Un secondo disco già in preparazione ed un tour ancora in corso per promuovere l’album di debutto, Stare bravi, uscito nel novembre 2016 per Costello’s Records. L’artista in questione è Liede, nome d’arte del cantautore torinese Francesco Roccati, che riguardo al suo primo lavoro discografico afferma:
“Nove canzoni, per molti meno stati d’animo, uno o due al massimo.
Verrebbe da dire ansia e amore, a esser onesti, se solo non suonassero così melensi e telefonati messi uno a fianco all’altro. Ma tant’è.
Se questo disco avesse un odore, sarebbe quello dei bar di Vanchiglia e dei club di Sansalvario (quartieri Torinesi, ndr), dove il tempo passa veloce, senza che importi a nessuno, e gli eccessi, banali e canonizzati, fiaccano i muscoli. (…)”
“Stare bravi” è uscito circa un anno fa e siamo ancora qui a parlarne. La soddisfazione più grande che questo disco ti ha dato?
Esser chiamato al MIAMI, i passaggi su Radio Deejay e Radio2, il fatto che mi abbia aperto le porte di tanti festival la scorsa estate, che esista e faccia esistere Liede insomma. E che abbia fatto sembrare naturale scrivergli un fratello tra una data e l’altra.
Vale ancora la regola del “sorridendo passa tutto”?
No, direi di no. Qui non passa niente, sorridere è un vestito comodo per passare inosservati. I musi lunghi -sinceri- invece suscitano sempre interesse e invasioni di campo nella fondamentale sfera del “qui respiro io, tu respira un po’ più in là”. A detartrasi fatta, comunque conviene sempre sorridere, alla gente piace.
Pochi mesi fa hai aperto i live degli Ex-Otago. Cosa ti sei portato a casa da questa esperienza?
L’amicizia degli otaghi e della loro crew. Poi è stata una palestra, suonare chitarra e voce davanti a locali sold out fa bene ai muscoli, mi ha fatto crescere. E ancora, scoprire che pezzi di pubblico su e giù per l’Italia conoscevano anche il mio disco. È stato figo.
C’è nell’aria un nuovo disco, puoi svelarci qualcosa al riguardo?
Ho tanti pezzi pronti, provini. Sto facendo ordine, di certo posso dire che si farà. Non vedo l’ora di farveli sentire, sono contento del lavoro fatto finora, molto.
Quante ore riesci a trascorrere senza toccare uno strumento?
Non capita spesso. Poi adesso sto scrivendo, quindi non succede.
Domanda Nonsense: L’ultima volta che ti sei detto “da domani smetto”?
Lo dico talmente spesso che non ci credo più neanch’io. E infatti non smetto mai. Poi vorrebbe dire stare bravi no?
Intervista a cura di Cinzia Canali