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No Report

L’Alcatraz di Cristo di Mobrici [No Report]

La festa di Mobrici all’Alcatraz è stata definita alla perfezione da un cartellone che girava tra il pubblico e su cui era scritto “L’Alcatraz di Cristo”, frase abbastanza azzeccata se consideriamo la scaletta tiratissima di 30 brani, i 5 ospiti che lo hanno accompagnato in questa avventura, la sua strepitosa band e un pubblico che conosceva tutte le canzoni a memoria e spesso sovrastava l’artista per quanto gridava forte i testi dei suoi meravigliosi pezzi.

 

Che si possa parlare di consacrazione della sua carriera solista è innegabile, visto il calore che l’ha accompagnato per tutta la serata e l’incredibile partecipazione del pubblico, che era uno spettacolo nello spettacolo. Il segreto del successo di questo artista è certamente la sua capacità di scrivere dei brani che entrano immediatamente in testa, non sono mai banali e raccontano le disavventure della vita con una profondità e sensibilità non comuni e in cui è facile riconoscersi e trovare le parole per esprimere i sentimenti che ci frullano dentro.

 

Tutto comincia con il Nessun Dorma della Turandot che anticipa l’arrivo sul palco della band e, subito dopo, quello di Mobrici. Si parte da “Vita sociale” che viene accolta con un’energia pazzesca. Ragazzine impazzite saltano e cantano il brano che risale al repertorio dei Canova, ex formazione di cui Mobrici era frontman e autore, grazie alla quale l’artista è riuscito a farsi largo nei cuori dei tantissimi fan arrivati da ogni parte d’Italia e d’Europa per la serata. Si prosegue con “Piccola” e “Luci del Colosseo”, tratti dall’ultimo album “Gli anni di Cristo”. Si torna nel passato con “Expo” e “Brexit”, mentre l’Alcatraz ormai è un delirio e andrà avanti così fino alla fine. È il momento di salutare il pubblico e Mobrici manda un bacio dal palco a tutti dicendo: “Vedervi è bellissimo, la scaletta è lunga e ieri mi sono arrivati dei bellissimi messaggi. Spesso non mi rendo conto di quanto possano arrivare lontano le canzoni” ed elenca una lista di nomi di fan che hanno raggiunto Milano dalle più svariate parti d’Europa. “La musica non è solo quella delle classifiche. A 19 anni venivo qui a sentire i Baustelle e Brunori. Noi stasera stiamo facendo della musica libera”. È il momento di uno dei brani più romantici, “Amore mio dove sei”, a metà del quale vediamo apparire sul palco il primo ospite, Vasco Brondi, che viene accolto da un boato. Le emozioni della serata sono fortissime, è un susseguirsi di brani amatissimi. Si torna indietro nel tempo con “Ramen”, seguita da “20100” con una dedica speciale alla sua Milano. “Portovenere” vede una sala sempre più scatenata, la seguono “14 sigarette” e “Un bacio” durante la quale appare Dente con cui eseguono un duetto strappalacrime. Si prosegue con “Ho capito che non eravamo”, sul finire della quale torna a parlare col pubblico dicendo: “Che bello che vi ricordate ancora queste canzoni. Se parliamo di vecchie canzoni ce n’è una a cui sono molto affezionato che è Santamaria”. Il brano viene accolto con enorme calore e il pubblico la canta fino a sovrastare l’artista che a un certo punto si rassegna divertito e fa cantare i fan. Mobrici scatta un selfie con il telefono di una ragazza sottopalco e continua ad interagire col suo pubblico, promettendo il plettro ad uno di loro, abbattendo le distanze. Il live prosegue serratissimo con “Anna Meraviglia” e “Luna”, tratti dagli album solisti. Torna a scherzare coi fan dicendo: “La cosa bella di stasera è che nessuno sa la scaletta, perché questa non è la data di un tour. Quella che seguirà è un’altra canzone a cui tengo moltissimo.” È il momento di “Per te”, seguita da uno dei brani più attesi della serata. Sul palco ci sono Frankie Hi-NRG MC e Willie Peyote per “Vermi”. Il pubblico impazzisce, c’è un’energia assurda all’Alcatraz che cresce di brano in brano. Si va avanti con “Figli del futuro”, alla fine della quale fa un applauso a Matteo Alieno che ha aperto la serata. Accenna “La felicità” al piano e poi esegue “Povero cuore”. “Questa è per voi che mi state vicini da un sacco di anni”: è il momento tanto atteso di “Manzarek”, uno dei brani più ascoltati dei Canova. Mobrici ringrazia Maciste Dischi, prima di dire al pubblico che questa sarà l’ultima data per un po’ di tempo. “Mi dava piacere rivedervi un’ultima volta e mi andava di girare un video stasera. Fatemi fare bella figura, perché questa cosa ce la vedremo forever!” E’ il momento di “Polvere”, l’ultimo singolo appena pubblicato. “Tassisti della notte” chiude la scaletta di questa strepitosa data. La band si ritira e torna poco dopo per i bis e un finale mozzafiato. Scherza sul suo cambio d’abito ed è il momento dell’ultimo ospite della serata, Gazzelle, col quale cantano insieme “Tutta la vita” accolta dall’incontenibile gioia del pubblico. Subito dopo l’Alcatraz si scatena sulle note di “Threesome”, poi Mobrici saluta dicendo: “So che non mi abbandonerete. In un momento in cui sembrava la fine sono successe un sacco di cose belle.” Il live si conclude con “La fine” e con l’abbraccio di Mobrici al suo pubblico.

Gioia probabilmente è la parola che meglio descrive le emozioni di questa serata, dove ci siamo ritrovati in tantissimi a cantare le canzoni di Mobrici, che spesso ci hanno fatto compagnia e hanno fatto da colonna sonora a tanti momenti delle nostre vite.

 

Che dire di questa serata! Magia pura!

 

Report a cura di Egle Taccia

Written By

Egle è avvocato e appassionata di musica. Dirige Nonsense Mag e ha sempre un sacco di idee strambe, che a volte sembrano funzionare. Potreste incontrarla sotto i palchi dei più importanti concerti e festival d'Italia, ma anche in qualche aula di tribunale!

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