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No Trip

No Trip – “Lettere di viaggio” dalla A alla Z: E come Edimburgo

E di Edimburgo

Dicembre 2017.

“Mi piacerebbe molto andare a Edimburgo. Sai che c’è? Ci vado”.

A mezzanotte di un freddo venerdì sera di dicembre tocco il suolo scozzese. Prendo il primo taxi libero per raggiungere il mio alloggio: una cameretta di 2 metri per  3 in un appartamento condiviso, appena fuori dal centro.

Viaggiare soli, a mio parere, ha molti più aspetti positivi che negativi. Tuttavia, arrivare di notte in terra straniera porta qualche controindicazione oltre che essere argomento di conversazione con i primi autoctoni che incrociano il tuo cammino.“Are you traveling alone?”, “Don’t you get bored alone?”, “Is not safe to travel alone!” ma soprattutto “Where’s your husband?”.

Facciamo una premessa. Sono abituata all’accento inglese, a quello americano, a quello indiano, ma non a quello scozzese. Per i primi minuti ho fatto davvero fatica a seguire cosa mi stesse dicendo il tassista, eppure l’ultima domanda l’ho capita benissimo.

Il proprietario dell’appartamento: un vecchietto di età indefinita – in vestaglia e pantofole contexture rigorosamente scozzese – mi accompagna a vedere la stanza e mi regala qualche consiglio turistico. Domani gli darò ascolto.Tocco il letto e crollo.

La mattina seguente, vengo assalita dal bisogno di caffè. Esco. L’aria è fredda ma il cielo è azzurrissimo.
A pochi metri da casa trovo un piccolo bar. Il profumo di croissant è avvolgente. Ordino un cappuccino, verso cui non nutro particolari aspettative. Nell’attesa mi incanto guardando i passanti dalla vetrina. Sullo sfondo edifici gotici dalle ombre lunghe. Il cappuccino comunque era ottimo.

Mi avventuro nel cuore della città, rigorosamente a piedi. Costeggio un parco verdissimo, con un tappeto d’erba talmente perfetto da sembrare finto. Poi il cimitero, un posto suggestivo antico e discretamente fangoso. Infine mi addentro nel centro storico, fino al castello di Edimburgo. Lì, dall’alto, si vede il mare.

Arrivata l’ora del tea il sole è ormai tramontato, il freddo comincia a farsi sentire, ma l’odore di vino speziato inizia a scaldare l’aria. È quasi Natale e il parco di Princes Street è diventato un gigantesco mercatino natalizio, pieno di luci, colori ed esseri umani.

Per due giorni mi sono persa nella città. Ho visitato la Scottish National Gallery e il National Museum of Scotland, dove ho incontrato Gauguin, Monet ed il Canaletto. Mi sono arrampicata sulla vetta di Holyrood Park con la musica nelle orecchie, ho assaggiato zuppe bollenti, bevuto caffè take away e speso qualche ora in libreria sorseggiando tea caldo.

È stato solo un weekend, un assaggio, una passeggiata. Non so, Edinburgh, ma qualcosa mi dice che ci rivedremo presto!

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