Immaginate di affrontare un volume di poesie classiche partendo da una prospettiva del tutto nuova. Versi che vengono presi in esame come mai prima. E’ quel che capita al cospetto dei libri di Julia Gordon-Bramer, autrice americana che ha deciso – grazie ad un lavoro decennale – di scostarsi dal credo accademico che circonda l’opera di Sylvia Plath (e la vuole costellata esclusivamente da richiami depressivo-suicidi) per darne una visione non solo più ampia, ma anche assolutamente rivelatrice.
La ‘decodificazione’ delle poesie contenute nella raccolta della Plath: ‘Ariel’ vengono analizzate una per una, all’interno di una raccolta di volumi che ha già visto due opere recensite in dettaglio: ‘Lady Lazarus’ e ‘Daddy’. I due volumi sono ‘figli’ di un’opera maggiore pubblicata nel 2014, intitolata: ‘Fixed Stars Govern a Life: Decoding Sylvia Plath’. Quel che più affascina scorrendo le pagine della Bramer è l’abilità chirurgica nel mostrarci fatti che avrebbero dovuto essere sotto gli occhi di ogni lettore/analizzatore attento della Plath, ma che risultano sfuggenti ad una prima lettura.
La chiave mistico-simbolica utilizzata per svelare i misteriosi arcani (è proprio il caso di dirlo, visti i molti richiami ai tarocchi!) nascosti tra i versi di Sylvia è non solo accattivante ma si pone al di là di ogni più rosea aspettativa da parte del lettore. Sono ‘segni’ innegabili della passione della poetessa americana per l’occultismo e per l’astrologia, passioni cui era dedito anche il marito poeta Ted Hughes ma che, dato il momento storico che non vedeva di buon occhio la pratica occultistica, furono represse dalla Plath durante tutto l’arco della sua vita.
La meraviglia di un lavoro così unico è che la Gordon-Bramer non intende insegnarci nulla, semplicemente svelarci una verità e guidarci alla scoperta delle prove che lei stessa ha trovato consultando archivi ed immedesimandosi nella poetessa, leggendo libri che le sono appartenuti, i suoi diari e le lettere. Un lavoro totalizzante che ha dato vita ad un’opera unica da lasciare a generazioni di studiosi e che – nel corso del 2018 – darà alla luce anche un volume biografico. Non occorre la chiaroveggenza per essere certi che sarà un’opera definitiva.
Recensione a cura di Emanuela Borgatta Dunnett