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No Report – Un concerto pieno di emozioni quello del Volo a Taormina

Il Volo è tornato a Taormina riempiendo ancora una volta il Teatro Antico di fan di ogni età, arrivati nella cittadina siciliana per ascoltare il belcanto che il trio porta in giro per il mondo da dieci anni.

Sono le 21.30 quando si abbassano le luci e sulle note de “Il mondo” di Jimmy Fontana entra in scena Gianluca Ginoble seguito poco dopo da Piero Barone ed Ignazio Boschetto. Il pubblico li accoglie con un boato. Si prosegue con “L’amore si muove” e la cover di Don Backy “L’immensità”.

Una delle prime cose di cui ci accorgiamo è la modernizzazione dei suoni, più vicini al pop e al rock che ai suoni del belcanto all’italiana, cosa che meraviglia e fa ben sperare per il futuro della formazione, evidenziando come i gusti personali dei tre artisti stiano sempre più prendendo piede nei loro live.

Chi li conosce bene sa che i loro concerti non sono delle semplici esibizioni di ottime voci, ma sono ricchissimi di gag e intrattenimento, dato che i tre sono dei dominatori del palcoscenico, capaci di tenere alto l’interesse del pubblico sia con le loro voci che con la loro simpatia.

E così, poco dopo i primi tre brani, salutano il pubblico ricordando che sono ormai dieci anni che girano il mondo insieme: “Un bel matrimonio il nostro!”. Tra punzecchiamenti estetici tra i due siciliani, che scherzano per la perdita di peso di Ignazio e per le orecchie meno appariscenti di Piero, il pubblico sorride divertito.
Si torna a cantare sulle note de “La voce del silenzio” di Tony Del Monaco, salvo poi ascoltarli in tre brani in solitaria. Ci spiegano che questa scelta è dovuta alla scoperta di tre gusti musicali diversi che li hanno spinti a ritagliarsi nello spettacolo dei momenti in cui ognuno di loro porta sul palco un brano del cuore. Così Ignazio porta in scena “E penso a te” di Battisti, Gianluca la cover di Billy Joel “She’s Always a Woman” e Piero conclude con “La Tabarnera del Puerto: no puede ser” di Pablo Sorozabal.

Tornano in trio per la cover dei Blue “A chi mi dice”, per poi farci ridere con Gianluca che a forza di frequentare i due siciliani ha imparato la nostra lingua e ce ne dà prova parlando un po’ in siciliano. Ignazio e Piero parlano delle abitudini di Naro e Marsala e poi si ritorna a cantare con “Lontano dagli occhi” di Sergio Endrigo e il ricordo del duetto tra Frank Sinatra e Luciano Pavarotti sulle note di “My Way”, interpretata da Gianluca e Piero. Ignazio nel frattempo va in platea e, tornato sul palco, gli viene scoperta una traccia di rossetto sulla guancia, facendo partire così una nuova gag. Si prosegue con “Maria” tratta da West Side Story, interpretata da Ignazio e Gianluca, e poi si fermano a salutare le loro famiglie che sono tra il pubblico e che rendono questo concerto a Taormina ancora più speciale per loro.

È il momento di ricordare uno dei giorni più belli della loro carriera, l’esibizione a Firenze, in Piazza Santa Croce, insieme a Placido Domingo, che ricordano intonando “Core ‘ngrato” come tributo ai tre tenori.

Con loro sul palco c’è l’eccellente violinista Alessandro Quarta, che prima li accompagna sul loro singolo sanremese “Musica che resta” e poi rimane da solo a farci sognare sulle note di “Libertango” di Astor Piazzolla.

I tre tornano sul palco sulle note di “Arrivederci Roma”, per proseguire con un inedito a cui tengono particolarmente, perché pur essendo tre privilegiati che hanno modo di andare sempre in giro per il mondo, il loro lavoro ha una contropartita che è quella di stare a lungo lontani dai propri cari, a cui dedicano “Vicinissimo”.

Il concerto di questi tre favolosi ragazzi si avvia verso il finale con un momento magico e commovente. Ignazio rimane solo e mette da parte la sua simpatia per raccontarci che quest’anno ha avuto modo di guardare in tv la fiction su Mia Martini e di essere rimasto molto triste ed allibito scoprendo ciò che l’artista aveva dovuto subire, ma contemporaneamente felice di averla potuta conoscere meglio. Questo film gli ha trasmesso un grandissimo messaggio, ovvero che non c’è nessuno in grado di giudicare le vite degli altri, perché solo noi possiamo sapere davvero quanto valiamo. Impossibile, per chi conosce i veleni indirizzati alla formazione dall’ambiente musicale italiano, non fare un collegamento con quello che questi tre ragazzi hanno dovuto incassare negli anni. Forse per questo la sua interpretazione di “Almeno tu nell’universo” di Mia Martini si è colorata di emozione e si è interrotta con un lunghissimo applauso del pubblico, che ha portato Ignazio a commuoversi e a riprendere con la voce rotta dal pianto la conclusione del brano. Un momento da pelle d’oca che difficilmente i presenti dimenticheranno e che ha fatto arrivare in cielo anche un lunghissimo applauso per la nostra indimenticata Mia.

Difficile riprendere dopo un momento così, ma Gianluca ci porta a ricordare un altro amatissimo personaggio, Massimo Troisi, con la sua versione di “Mi mancherai” di Josh Groban, tema de “Il postino”.

Si prosegue con i ricordi e per Ignazio e Piero è il momento di dirci: “Mi piace osservarti mentre esisti senza di me”. La citazione è tratta da “Il cane di Terracotta” di Andrea Camilleri a cui dedicano l’intero concerto, immaginandolo ad osservarci mentre esistiamo senza di lui. La loro versione di “E vui durmiti ancora” è tutta per il Maestro e viene salutata con un lunghissimo applauso.

C’è ancora tempo per qualche ultimo brano come “Ancora” e “Io che non vivo”, poi per alleggerire la serata fanno i complimenti a Piero per la sua interpretazione in “Dumbo” di Tim Burton.

Ci salutano dicendoci che nel 2009 si sono trovati per la prima volta a cantare insieme, per poi cercare negli anni di arrivare a più tradizioni e culture diverse portando in giro il belcanto. Per questo è, quindi, impossibile non chiudere il concerto con “Nel blu dipinto di blu” di Modugno.

Li salutiamo cantando a squarciagola i loro brani “Grande amore” e “Musica che resta”.

Speriamo di rivedere presto Il Volo in Sicilia, una formazione capace di unire più generazioni grazie alla potenza della nostra tradizione.

Report a cura di Egle Taccia

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Egle è avvocato e appassionata di musica. Dirige Nonsense Mag e ha sempre un sacco di idee strambe, che a volte sembrano funzionare. Potreste incontrarla sotto i palchi dei più importanti concerti e festival d'Italia, ma anche in qualche aula di tribunale!

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