“Ho sempre desiderato fare musica con i miei figli in concerto. Da quando sono piccoli ho sempre amato stargli vicino. Ognuno ha le sue particolarità. Ho sempre cantato per farli dormire. Seguendo percorsi diversi, tutti si sono avvicinati alla musica in un momento della loro vita”: Caetano Veloso spiega così le ragioni che hanno portato alla nascita di Ofertório il tour con cui il Maestre di Bahia, insieme ai figli Moreno, Tom e Zeca, sabato 13 luglio, ha incantato il pubblico siciliano nella splendida cornice del Teatro Greco di Taormina.
Ad aprire le danze ci pensa Mario Venuti che, per circa mezz’ora, alterna brani del suo ultimo album a classici come Fortuna. Ringraziando per aver avuto l’onore di aver preceduto colui che, da sempre, considera suo maestro di vita, Venuti lascia il palco pronto ad accogliere la famiglia Veloso: una scenografia minimalista, impreziosita dall’immagine delle rovine del teatro antico e da scorci di mare in lontananza, per un concerto volutamente in versione acustica, dimensione naturale dell’artista brasiliano.
Baby è il brano d’apertura di una scaletta che sarà occasione sia per riscoprire successi storici, come Reconvexo o Un canto de afoxé para o bloco do Ilê, che per apprezzare brani composti dai suoi tre figli, come Todo homem di Zeca al suo primo tour. Non c’è una gerarchia, l’eredità genitoriale non offusca l’immagine dei filhos, l’idea che arriva è quella di una grande festa di famiglia in cui Caetano Veloso fa solo da regista a tanta bellezza.
Per tutto il concerto, le voci di Moreno, Tom e Zeca accompagnano il padre a suon di chitarre, tastiere e piatti strofinati con semplici bacchette di legno. Moreno, il maggiore dei fratelli, attivo già da vent’anni, è quello che più di tutti mostra una maggiore sicurezza sul palco: è lui che esegue più brani e frequenti sono gli scambi scherzosi, le narrazioni di ricordi o aneddoti familiari col pubblico e con questo papà nei cui occhi si coglie tutta la soddisfazione per aver realizzato un sogno.
Si va avanti con A Tua Presença Morena, Um Passo À Frente , in cui Veloso padre si limita ai cori e a battere le mani, e Alexandrino il cui ritmo trascinante vede protagonista Tom, il più piccolo di casa, che si abbandona, scalzo, a una danza a cui vorremmo tutti partecipare. Arriva il momento di Ofertório e Veloso ci racconta che ha scritto questa canzone nel 1997 per i 90 anni della madre anche se oggi per lui, ateo, resta principalmente un omaggio alla religiosità dei suoi figli. L’emozione non scema con la successiva esecuzione di Força Estranha che ciascun membro di questa straordinaria famiglia contribuisce a rendere ancora più bella, se è possibile. Torna il ritmo e la voglia di muovere le anche con How Beautiful Could A Being Be, una specie di samba in inglese che Moreno ha scritto per il padre il quale, ballandola divertito, ci mostra quanto a 76 anni sia ancora in grandissima forma. Abbandonato il palco per pochi minuti, Veloso e figli tornano da noi: un lungo e commosso applauso accompagna l’esecuzione di Estate di Bruno Martino in memoria di João Gilberto recentemente scomparso.
Manca poco alla fine di questa bellissima festa; Moreno rende omaggio alla tradizione napoletana con Luna Caprese, poi, per concludere, arriva A Luz De Tieta: tutti in piedi a ballare e a battere le mani salutiamo la famiglia Veloso ed è subito saudade.
Laura De Angelis