Gli Ex Otago stanno portando in giro per l’Italia il loro ultimo lavoro uscito a distanza di due anni dal precedente. “Marassi” racconta di quella Genova periferica di oggi, quella che i cantautori genovesi del secolo scorso non hanno conosciuto e raccontato. Ad ospitare la quinta tappa del tour a Torino è il Cap10100.
Sono le 9.30 e fuori dal locale la gente attende. Le file sono due, una per chi ha la prevendita e l’altra per chi acquisterà lì il biglietto. Entrambe sono lunghe e si sta ad aspettare per più di un’ora, la sensazione che il posto sarà pieno è più che reale. Ad aprire il live, con il pubblico già carico, è il rock dei torinesi Il Terzo Istante.
Direttamente da Marassi si parte con “I Giovani D’Oggi” che oltre ad aprire il disco apre anche il live, il pubblico la canta a squarciagola. Possiamo considerare questo pezzo un inno dei tempi moderni, l’inno di noi giovani di oggi definiti bamboccioni, giovani che non valgono un cazzo.
Sul palco troviamo diversi strumenti: due chitarre acustiche, una elettrica, un basso, due tastiere di cui una usata dal cantante e l’altra dal bassista, il basso e la batteria. Nel corso del live il bassista farà anche da chitarrista e si darà anche alle tastiere.
Parte, da uno degli album a parer nostro migliori “In Capo al Mondo”, “Amico bianco”, accompagnata da degli interessantissimi giri di basso. Atmosfera disco per “Giorni Vacanzieri” con la partecipazione di Willie Peyote. Ci si riposa con “Non molto lontano” e l’intima autodedica “La Nostra Pelle”.
Un complimento alla scena torinese e al Cap10100 e di contro una critica neanche troppo velata a quella genovese ci presenta “Gli occhi della luna” con un synth che crea un’atmosfera retrò. Dedicata a tutti, a chi parte, a chi ritorna, è la romantica “Costa Rica” che ci fa viaggiare e pensare a posti e ritmi esotici. Ultima prima della classica pausa di metà concerto è “Patrizia”. Il pubblico non si ferma e continua a cantare il motivetto incitando il gruppo a rientrare sul palco.
“Naufragando” li rivede sul palco con un coro e una chiusura acustica da brivido affidata solo alla chitarra. Sul palco gli Ex Otago hanno bella presenza e interagiscono parecchio con il pubblico scherzando sul dialetto cuneese. “Mare” si trasforma nella danzereccia “The Rhythm of the Night” e lì il Cap esplode. La bolgia continua con “Cinghiali incazzati”, poi quasi a luci spente partono le note di “Quando sono con te” accennate dal piano. Si chiude con quello che è la loro prima grande hit “Figli degli Hamburger”.
Nella giornata in cui, come ricorda il cantante, la Juventus perde al Marassi contro il Genoa, gli Ex Otago segnano un bel po’ di punti sul palco del Cap10100.
Report di Federica Monello
Foto di Emanuele Basile