È Pasquetta e a Catania, per molti, questo giorno coincide con una splendida giornata all’aria aperta da trascorrere nella cornice dei Mercati Generali. Come da tradizione, ad accompagnare la giornata è previsto un live, affidato quest’anno alla musica del piemontese Andrea Laszlo De Simone, un solista, ma anche una band di sei elementi, che con l’album “Uomo Donna”, ha saputo convogliare intorno a sé un pubblico di ascoltatori amanti di quelle melodie eteree e psych tanto in voga negli anni ’70, grande epoca d’oro del rock. Prima batterista dei Nadàr Solo e successivamente nel duo Anthony Laszlo, si presenta in questa nuova veste portando in scena i suoi brani, ma anche tantissimi momenti strumentali, per un live dal sapore retrò, ma attualizzato in molti aspetti. Questo ponte tra passato e futuro, in una fusione di generi e di epoche, di strumenti analogici e moderni, è la caratteristica dei suoni dell’artista.
Un pubblico attento l’ha accolto e si è perso nel suo mondo, in uno spazio temporale non definito, ma certo lontanissimo dalla musica in voga al momento. E’ come se la psichedelia dei ’70 incontrasse i Verdena. I testi rappresentano spaccati di vita e d’amore raccontati come nella migliore tradizione cantautorale, quella di Battisti e di Mogol per intenderci, la cui influenza è fortemente percepibile nei brani. E così uno dietro l’altro ascoltiamo i brani di “Uomo Donna”, cominciando proprio con la title track, per proseguire con “Sogno l’amore”. Veniamo trasportati in un mondo parallelo fatto di suoni vintage e rarefatti. C’è anche un momento imprevisto, con il plettro che finisce dentro la cassa della chitarra, imprevisto che viene gestito con la stessa leggerezza che contraddistingue questo pomeriggio di festa. C’è un pubblico attento ad ascoltarlo, consapevole che in questo live le parole valgono tanto quanto la musica, che spesso prende il sopravvento per dei momenti in cui la band dimostra tutte le sue ottime capacità. “Vieni a salvarmi”, “Meglio”, “Solo un uomo” sono alcuni dei brani eseguiti, in un live, come dicevo, tanto lontano dalla musica in voga al momento quanto necessario per la sua bellezza, colonna sonora perfetta di una giornata di festa volutamente sognante e non urlata.
Report a cura di Egle Taccia