L’album “Canzoni” di Jacopo Martini è un progetto di sei brani intimi ed eleganti che mostra la nuova direzione personale e artistica del cantautore, distante dalle logiche del mercato e dalle mode del momento e segnato da una sincera urgenza creativa. Un progetto nato dalla voglia di esplorare i propri pensieri, che ha visto la luce all’interno della casa del cantautore, in solitudine, a cui poi si sono aggiunti altri musicisti, appassionatisi al progetto dal modo in cui veniva raccontato dall’artista.
Abbiamo avuto la fortuna di partecipare alla presentazione del disco, con un live mozzafiato e suggestivo, ricco di strumenti e di talenti, tenutosi sulla terrazza della Universal in un pomeriggio di tarda primavera.
Il disco si distingue per un sound minimal e autentico, lo si può intuire dal titolo, che parla di canzoni come fosse un manifesto di qualcosa che si è perduto. Ed effettivamente è così. Ascoltando il disco, si trova quella consapevolezza di voler esprimere sé stessi più che di compiacere l’industria musicale, qualcosa che dovrebbe essere comune a molti e invece sta diventando sempre più raro. La produzione si concentra su dettagli sonori caldi, giri di chitarra, melodie rétro e delicate, arrangiamenti pop contemporanei senza troppi fronzoli, combinando voce, chitarra e strumenti acustici.
È come entrare sottovoce nelle corde più profonde del cuore di Jacopo Martini, in questo nuovo capitolo della sua carriera che segna una svolta significativa nel suo percorso musicale, in cui per la prima volta firma un progetto con il proprio nome anagrafico dopo esperienze precedenti come Jacomo Planet. Le tracce, volutamente artigianali, riportano a quel modo di fare musica autentico, con arrangiamenti minimali e dettagli sonori caldi, proiettati verso un pop dal sapore rétro ma sempre attuale, che ci ricorda che non è necessario ricercare il sound del momento per arrivare alla gente, che la semplicità è quello di cui abbiamo bisogno in tempi di musica iper-prodotta. Si sente anche la partecipazione dei musicisti che hanno collaborato al progetto, quel capirsi fino in fondo per raggiungere lo stesso risultato, in una condivisione profonda di note e di intenti.
Il disco è una raccolta di brani che mostrano come il timbro caldo e incisivo di Jacopo Martini si muove tra momenti di intima malinconia e lampi di improvvisa ironia. La ricercatezza del suono lo porta in una dimensione senza tempo, con sonorità che si distinguono per la ritmica, lo stile minimal ed il cantautorato leggero e senza fronzoli dei testi.
“Canzoni” si apre con “Cantare e bere”, un breve e suggestivo inno corale, dove l’artista sembra invitarci a festeggiare con lui, seguito da brani come “Mille Bugie”, romantico, quasi una lettera d’amore, che riporta agli anni ’70 per la raffinatezza della vocalità e degli arrangiamenti e “L’invidia”, brano dal ritmo martellante e inquieto, un sound strisciante che si insinua tra i tormenti del cantautore. Il pezzo “Gloria” apre il disco ad una musicalità più luminosa, un semplice giro di chitarra che porta verso sonorità corali, in cui l’artista mostra tutto il suo talento vocale, tra ironia e profondità espressiva, mentre “Polmonite” ci parla di qualcosa che frulla per la testa, su melodie delicate che accarezzano il brano. In chiusura “Maremma amara” mostra un gusto malinconico, utilizzando il dialetto toscano per dare un senso di appartenenza e ricordarci l’importanza delle radici.
“Canzoni” è lo specchio di un periodo di forti cambiamenti a seguito di una profonda introspezione, è una crisi nell’accezione più positiva che questo termine possa assumere. Martini dimostra di aver seguito una strada diversa e poco battuta, volta a raccontare sé stesso più che a cercare un pubblico ampio, quasi a volerci ricordare le nostre e le sue origini per dare un passo diverso alla sua musica e alla sua carriera. In questo modo è riuscito a pubblicare un lavoro universale che difficilmente subirà il trascorrere del tempo.
“Canzoni” è dunque un album che spicca per il coraggio e la capacità di raccontarsi arrivando a tutti, una raccolta di brani in cerca delle orecchie giuste e di cuori pronti ad accoglierlo, un manifesto di libertà artistica, sensibilità e maturità. L’album è perfetto per chi cerca una voce autentica, melodie avvolgenti e un’impronta personale.
A cura di Egle Taccia



















































