Lucio Corsi è tornato lo scorso gennaio con un nuovo album dal titolo “Cosa faremo da grandi?” che vanta la produzione artistica dello stesso Corsi, affiancato da Francesco Bianconi e Antonio “Cooper” Cupertino. Un album che contiene 2259 parole, come lo stesso artista tiene a precisare, e rappresenta una conferma nel suo percorso artistico, che gioca tra cantautorato e glam rock. “Cosa faremo da grandi?” contiene nove bellissime e preziose storie di vita, piene di interrogativi sul futuro.
Intervista di Egle Taccia
Come ti vedi da grande?
Vecchio.
Come mai hai scelto questo titolo per l’album?
Perché è una domanda che non vuole risposta.
Ho visto che hai utilizzato strumenti insoliti, alcuni oggi considerati un po’ vintage. Che tipo di suoni cercavi per questo lavoro?
Mi sono ispirato alle ballate del vecchio cantautorato italiano e al glam rock degli anni ‘70.
Il disco contiene 2259 parole. Perché è così importante per te evidenziarlo?
Credo sia giusto specificare il contenuto dei prodotti.
Gli alberi possono scappare?
Sì, lo fanno di notte così da non doversi portar dietro le ombre.
Domanda Nonsense: Qual è stato il treno più importante che hai perso?
Non credo nell’importanza dei treni. Poi un treno è troppo grande come oggetto per poterlo smarrire.