Il progetto Cooper Music nasce dalla pluridecennale collaborazione musicale e soprattutto umana tra il polistrumentista barlettano Alex Terlizzi e il chitarrista andriese Manu Paradiso, che si definiscono “fratello musica” l’uno nei confronti dell’altro. Quando hanno deciso di dar vita a un progetto personale in grado di fondere le loro diverse e affini anime musicali, si sono messi subito al lavoro per creare brani strumentali, con un approccio melodico e armonico comprensibile e non virtuosistico. Alex Terlizzi, come vocalist, ha inglobato comunque la voce in quasi tutti i brani, con vocalizzi, effetti vocali e anche beat-box, prestando il suo talento e la sua tecnica al servizio dell’armonia e del ritmo. Per questo il duo pugliese definisce le proprie composizioni come “pseudo-strumentali”, poiché la voce c’è ma non canta quasi mai “parole” bensì suoni, un po’ come era il linguaggio umano agli inizi dei tempi.
Presto i Cooper si sono resi conto che quello che stavano realizzando poteva sposarsi con la sonorizzazione di immagini e clip e hanno seguito quella direzione senza lasciarsene però troppo vincolare, per non mettere limiti alla loro creatività. Per questo, nella loro prima testimonianza discografica, “Oscillazioni”, pubblicata il 4 marzo 2022, delle 12 tracce solo due sono cantate e tra i brani vi sono anche due omaggi a due grandi artisti del panorama internazionale come Ennio Morricone e Pat Metheny.
Il nome del progetto è Cooper per sottolineare ancora una volta il forte spirito di “cooperazione” tra i due (e tra loro e i numerosi amici e colleghi che li accompagnano in questo viaggio artistico), ma anche perché, parlando di immagini e film, questo moniker richiama alla mente il noto attore Gary Cooper.
Le registrazioni e la produzione di “Oscillazioni” sono avvenute nel Fantasy Home Studio dello stesso Alex Terlizzi, che ha curato personalmente anche il missaggio e il mastering.
Intervista a cura di Teresa Fabozzi
Il nome del vostro progetto indica un forte legame: com’è nata questa collaborazione?
La nostra collaborazione nasce alla fine degli anni Novanta; ci siamo conosciuti sempre in ambito musicale, nello specifico accompagnavamo un artista pugliese, il cantante chitarrista Rio, che in quel periodo produceva i suoi brani per emergere nel panorama discografico di allora.
Cosa ha influenzato maggiormente la vostra musica?
Prendendo spunto dalla filosofia e dall’espressione “Noi siamo quel che mangiamo”, le nostre musiche sono la risultante della bella musica che abbiamo ascoltato nella nostra vita. Pink Floyd, Beatles, Dalla, Battisti, Bill Evans, Pat Metheny, George Benson e tanti altri: musicisti che hanno segnato delle innovazioni nella musica moderna, arricchendola di bellezza ed emozioni. In veste di fruitori ed anche “analizzatori” delle composizioni di questi artisti, abbiamo dato alla luce “Oscillazioni”.
Spaziate da un genere all’altro, tra funk, cantautorato e world music: cosa unisce e accomuna queste differenze?
Appunto il viaggio attraverso le emozioni dell’animo umano. Ogni genere può rappresentare un linguaggio e non solo dal punto di vista geografico, ma anche emozionale. Dall’energico funk, fino alla malinconica bossanova, raccontiamo alla fine alcune delle sfumature dell’emozione umana attraverso il viaggio della vita.
Cosa intendete comunicare a chi vi ascolta?
Che la bellezza, quella ricercata e vera, esiste ancora, e che nonostante la società attuale sia inondata di “bellezza” artefatta e superficiale, esistono ancora delle oasi felici in cui si può scendere nel profondo e farsi trasportare dall’immenso universo che l’uomo stesso rappresenta.
L’aspetto visual è importante per voi: come lo legate alle vostre sonorità?
Attraverso l’immaginazione. Vestiamo e arrangiamo le nostre melodie come se dovessero proiettare nella mente luoghi, ricordi, viaggi, colori e tutto quello che l’ascoltatore può immaginare, senza limiti. In particolare il progetto, ancora in evoluzione, è volto alla sonorizzazione di immagini e ne è la dimostrazione il nostro video clip “Un altro viaggio” in cui le nostre figure si intersecano con le immagini della natura: boschi, laghi, sole, ecc.
Come sta procedendo il vostro lavoro discografico? Avete modo di “rappresentarlo” in concerto?
Parallelamente a piccole presentazioni e mini-concerti in cui esponiamo piccoli estratti dell’album, stiamo mettendo su un vero e proprio live, cercando situazioni e location idonee per proporlo. In questa ulteriore ricerca purtroppo ci rendiamo conto di quanto il territorio offra pochi spazi per la musica indipendente, ma fiduciosi di quel poco che c’è, continuiamo imperterriti nella nostra mission.
Come vi definireste utilizzando solo tre parole?
Sinceri, devoti, semplici.
Domanda Nonsense: Pizza o Nutella?
Pizza, sicuramente meno “dannosa” della Nutella.