Al Metropolitan di Catania ha fatto tappa Carl Brave con il suo “Notti Brave a Teatro”, un live studiato per permettere all’artista di stare vicino ai suoi fan. Accompagnato da una band di tutto rispetto, composta da Simone Ciarocchi (batteria), Lucio Castagna (percussioni), Mattia Castagna(basso), Lorenzo Amoruso (chitarra), Massimiliano Turi (chitarra), Valerio D’Ambrosio (tastiere), Adalberto Baldini (sax), Edoardo Impedovo (tromba), Gabriele Tamiri (tromba), ha portato a Catania il suo repertorio, vestendolo di nuovi suoni.
Con “Notti Brave” prima e con “Notti Brave (After)” poi, ha ottenuto un successo dopo l’altro, riuscendo a coinvolgere nel suo disco grandissimi nomi della musica italiana. Coez, Franco126, Emis Killa, Federica Abbate, Gemitaiz, Giorgio Poi, Pretty Solero, Frah Quintale, B, Ugo Borghetti, Max Gazzè, Luchè, Francesca Michielin e Fabri Fibra, praticamente una sfilata di grandi nomi, riuniti per una serie di brani che vanno dal rap, all’indie, al pop.
Era prevedibile, quindi, trovare il Metropolitan completamente gremito di giovanissimi, che si trovavano in un ambiente quasi innaturale per loro e che hanno rotto gli indugi quasi subito accalcandosi sotto il palco e trasformando il teatro in un club.
Alzato il sipario, troviamo Carl Brave seduto in poltrona e illuminato da una lampada e restiamo affascinati dalla scenografia. Si parte con “Pub Crawl”, si prosegue con “Chapeau” e con i primi saluti. Guardando la platea dice ai suoi “Oggi sono tanti!”, poi si rivolge al pubblico e spiega: “Era un po’ strano fare questa roba a teatro, eravamo intimiditi dalle sedie, a una certa però vi dovete alzare, poi abbiamo capito che anche questa realtà era nostra e … Comunque”.
Una prof. appare sul palco e prende il posto in poltrona che era di Carl Brave, non era difficile immaginare il prossimo brano: “Professorè”. Arriva il momento del singolone “Fotografia”, che nella versione disco vede le ft. Di Fabri Fibra e Francesca Michielin, la cui parte viene eseguita da Valerio D’Ambrosio, che viene coinvolto sul finale in uno sketch a suon di ole col pubblico.
Ad un certo punto si mette di spalle con uno specchio in mano e ci canta “Pianto Noisy”, il pubblico non si tiene più ormai e nel teatro c’è piena anarchia. La sala si illumina con le torce dei cellulari su “Noi” per poi fare un “tuffetto nel passato” sulle note di “Polaroid” e proseguire con un medley che coinvolge “Alla tua” / “Sempre in due”/ “Tararì tararà” / “Noccioline” / “Pellaria”.
A questo punto dello spettacolo ormai è festa, il divertimento è alle stelle, l’artista si ritira mentre parte un parlato, unica nota stonata della serata, perché i volumi sono bassi e si fa fatica a capire. Ci si commuove sulle note di “Accuccia”, uno di quei pezzi che ti prende il cuore e ne fa poltiglia. Si va verso la conclusione con “un pezzo che parla di amicizia e si chiama “Termini”, dedicato a un posto dove c’è questa corsa frenetica per non perdere il treno o per scappare da qualcosa. Lì, però, ci sono persone ferme che cercano di sopravvivere e stanno a metà”.
Un finale col botto sulle note di “Posso” e “Malibu” e si va via con la certezza che Carl Brave è un vero animale da palcoscenico accompagnato da una band eccezionale.
Report a cura di Egle Taccia