Marco Mengoni ha portato a Catania il suo Atlantico Tour, tappa che si è triplicata a causa del trasferimento del live da Acireale al PalaCatania. Abbiamo partecipato alla serata conclusiva di questa trasferta siciliana, il 30 Novembre, serata in cui l’artista ha riproposto i suoi brani più celebri, alternandoli a quelli dell’ultimo album in studio “Atlantico”.
Si parte poco dopo le 21.00 con “Muhammad Ali”, uno dei più recenti successi di Mengoni, che viene accolto con un boato. A conclusione di “Voglio”, l’artista comincia a parlare con i fan, salutando Catania e spiegando che oggi si trova un po’ in difficoltà, perché questa è l’ultima data italiana di questo tour, che si è poi chiuso a Londra. “Festeggiamo in una regione che amo e so che molti di voi sono stati spostati dalla prima data ad oggi e vi ringrazio per la pazienza. È passato un anno dall’uscita di “Atlantico” e dieci dall’inizio della mia carriera e se sono arrivato fin qui lo devo a voi. Grazie! Grazie! Grazie!”.
Il pubblico accoglie con calore e a gran voce ogni brano dell’artista, che viene cantato a memoria da ogni angolo del palazzetto. In questa prima parte del live ascoltiamo brani quali “Ti ho voluto bene veramente”, “In un giorno qualunque”, “Dove si vola”, “Everest” e “Pronto a correre” sul cui finale si ritira per ritornare poco dopo sul palco con nuovi abiti di scena.
Spesso durante la serata si rivolge alla platea, raccontandosi. A questo punto del live, infatti, si siede accanto a un tavolo, che è prontamente arrivato sul palco, gli si avvicina il coro, e prima di passare al brano successivo confessa: “Questo è un argomento che scelgo molto spesso, sto arrivando alla soglia dei 31 anni e non mi vergogno a dire che è l’amore. Ultimamente va di moda diffondere odio e a me questo non piace. Penso che il diverso sia un valore aggiunto di questo pianeta e sono convinto che la bellezza e la gentilezza ci salveranno. Questo pezzo parla d’amore anche quando fa male.” Si tratta della sua versione di “Historia de un amor”, che viene accompagnata da una bellissima scenografia.
Sulle note di “Proteggiti da me” la voce dell’artista raggiunge le vette più alte e il pubblico lo acclama con un lunghissimo applauso per ringraziarlo della magia appena vissuta.
C’è clima di festa sul palco e tra gli addetti ai lavori dello spettacolo e così, dalla botola da cui abbiamo visto spesso apparire magicamente Mengoni, sbucano due tecnici con tanto di maschera da sub, che fanno sorridere l’artista, regalandoci un siparietto divertente.
Arrivano pezzi come “Guerriero”, amatissima dal pubblico, e poco dopo Mengoni si diverte a prendere in giro i fan, sedendosi al pianoforte ed intonando le prime note di “L’essenziale”, che però interrompe sul più bello per dire ancora qualcosa di importante: “Ci preoccupiamo spesso delle cose che stanno in superficie, senza però andare a cercare l’essenziale. Vi racconto un aneddoto. Ad inizio anno scolastico sono andato, insieme al sindaco di Milano, a consegnare delle borracce anti-plastica in una scuola elementare. Questi bambini erano bellissimi, era una scuola multietnica e loro erano felicissimi di averci lì. Abbiamo fatto le solite foto di rito ed io sono tornato a casa felice. Appena ho preso il telefono, quel pomeriggio, ho trovato 89 messaggi ed ho scoperto così, con enorme dispiacere, che il tema principale del giorno non era l’iniziativa bellissima a cui avevo partecipato, ma i miei capelli. Non ho riso per niente. Ci sono rimasto male, perché sono un essere umano e in quel momento mi sono domandato perché si fossero concentrati tutti su una cosa futile quale potevano essere i miei capelli, quando stavamo insegnando ai bambini il rispetto per l’ambiente. Ecco, quel giorno sarei voluto scomparire per far rimanere solo l’essenziale, quello che conta davvero”. Questa confessione è stata accolta con calore dal pubblico, che gli ha mostrato tutto il suo sostegno in questa disavventura.
Ci si avvia verso il finale dello spettacolo con “Hola”, “Esseri umani”, “Credimi ancora”, “Io ti aspetto”, “L’essenziale”.
Prima di congedarsi lancia un altro importante messaggio al suo pubblico: “Fare un tour è faticoso, l’unica cosa che mi riempie il cuore è vedere le persone davanti a me che si abbracciano. Provate a farlo anche fuori, perché sono convinto che gentilezza e bellezza salveranno il mondo. Non abbiate paura del prossimo.”
Lo spettacolo si conclude con una carichissima versione di “Somebody to love”, con una platea così affiatata e felice, che sembra non volerlo lasciare andare via.
Marco Mengoni col suo spettacolo ci ha inondati di buona musica, ma sicuramente ci ha anche fatto tornare a casa arricchiti e con una mente più aperta verso l’altro.
Report a cura di Egle Taccia