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No New – Sheddy ci parla del suo ultimo singolo Fer De Lance

“Pensano solo ai vestiti, vogliono stare nei giri, non so cosa vogliono dimostrare…”

Queste sono alcune delle parole con cui il rapper Sheddy, nel suo singolo Fer de Lance, condanna, senza mezzi termini, tutti quei personaggi che “usano” la musica per una facile gloria o per fare soldi facili

Un lavoro dal sound molto più diretto e duro rispetto al passato, che esprime il punto di vista dell’artista sulla contemporaneità, e sulla superficialità del vivere quotidiano. Dove anche la musica è vittima di un approccio troppo effimero da parte di artisti banali e producer senza scrupoli.

Ciao Edoardo. Ho avuto modo di ascoltare il tuo ultimo singolo “Fer de Lance” e mi viene da dire che hai deciso di andare giù duro sia con il sound che con le parole. Si percepisce che era qualcosa che avevi necessità di esprimere e che avevi voglia di toglierti un po’ di sassolini dalla scarpa. Da dove nasce questa critica così dura?

Salve NonSense, avete colto subito la necessità di esprimere questo pensiero e questo mio modo di vedere le cose. Il tutto è nato molto naturalmente, a essere sincero, da anni svolgo con massima dedizione la mia passione per l’Hip Hop e andando avanti ho notato un approccio troppo leggero verso questo genere, ormai vedo tanti che si mettono due collane, due vestiti di marca e escono dicendo io sono “un artista”. Per come la vedo io l’arte è un’altra cosa, la passione è un’altra cosa, se ti piace questo genere non significa che devi in ogni caso cercare di apparire, tanti dovrebbero limitarsi a rimanere dalla parte degli ascoltatori o per lo meno non uscire dicendo “questa è roba mia!”… perché sono solo copie, copie riuscite male. Di questo sarà garante il tempo; con il passare del tempo si vedrà quali artisti valgono e quali no.

In un periodo in cui il rap è decisamente il genere musicale che sta dominando le classifiche e i gusti delle masse, tu ti contraddistingui per aver mantenuto uno stile più crudo e meno incline ai compromessi. Come descriveresti in positivo e in negativo questa massificazione di un genere per anni relegato alle nicchie e ai piccoli locali di provincia?

Vorrei precisare che io sono un artista molto versatile, in Fer de lance ho mantenuto un approccio meno incline ai compromessi e poco conforme al 90% delle sonorità che si sentono in giro. Ora sicuramente per i concetti presenti e i modi con cui ho espresso i miei pensieri, non potevo restare nella “zona comfort”, dovevo farlo a modo mio come infatti è stato.

Finalmente l’hip hop si è affermato e sta dominando qualsiasi classifica, c’è stata una massificazione che ha sicuramente portato il genere a essere molto più diretto e leggero alle orecchie degli ascoltatori, quindi ha aiutato molto a incrementare il target di pubblico, al contrario, però, si è andato molto a perdere il vero concetto di lirica e soprattutto si sente molta meno tecnica nella scrittura, tecnica che per come la vedo io distingueva l’hip hop da tutti gli altri generi.

Recentemente la musica rap è tristemente salita alla cronaca per il tragico evento successo prima di una serata con ospite Sfera Ebbasta. Se ne sono dette tante e, dati i temi che tratti nei tuoi pezzi, sarei curioso di sapere la tua su chi attribuisce alla musica rap il marchio di infamia di essere la causa di quanto accaduto.

Sono veramente toccato e dispiaciuto per la vicenda di Corinaldo, i live devono rappresentare un’istante di felicità sia per i fan che possono interagire con i propri beniamini ascoltando dal vivo la loro musica, sia per gli artisti che possono concedersi anima e corpo al proprio pubblico.

Certe tragedie non dovrebbero mai accadere!

Però – a mio avviso – non si può attribuire al nostro genere musicale la responsabilità di una simile tragedia, sappiamo benissimo che l’hip hop riguarda soprattutto i giovani e che tratta spesso argomenti crudi… ma questo non c’entra con quanto accaduto.

Chi decide di gettare fango sull’hip hop è l’ennesima persona che non sa dove aggrapparsi, che è rimasta ancorata a 20 anni fa e non accetta i linguaggi e l’affermarsi di nuove generazioni.

Se fosse successa una simile tragedia ad un concerto pop più “tradizionale”, di un cantante classico nazional-popolare, vedreste che la colpa sarebbe stata attribuita soltanto ai reali colpevoli, senza tirare in ballo l’intero genere musicale o l’intera generazione dedita a quel genere.

Vedo molti pregiudizi su questa vicenda, anche se vorrei sottolineare che non scuso certi comportamenti e spero vivamente che la giustizia faccia il suo corso, individuando tutti i responsabili.

A te piace seguire le tue produzioni personalmente in ogni loro parte e i tuoi video sono sempre un supporto fondamentale per i messaggi che vuoi lanciare. Anche per decidere il mood dei tuoi video lavori da solo o ti avvali di qualcuno di cui ti fidi? Ad esempio come nasce il video del tuo ultimo singolo?

Amo molto seguire in prima persona tutto ciò che riguarda i miei progetti, dalla parte strumentale alla produzione video, fino alla promozione.

A volte lavoro da solo per decidere i mood dei miei video altre volte no, nel caso di Fer de lance ad esempio ho collaborato con un mio grande amico, Federico Grandolini, che mi ha fornito il concept del video per poi svilupparlo insieme al videomaker Nicholas Baldini.

Ricordo che stavamo ascoltando in studio il pezzo e avevo questa idea dei serpenti, così Federico propose di inserire gli stessi nel girato in maniera tale da averli sempre presenti nelle scene ma allo stesso tempo che io non me ne rendessi conto di averli intorno e devo dire che il concept è davvero azzeccato per il video!

Adesso stai lavorando a qualcosa di nuovo per il 2019? A quando un album e un tour?

Ora sto lavorando, sto lavorando come non mai prima d’ora, non so bene se nel 2019 uscirà un album, un EP o altro, so soltanto che sarà un anno pieno di musica, l’ho promesso a chi mi segue e così sarà.

Ho molti progetti che stanno agli sgoccioli, non manca molto al prossimo singolo.

Per quanto riguarda i live sto organizzando qualcosa di solamente mio, accompagnato da quei pochi di cui mi fido, dove avrò modo di riproporre molti miei progetti.

Domanda Nonsense: qual è il tuo piatto preferito che ti fa pensare subito a casa?

Bè, sono perugino, non posso rispondere nient’altro se non “Norcina”. Un piatto che amo con tutto me stesso e che ha il profumo di casa mia.

Intervista di Luigi Rizzo.

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