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Bilal, l’estro di una star della black music al Druso [Report]

Come definire Bilal Sayeed Oliver, in arte semplicemente Bilal? Un nuovo talento del r’n’b, del soul, del rap…? La sera di venerdì 15 novembre 2019 ci siamo recati dal Druso di Ranica (Bg) per toglierci la curiosità e conoscere dal vivo questo talentuoso musicista quarantenne ancora poco noto in Italia, nonostante una carriera ventennale e collaborazioni illustri con gente del calibro di Kendrick Lamar (celebre il feat. in “These Walls” dal capolavoro “To Pimp a Butterfly”), Jay-Z, Beyoncé, Erykah Badu, The Roots e tanti altri. Entriamo nel locale puntuali per gustarci lo show d’apertura, affidato alle Bag.Ladies: il duo nu soul bergamasco apre la serata con alcune interessanti rivisitazioni di classici soul contemporanei, proposti con una buona dose di hip hop ed una bella personalità che inizia a scaldare il pubblico, ottenendo tanti meritati applausi nella mezz’ora di tempo in cui il palco è affidato alle due cantanti Giulia Spallino e Carolina Pasinetti, ben supportate dai musicisti della sessione ritmica.

Si avvicina l’inizio dello spettacolo e ci guardiamo intorno un po’ preoccupati: il locale purtroppo si riempie per circa un terzo, ed è lecito come la possa prendere Bilal. La risposta non tarda ad arrivare, con la band che prende possesso del palco mentre il cantante fa il suo ingresso per ultimo sorseggiando qualcosa di caldo da una tazza. Elegante e trendy, Bilal indossa un bel trench che ricorda il look di John Legend e Marvin Gaye, mentre con l’altra mano regge un bastone in perfetto stile dandy: un saluto ad alta voce gli fa subito catturare la simpatia dei presenti, ed ecco che il nostro attacca subito sfoggiando un sorriso contagioso ed una voce che da subito suscita brividi lungo la platea del Druso.

Affiatatissimo con la band e felice dell’accoglienza calorosa ricevuta, Bilal sembra non curarsi dei pochi presenti, pensando solamente a cantare e a divertirsi sul palco: fra i brani proposti riconosciamo “Sirens”, “Sometimes”, “For You”, “I Really Don’t Care” e in generale quelli che rappresentano i classici del suo repertorio, ad oggi ancora fermo all’ottimo “In Another Life”, pubblicato nell’ormai lontano 2015. L’artista ci ha colpito per l’energia sprigionata sul palco e, soprattutto per un talento vocale versatile e tecnicamente perfetto, che gli consente di spaziare con agio e personalità fra i diversi generi della musica black e non solo. Istrionico ed estroso, Bilal si appoggia ad un formidabile trio di musicisti per incantare ed entusiasmare il pubblico con una voce capace di trasmettere emozione pura, scatenandosi a sua volta sul palco grazie ad una presenza scenica importante, che unisce brio e classe come solo i grandi maestri del genere sanno fare.

Soul, r’n’b, jazz, blues, hip-hop: Bilal con nonchalance passa da un genere all’altro, commistionandoli con nonchalance e regalando ai presenti uno show di rara energia, in cui sul palco non si risparmia mai continuando a dare la carica a tutti i presenti. Alle doti di trascinatore si unisce, come abbiamo detto, una tecnica vocale sopraffina: la dimostrazione di ciò ci viene data con un brano puramente jazz, la cover del classico “Naima” di John Coltrane. La performance dei musicisti sul palco è incredibile, con il trio chitarra/basso/batteria a dettare il ritmo mentre Bilal sostituisce con la propria voce il sassofono di Coltrane, con vocalizzi in grado di riproporre perfettamente i brividi ed il misticismo di questo canone jazz.

La serata procede alternando i diversi generi musicali, mentre il pubblico ascolta ora estasiato, ora muovendosi al ritmo delle splendide canzoni di Bilal, che dopo una quindicina di brani lascia il palco, venendo subito invocato per gli encore. L’artista apprezza e ricambia il calore espresso dal pubblico del Druso proponendo due classici che sorprendono tutti: dapprima colpisce con un ruvido canone blues, la leggendaria “Since I’ve Been Loving You” dei Led Zeppelin, interpretata ora con voce sporca, ora appassionata che cattura appieno l’anima del brano. Bilal si guadagna un’ovazione generale ma non è finita: la chiusura definitiva è affidata a “So Real”, il leggendario brano di Jeff Buckley interpretato quasi in estasi dal cantante di Philadelphia. L’emozione è fortissima e siamo tutti ancora in trance, quando realizziamo che gli artisti stanno uscendo rivolgendoci l’ultimo saluto.

È stata un’altra serata speciale e ricca di emozioni quella al Druso, che ricorderemo certamente a lungo: resta un po’ di rammarico per il fatto che Bilal non abbia avuto davanti a sé il pienone che un simile concerto avrebbe dovuto avere, ma non possiamo che uscire soddisfatti per aver presenziato allo show di un artista meraviglioso in grado solo di entusiasmare i fan senza mai risparmiarsi, che contiamo di riascoltare presto all’opera con un nuovo album di inediti.

 

 

Bilal e la sua band

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