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Le pagelle della prima serata di Sanremo!

La Settimana Santa della musica è appena partita e immancabili arrivano le pagelle dei brani in gara. Quando si parla di Sanremo si sa che difficilmente ci troviamo di fronte a brani in grado di cambiare le sorti della musica italiana, ma quest’anno credo che si sia raggiunto il picco della banalità, soprattutto per quanto riguarda i testi di almeno la metà dei brani in gara. Forse un po’ di impegno in più lo si può rintracciare in qualche arrangiamento, ma poca cosa. Parliamoci chiaro, per metà dei brani stiamo rimescolando quella roba lì, cosa abbastanza assurda se andiamo a guardare il numero spropositato di autori di questi pezzi, che probabilmente non resteranno nella memoria di chi ascolta neanche per un quarto d’ora. Ma tant’è e ce lo dobbiamo fare bastare in attesa di tempi migliori, ciò non toglie che per gran parte della serata un’unica domanda ci è frullata nella testa: ma davvero non c’era niente di meglio?

Per la serie mai una gioia, quando ci trovavamo davanti a brani scritti bene ed originali, arrivava la regia a non ci farci capire una parola, con una cura dei suoni che neanche alla sagra di paese.

 

Ma bando alle ciance. Cominciamo!

 

Alfa – Vai! : Una specie di delirio country rodeo che ti scordi nello stesso istante in cui lo ascolti. Voto: Vai!

 

Ghali – Casa Mia: Se non conoscessimo Ghali e le sue capacità urleremmo al miracolo, ma questo brano, paragonato a successi come “Cara Italia”, vede l’artista in una versione più appannata, come se per l’occasione avesse puntato più a piacere che a tirare fuori la propria identità. Voto: Ci aspettavamo di più!

 

Negramaro – Ricominciamo tutto: La band salentina ha portato sè stessa sul palco ed ha spaccato, con un testo bellissimo ed un sound accattivante, che ci ha fatto saltare dalle sedie. Il brano arriva, è potente, merita il podio ma, visto che Sanremo è sofferenza, ci ha pensato bene la regia a rovinare tutto con dei suoni sbiaditi. Speriamo di rifarci nelle prossime serate. Voto: Mannaggia al fonico!

 

Dargen D’amico – Onda Alta: Medaglia al merito per averci ricordato in che contesto generale ci troviamo durante la manifestazione più plasticosa dell’anno. Il brano però non arriva e ci dispiace molto. Voto: Perché?

 

Diodato – Ti muovi: La classe finalmente arriva sul palco dell’Ariston e va bene così, la coreografia a sorpresa ci cattura, ma non è “Fai rumore” e si sente. In ogni caso il brano è intenso, originale e rispecchia la personalità dell’artista, tre cose abbastanza rare di questi tempi. Voto: Grazie di esistere!

 

Il Tre – Fragili: Brano dimenticabilissimo, uguale a centinaia, omologazione totale. Voto: No!

 

Click Boom! – Rose Villain: Ci aspettavamo che arrivasse sul palco e lo buttasse giù e invece no. Meglio degli altri, ma niente fuochi d’artificio. Voto: Ritenta!

 

Clara – Diamanti Grezzi: Arriva sul palco con un’eleganza rara, il brano è pura magia. La cassa dritta spacca ancora e Clara cavalca l’onda del brano da vera leonessa. Voto: Meraviglia!

 

La Sad – Autodistruttivo: Da loro ci aspettavamo la totale distruzione del palco e ci siamo trovati davanti ad una versione mezza punk di Kiss Me Licia. Li salviamo per il messaggio, ma per noi è un grande no. Voto: No, no e no!

 

Bnkr44 – Governo Punk: Brano catchy senza infamia e senza lode. Voto: Dimenticabilissimi!

 

Sangiovanni – Finiscimi: Con una mise da Mamma mi si sono ristretti i ragazzi arriva sul palco senza brano e senza interpretazione. Voto: Le faremo sapere!

 

Il Volo – Capolavoro: Quando sono arrivati sul palco ci hanno quasi fatto urlare al capolavoro, considerato quello che c’eravamo lasciati alle spalle, ma no, non lo è e non è neanche lontanamente avvicinabile a “Grande Amore”. Voto: Almeno erano intonati!

 

Fred De Palma – Il cielo non ci vuole: Ecco un altro brano che si dimentica mentre lo si ascolta. Voto: Cosa ci rimane?

 

BigMama – La rabbia non ti basta: In questa edizione è evidente che, salvo rare eccezioni, le donne hanno le proposte più interessanti. BigMama non delude le aspettative, arriva sul palco con un brano che c’è, radiofonico al punto giusto, raccontato con la giusta rabbia. Voto: Finalmente!

 

Santi Francesi – L’amore in bocca: Brano difficile, elettronico, con un’impronta e degli arrangiamenti interessanti. I Santi Francesi se ne fregano di piacere al primo ascolto e portano un pezzo che si discosta dalla media e ha bisogno di tempo per essere compreso, ma sicuramente c’è del lavoro dietro. Stanno cercando la loro strada, ma il percorso merita. Voto: Promossi.

 

Maninni – Spettacolare: Rispetto ai suoi coetanei porta un brano che sa crescere e ha le caratteristiche della canzone sanremese che piace. Un buon punto di partenza per arrivare nella prima metà della classifica. Voto: Puoi farcela!

 

Fiorella Mannoia – Mariposa: Il brano è orecchiabile e sicuramente la farà arrivare in alto, ma ad un ascolto più attento sembra frutto di uno scontro automobilistico tra Mannarino e De Andrè. Voto: La notte della taranta!

 

Renga e Nek – Pazzo di te: Il duo porta a Sanremo un brano da Sanremo. Se non fossimo nel 2024 ci potrebbe anche stare. Li premiamo per l’interpretazione ed il coraggio di presentarsi con una canzone d’amore alla vecchia maniera e riuscire a sembrare più moderni dei giovani. Voto: Coraggio!

 

Ricchi e Poveri – Ma non tutta la vita: Grazie, grazie e ancora grazie per averci ridato la vita a tarda notte. Ci hanno fatto venire voglia di tornare a Capodanno con cappellino e trombette, ma il brano sa di già sentito. Voto: Trenino!

 

Annalisa – Sinceramente: Quando ieri l’ho sentita ho pensato che fosse sotto la media delle hit che ha sfornato negli ultimi tempi, oggi invece sarò arrivata al centesimo ascolto. E niente, si è presa ancora una volta le classifiche e va bene così. Voto: Diva!

 

Geolier – I P’ME, TU P’TE: L’artista partenopeo porta sul palco quel brano che tutti i suoi coetanei avrebbero voluto scrivere, ma non ci sono riusciti. Sound cupo, testo ipnotico, rischia il podio. Voto: Bravo, ma potevi vestirti meglio!

 

Angelina Mango – La Noia: Il brano ha già diviso. Sarà il tormentone dell’estate. Unica pecca l’interpretazione che copia troppo Madame, ma usare la cumbia per parlare di noia è una genialata e quindi…Voto: Brava!

 

Alessandra Amoroso – Fino a qui: Che Dio mi fulmini ma il brano della Amoroso è sanremese al punto giusto e piace. Da premiare per il testo che tocca temi importanti come ansia, panico e depressione e non i soliti sole, cuore e amore. Ieri le è mancata un po’ di cazzimma, probabilmente per l’emozione. Rischia il podio anche lei. Voto: Vai e incazzati!

 

Mahmood – Tuta Gold: Mahmood non delude e arriva con la hit che spacca. Non ne sbaglia una e look e interpretazione fanno il resto. Si rischia la tripletta. Voto: Non richiamerò!

 

The Kolors – Un Ragazzo Una Ragazza: Io non so cosa hanno preso i The Kolors negli ultimi tempi, ma hanno sfornato un altro tormentone! Groove di basso pazzesco, tamarri al punto giusto, non ce li leveremo di dosso per un bel po’. Voto: Unz Unz!

 

Irama – Tu no: Brano acchiappa teenagers, meglio di molti altri, ma non spacca fino in fondo, rimanendo il classico brano sanremese senza troppo da dire. Voto: Che ti urli?

 

Mr. Rain – Due Altalene: Brano dimenticabilissimo, di una mediocrità disarmante. Voto: No!

 

Emma – Apnea: La nostra Emma mette da parte la sua anima rock e si butta sulla strada delle sue colleghe Elodie e Annalisa, e fa bene. Il brano, telecomando a parte, ha la botta e sicuramente dominerà le classifiche. Voto: Chiama l’avvocato!

 

Loredana Bertè – Pazza: Il brano ti arriva addosso come un treno in corsa, un vero e proprio manifesto femminista. Lei è la vera rockstar del baraccone. Ha già vinto tutto e se non la fate vincere vi bruciamo l’Ariston! Voto: E’ una minaccia!

 

Gazzelle – Tutto qui: Ci aspettavamo molto di più da chi ha scritto un manifesto generazionale come “Tutta la vita”. Il brano lo rappresenta, ma non vola. Gli manca qualcosa e ci dispiace, perché poteva veramente fare la differenza in questo festival. Voto: Dispiace!

 

A cura di Egle Taccia

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Egle è avvocato e appassionata di musica. Dirige Nonsense Mag e ha sempre un sacco di idee strambe, che a volte sembrano funzionare. Potreste incontrarla sotto i palchi dei più importanti concerti e festival d'Italia, ma anche in qualche aula di tribunale!

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