“In origine, prima che l’uomo nascesse,
potesse fare affidamento sulla propria conoscenza
e sulla propria natura da dominatore,
venne creato da una coppia di Dei, Aeval e Taranis,
un regno fiorente e maestoso
a cui venne dato il nome di Endymion.”
Inizia così “HERE, THERE AND EVERYWHERE” di Teresa Fabozzi (Habanero ed Erga edizioni), uno splendido esempio di narrativa fantastica dove i vizi e le virtù dell’animo umano si mescolano con elementi magici e naturali.
Moruadh, banshees, marmonani e stregoni sono solo alcune delle creature prese in prestito dalla mitologia per costruire un intero universo, con le sue leggi e il suo lessico.
Gli avvenimenti si muovono lungo tre direzioni, che danno il nome alle diverse parti del libro: sogno, incubo e allucinazione. Labirinti, mondi oscuri e magie straordinarie restituiscono ulteriore fascino al viaggio intrapreso dai protagonisti: un percorso di consapevolezza e di crescita personale che inizia e si conclude con il “libero arbitrio”.
“Nonostante si respirasse un’atmosfera magica e serena
tra Hack, il borgo, il mare e la foresta di Endymion,
vi era, ai confini di quest’ultima,
un luogo lugubre e pericoloso: le paludi.”
Teresa Fabozzi, nel prendere in mano un genere così “esigente”, ha un merito particolare: se il desiderio di rendere onore ai miti l’ha portata a costruire un racconto fatto di dettagli e citazioni, allo stesso tempo non ha mai messo da parte la volontà di raccontare sentimenti e circostanze comuni a tutti, per costruire un romanzo in cui i lettori potessero comunque riconoscersi.
Tra incantesimi e vite rubate, allucinazioni e sogni si potrebbe avere l’impressione, qualche volta, di avere un piccolo capogiro. La soluzione? Leggere, lasciarsi andare, guardarsi dentro e perdere la concezione dello spazio, godendo dei riferimenti ai protagonisti della letteratura mondiale e della musica, e agli ammiccamenti a chi, fra l’ucronia e il fantasy, ha costruito interi castelli.