Non è facile condensare in poche righe una stagione lirica che dura da oltre cinquant’anni, mantenendosi attuale nel creare malinconiche possibilità di riflessione.
E’ il caso della vastissima opera di Giovanni Maurilio Rayna, prelato attivo nel cuneese cha ha all’attivo una vastissima opera letteraria, tradotta in diverse lingue grazie alle immagini nitide da lui proposte a qualsiasi lettore, credente o meno. La grandezza delle sue poesie vuole quasi trascendere la vita terrena pur rimanendovi ancorata con immagini nitide. E’ un lavoro incessante sulla mente umana il suo, ma con un occhio di riguardo verso la poesia romantica ottocentesca, che ha nella natura la sua più ardente musa. Tuttavia, Rayna non insegue mode e non fa parte di nessuna ‘corrente’, semplicemente osserva con profondità ciò che lo circonda, trattando temi universali quali: la modernità, l’amore, l’ardore e la morte.
E’ semplicistico affermare che il linguaggio da egli utilizzato sia pura preghiera, è molto di più, è un insieme di versi che vogliono placare il caos delle nostre anime, dando una guida al viandante, senza paternalismi e pedanterie. Versi terapeutici in un periodo buio, come il nostro. Se il tema del ‘non visibile’ è molto caro all’uomo ed all’artista da sempre; nelle poesie contenute in: ‘Nel ricamo del tuo pensiero’ ci sono, invece, molti input per avvicinarvisi. Sono liriche sussurrate al vespro, melodiche… immaginiamo Rayna al cospetto della natura a lui tanto cara, novello Wordsworth o Coleridge, nel tentativo di trasmettere al lettore ciò che ha colto lui stesso, nell’osservazione. Splendidi ed evocativi, in questo senso, anche i dipinti di Domenico Moraglio che accompagnano l’opera.
‘…la natura quando muore canta!’
Recensione a cura di Emanuela Borgatta Dunnett