Manca davvero poco a gennaio quando finalmente potremo ascoltare Lei ha una pistola, il nuovo disco dei Fargas, anticipato dal singolo Vacuità (il video è stato girato da Filippo Gatti, sotto la direzione artistica di Luca Spaggiari).
La nuova formazione del gruppo vede, a fianco di Spaggiari e Alberto Urbelli, Paolo Pagnoni e Francesco Zaccanti.
Com’è nato il progetto Fargas?
È nato tanto tempo fa, quando le major e le label indipendenti si distinguevano con facilità.
È nato con strumenti a basso costo in cantine poco insonorizzate, l’odore di fumo costruiva immagini solide e ci impregnava vestiti e capelli.
Le birre non erano acquistate dal pakistano ma nei supermercati a basso costo. Io scrivevo a casa poi si aggiustavano le musiche con il mio più caro amico che suonava il basso.
C’è un album in arrivo, cosa dobbiamo aspettarci?
“Lei Ha Una Pistola”, il prossimo album, uscirà a Gennaio 2018 su etichetta Private Stanze, edizioni Ala Bianca e distribuzione Audioglobe. È un album scritto in poco tempo ma registrato in diversi momenti distribuiti in due anni. Pochi strumenti e poche sovraincisioni, per una produzione che fa respirare, credo, un’aria non strumentalizzata dai gusti attuali, direi molto lontano quindi da ipotesi di successo di massa.
Per la prima volta, forse, un disco meno ermetico.
Forse.
“Vacuità”, il singolo che ha anticipato questo imminente lavoro, parla di un senso di vuoto positivo, visto quasi come una conquista…
Direi una giusta osservazione.
Il vuoto interiore è un punto d’arrivo, una purificazione.
Amici buddisti, dopo aver ascoltato il pezzo mi hanno spiegato il significato per loro di “Vacuità”. Vi invito a cercarlo ed a riascoltare il mio brano. I due mondi si sposano inconsapevolmente. Non sono infatti credente e coltivo male la mia spiritualità e nemmeno avevo mai letto saggi sul buddismo. Uno strano caso.
Per poter lavorare bene in gruppo è necessaria una certa sinergia tra i membri. Che tipo di cooperazione c’è tra di voi?
Dopo anni la formazione è cambiata. Paolo Pagnoni alle chitarre e Francesco Zaccanti basso e contrabbasso sono diventati i nuovi compagni di viaggio per me ed Alberto.
Per quanto riguarda questo ultimo album, Paolo e Francesco sono entrati in corsa, poco prima del missaggio, ma hanno dato ugualmente un importante apporto di finitura. Il resto lo abbiamo inciso io ed Alberto con qualche cameo di amici come Enrico Molteni (Tarm) , Renzo Picchi (nel dubbio) e Carmine Torchia. Questo per dire che con il prossimo lavoro avremo modo di testare al meglio la nostra sinergia compositiva.
In occasione di prove in studio per i concerti iniziamo sempre con l’attenerci al brano originale poi però prevale una nostra insopportabile tendenza ad improvvisare. Il capo banda dal vivo, Alberto, da dietro la batteria, solitamente ci riporta alle righe. Il privilegio di lavorare con ottimi musicisti mi lascia spazio creativo e possibilità di evasione, questo mi rende tranquillo e di discreto umore sempre. Credo modificherà molto l’impronta Fargas da qui a breve.
Nella scena cantautorale più recente c’è un artista che sentite più affine e con cui vi piacerebbe collaborare?
Amo molto sperimentare collaborazioni, anche con artisti cui non amo il lavoro. Specificato questo, direi quindi, sulla carta tutti e nessuno al momento.
Uniche eccezioni Carmen Consoli e Niccolò Fabi.
Domanda Nonsense: vinile o musicassetta?
Vinile, senza dubbio.
Preferisco recuperare ciò che rende giustizia alla musica e lascio perdere queste mode di basso profilo.
Intervista a cura di Cinzia Canali
Foto di copertina a cura di Francesco Zeno Boni