Quanto è difficile raccontare “Contemporaneamente Insieme”, che vede sul palco Dente e Guido Catalano, senza spoilerarvi nulla, in modo da non rovinarvi l’effetto sorpresa, ma allo stesso tempo elencandovi tutte le ragioni per cui dovreste assolutamente andare ad assistere a questo spettacolo, che i due artisti hanno messo in piedi anche grazie alla regia di Lodo Guenzi.
Lo scorso 27 Gennaio sono andata a vederli al Ma di Catania, senza sapere bene cosa aspettarmi dal poeta e dal cantautore, accompagnata solo da una penna (indispensabile, non dimenticatela a casa) e da una misteriosa cartolina, che ci è stata consegnata all’ingresso.
Il primo a rompere il ghiaccio è Dente, che ci regala una delle sue più belle poesie in musica, “A me piace lei”, ma poco dopo arriva sul palco anche Guido Catalano e da quel momento in poi lo spettacolo entra nel vivo, con un dinamismo e una comicità innati. Il feeling tra i due è palpabile, nessuno ruba la scena all’altro, ma la condividono in maniera equilibrata. Sono tantissimi gli sketch che li vedono protagonisti, con un pubblico catanese in formissima, che spesso ha strappato loro qualche risata. Interessante anche la suddivisione della scena, con delle postazioni singole e un salottino al centro.
Canzoni che diventano poesie, poesie che diventano canzoni, il pubblico che diventa poeta e anche un improvviso arrivo di Gesù. Tanti i dialoghi rubati da Lodo, che ci hanno permesso di intrufolarci nelle loro vite. Un finale a base di utili consigli. È questo, in breve, quello che posso rivelarvi sullo spettacolo, volato via in un soffio, tanto è stato il coinvolgente.
Interessante ascoltare i commenti di quei fan arrivati per vedere all’opera il proprio beniamino e che si sono ritrovati ad andare via con la voglia di scoprire il percorso dell’altro, perché in fondo, due spiriti così affini non possono che avere ammiratori comuni.
“Contemporaneamente Insieme” continua con altre date. Vi consiglio di andare a vedere questo spettacolo, anche solo per scoprire perché Guido Catalano è così geloso di Brunori.
Report a cura di Egle Taccia