al primissimo concerto di Luciano, al memorabile live degli U2 a Modena ma anche per rimorchiare belle gnocche in Riviera Romagnola.” 

Trentatrè “cronache” che hanno come filo conduttore la musica.

Con una scrittura immediata e fresca, che si avvale di un gusto naturale per il racconto, Marco Ligabue, mette in scena situazioni quotidiane, avventure giovanili e imprese memorabili, arricchite da teneri racconti di famiglia. E tanti, divertentissimi episodi della vita da artista: perché forse nessuno mai, come lui, ha vissuto il palco da ogni lato, da fan, da addetto ai lavori, da musicista, da protagonista e da fratello di una rockstar.

Pagine intrise di calore e autenticità, dall’inconfondibile sapore emiliano, che scorrono via veloci lasciando il sorriso sulle labbra e la voglia, come accade per i bei libri, di conoscere e diventare amici del loro autore.

Abbiamo partecipato alla conferenza stampa di presentazione del libro, raccogliendo alcune dichiarazioni dell’artista:

Mancano i concerti, una mancanza fisica e mentale, ma sono contento perché è nato questo libro.

Sento molta curiosità legata a “Salutami tuo fratello”.

 

Questo libro non era in programma, ma è nato da uno spunto datomi da un giornalista, che mi disse: “Marco, hai vissuto una realtà particolare e tante sfaccettature che andrebbero raccontate.” Sono partito un po’ titubante, ma vedevo che, capitolo dopo capitolo, mi appassionavo sempre di più ed è stato anche un modo per aprirmi maggiormente. Avevo davanti tante pagine bianche nelle quali ho potuto approfondire molte tematiche, ripensando a una vita in cui quotidianamente c’era sempre questo refrain di “Salutami tuo fratello”.

 

L’artista racconta alcuni spaccati della sua vita che sono finiti tra le pagine del libro: Ho partecipato ad una maratona, nata da una promessa fatta a mio padre che in quel periodo lottava contro una bruttissima malattia. Volevo portargli la foto della maratona per fargli vedere che anche io avevo quella voglia di non mollare mai che è comune a tutti gli emiliani.

 

Mi piacciono le sfide, non sto troppo bene nella mia comfort zone, mi sono lanciato nella carriera da cantautore, da fratello di Luciano. Quando lo dissi ai miei amici me lo sconsigliarono, ma andai avanti lo stesso. Capisco che al posto mio chiunque altro si sarebbe dato al giardinaggio, ma ci credevo così tanto che ho resistito, come ho resistito in una serata in cui sono salito sul palco e 60 mila persone me ne hanno dette di tutti i colori mentre mi urlavano “Caparezza, Vasco”, alcuni mi facevano il gesto dell’ombrello, per non lasciarmi dubbi. A un certo punto mi è venuta fuori quella voglia di resistere. Ho detto alla platea: “Devo fare mezzora di concerto, ma giudicarmi prima, perché aspettate Caparezza e ho questo cognome, non ha senso!” Dopo cinque secondi di pausa, nella quale io e la mia band eravamo pronti a tutto, anche a scappare via, è arrivato un boato collettivo; a quel punto i dieci minuti più brutti della mia vita sono diventati i venti minuti più belli. È stata la prova del fuoco da frontman per me.

 

L’editore mi ha chiesto se volessi lasciare il nome e cognome delle mie fidanzate. La vita è fatta così, quando ci sono delle rotture queste ti lasciano un segno, serve tempo, ma poi arriva la voglia di riconquistare quel rapporto, anche come amicizia. Negli anni mi è piaciuto molto andare a recuperare dei rapporti. Con Melania, la mamma di mia figlia, ci siamo lasciati in un momento di grande disorientamento, ma ho cercato di recuperare il nostro legame per la felicità di mia figlia.

 

Il primo periodo in cui è esploso Luciano è stato un periodo fantastico. Vivevo a Correggio, c’erano solo pochi punti di ritrovo, al massimo si metteva su una band. Quando Luciano ha fatto i primi concerti ho cercato di supportarlo, facevo il giro dei bar e portavo la gente a sentirlo. Ho passato questi due-tre anni così, poi negli anni ’90 “Balliamo sul mondo” è esplosa immediatamente e mi sono trovato a veder arrivare a Correggio fan da tutta Italia, la nostra cassetta della posta scoppiava. Luciano faceva interviste e portava a casa discografici, giornalisti e personaggi dell’ambiente musicale, perché mamma Rina è sempre stata una cuoca eccezionale e casa nostra era meglio di un ristorante. In quel periodo mi ritrovavo mezzo mondo musicale a casa e mi si è aperta questa finestra gigante.

 

Ho cercato di vivere l’essere il fratello di Luciano nel migliore dei modi, mi ha dato delle cose incredibili. Ogni tanto c’è il rovescio della medaglia, quando te lo chiedono in maniera non troppo educata allora dà fastidio. Magari vado a suonare, la maggior parte del pubblico è venuta a vedere il mio concerto, non faccio in tempo a scendere dal palco e mi chiedono di lui, lì un po’ mi urta. Dopo due ore nelle quali mi sono fatto il mazzo, magari aspetta dieci minuti.

 

Durante la conferenza stampa abbiamo chiesto a Marco Ligabue se un capitolo del libro gli fosse costato più fatica o fino all’ultimo fosse rimasto in forse.

C’è un capitolo che parla delle attività di solidarietà, “Viola, c’è un mondo migliore”, a cui mi sono dedicato e sono stato un po’ indeciso se metterlo o no. Non è un libro celebrativo, non mi metto delle medagliette addosso, racconto più le sfide che ho avuto, le difficoltà. Mi sono posto il dubbio se parlare o meno di solidarietà, quando stavo raccontando a mia figlia quanto fosse importante fare qualcosa per gli altri, però non volevo che fosse un capitolo celebrativo. Ho avuto un dubbio fino alla fine, ma sono state esperienze così importanti e ne sono nati rapporti così belli, perché dietro queste attività ci sono le persone, che secondo me andavano raccontate. Ho sofferto un po’  per capire cosa fosse giusto fare, ma alla fine l’ho inserito.

 

A cura di Egle Taccia

Parte lunedì 10 maggio da Bologna il tour di “Salutami tuo fratello” nella meravigliosa cornice del PARCO DELLA MONTAGNOLA con la partecipazione di Andrea Barbi che ha sviluppato insieme con l’autore Marco Ligabue un’innovativa e divertente formula di presentazione del libro.

10 maggio BOLOGNA – PARCO DELLA MONTAGNOLA (Zona chiosco verde/azzurro)

per la Rassegna “La UBIK va al parco (con Frida)”

ore 18.30 con Andrea Barbi

15 Maggio PASSIRANO (BS) – CORTE COMUNALE(a fianco la biblioteca)

ore 17.30 con Maria Brognoli di Radio Bruno Brescia

Domenica 16 maggio SAN MARINO DI BENTIVOGLIO (BO) – VILLA SMERALDI
Museo della civiltà contadina, ore 18.00 con Andrea Barbi e Andrea Mingardi

Domenica 30 maggio BORGARELLO (PV) – STAND BIKE CAFFÈ
PARCO MAURICI, ore 18.00

Venerdì 4 Giugno PONTEDERA (PI) – VILLA CRASTAN
Via della Stazione Vecchia 3, ore 19.00

Martedì 15 Giugno MODENA – PIAZZA XX SETTEMBRE
ore 18.00

Sabato 19 Giugno FIRENZE – PIAZZA DUOMO
ore 18.00

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Egle è avvocato e appassionata di musica. Dirige Nonsense Mag e ha sempre un sacco di idee strambe, che a volte sembrano funzionare. Potreste incontrarla sotto i palchi dei più importanti concerti e festival d'Italia, ma anche in qualche aula di tribunale!

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