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“Facile” è il nuovo album di Davide Boosta Dileo [Novità]

Davide “BOOSTA” Dileo

 

ESCE

FACILE

 

 

Un album strumentale, romantico, italiano

«la colonna sonora per il silenzio di chi ascolta»

 

 

ONLINE IL VIDEO DEL BRANO

AUTORITRATTO

con la partecipazione di Valentina Marchei

 

«Tutti quanti meritiamo una colonna sonora

Perché la musica è il collante della memoria più potente»

 

Il 30 ottobre è stato pubblicato “FACILE”, il nuovo album da solita di DAVIDE “BOOSTA” DILEO (tastierista e co-fondatore dei Subsonica) disponibile in formato CD, Vinile e su tutte le piattaforme digitali (per l’etichetta Warner Music Italy).

 

“Facile” è un disco che ha, nel suo DNA, la predisposizione ad accompagnare gli stati d’animo, perché Boosta, per primo, l’ha composto sfruttando il proprio«L’ascoltatore, come sempre dovrebbe essere, ne farà l’uso che preferisce  racconta Davide “BOOSTA” Dileo – La musica è importante. Forse non accenderà più rivoluzioni culturali e sociali come succedeva nel secolo scorso. Ma rimane uno degli strumenti più potenti di comunicazione. Con gli altri. Con sé stessi».

Abbiamo partecipato alla conferenza stampa organizzata per il lancio di “Facile”, nella quale Boosta ci ha condotti virtualmente all’interno del suo studio e si è lasciato andare a qualche confessione:

“Questo disco esce perché nel dramma della pandemia si è aperta una finestra di possibilità. La musica strumentale è una musica che mi ha sempre appassionato. Facendo il musicista per passione e stando nella mia piccola officina a suonare, ho sempre avuto una predilezione per il suono e per il concetto di colonna sonora, per cui tutto può avere un suono. Logicamente, con l’attività di gruppo dei Subsonica, questa parte di carriera probabilmente sarebbe cominciata tra 5-10 anni, perché i tempi sono sempre quelli disco-tour. Quando è cominciato il lockdown noi eravamo pronti per rimettere di nuovo i piedi sul palco e portare in giro nei club “Microchip temporale tour”, ma si è fermato tutto e l’astronave madre ha messo i motori al minimo. L’unica cosa che so fare, spero e mi auguro bene, è quella di fare musica, quindi ho preso la palla al balzo ed ho lavorato su questo, che è più un progetto di vita, dato che mi piacerebbe diventasse la seconda parte o una parte importante della seconda metà della mia esistenza, posto che duri un tempo lecito”.

 

“Mi auguro e continuo a credere che la musica sia magica, che ci sia un po’ di magia. Se fai canzoni hai necessità di osservazione, perché quello che scrivi è logicamente riferito a un momento storico, il testo si riferisce a qualcosa che vedi o che senti; la musica strumentale, invece, nasce semplicemente dall’esigenza di poter suonare con l’unico fine di fare qualcosa che ti faccia veramente stare bene. In fondo questa è una dimensione che più passano gli anni, più riacquisto o sviluppo, cioè quella di cercare di emozionarmi da solo, che è uno spostamento di baricentro fondamentale. Ogni tanto c’è il misunderstanding, tutti quelli che fanno questo privilegiato mestiere ci cadono prima o poi, di inseguire anche un po’ quello che succede, però più passa il tempo e più mi accorgo che non vedo l’ora di suonare delle cose che a me piacerebbe ascoltare e non quelle che vorrebbero ascoltare gli altri, questo non vuol dire essere presuntuosi, non vuol dire faccio la mia cosa e chi mi ama mi segua, però sono convinto che più si è onesti e più c’è la possibilità che qualcuno si affezioni a quello che fai. Io per primo. Se in qualche occasione l’ho fatto, come in fondo lo fanno tutti, adesso mi sono stufato di fare le cose nell’ottica del voler piacere agli altri. Vorrei sentire un disco di cui esser fiero e fiero di poterlo proporre, fiero di dire “senti che figata ho fatto”, e ci sto lavorando. È davvero un esercizio, non un esercizio di stile, ma un esercizio in modalità Vittorio Alfieri. Continui a scrivere, e in mezzo al mare magnum della scrittura la cosa bella è che ogni tanto ci sono queste scintille di magia, per cui metti le mani da qualche parte e suoni qualcosa che veramente ti emoziona, allora vuol dire che sei nel posto giusto e che stai facendo la cosa giusta”.

 

“Di “Facile” c’è che la musica ha una relazione con ognuno di noi assolutamente binaria, non importa se è difficile tecnicamente, impegnativa armonicamente o melodicamente, la musica è facile perché o ti dà qualcosa o non te la dà, basta. È uno strumento, è musica fatta con gli strumenti, ma diventa uno strumento di vita e questa è la cosa che mi appassiona tantissimo. Non importa il motivo per cui si scrive una canzone, un’opera, o si mettono dei suoni in fila per una durata di tre o quattro minuti, è importante che cosa diventa per le persone che la ascoltano. In questo senso la musica rimane sempre facile, per quanto difficile possa essere”.

 

“Pensandoci, questo è un disco per certi versi insicuro e rassicurante, perché è un disco abbastanza dilatato, perché anche se ha delle melodie, non sono mai melodie forti, arroganti, non è balbuziente, ma è piuttosto delicato, accennato, il tratto è ancora a matita e questo mi piace molto. Nella playlist lunga dei pezzi che ho scritto per questo album, che sono molti di più, ci sono delle tracce che effettivamente erano delle canzoni, fatte di armonia e melodia, con un rapporto ben definito. Mi sono accorto, compilando la tracklist del disco, che continuavo a togliere i pezzi più dichiaratamente pezzi, lasciando più spazio al suono. Tutto questo posso interpretarlo non come una mancanza di fiducia, ma sicuramente come l’ammissione di una mancanza di certezze, perché il momento storico è complicato, perché probabilmente umanamente, anche senza riferirsi in continuazione a quello che ti succede attorno, il riverbero di quello che sta succedendo c’è, e probabilmente non mi sento perfettamente definito, non penso forse di averne bisogno adesso o forse sono alla ricerca di un percorso, di una strada, e in tutto questo c’è quel senso di lastra sottile che da un momento all’altro si potrebbe spezzare. Non ho sentito il bisogno di mettere canzoni più dichiaratamente canzoni, perché non ne avevo bisogno adesso e vi giuro, ve lo posso giurare, avevo dei pezzi molto belli, ma non pensavo fosse questo il momento di pubblicarli e credo di essere stato molto onesto nel portare avanti questa mia scelta”.

 

“Facile” è un disco suonato con gli strumenti. Un racconto intimo, che non ha fretta né ansia. Composto, arrangiato e suonato interamente da “Boosta”, l’album è figlio delle ispirazioni e delle suggestioni scaturite nei mesi scorsi (tra i più strani e dolorosi per l’umanità) ed è cresciuto nel silenzio del Torino Recording Club, lo spazio privato di Boosta. Il disco contiene al suo interno 12 composizioni inedite nate dall’unione di melodie, pianoforti ed elettronica.

 

Questa la tracklist di “FACILE”:

  1. “Fiducia”
  2. “Lacrime di San Lorenzo”
  3. “Nella nebbia per mano”
  4. “Diva”
  5. “Sulle dita”
  6. “La danza delle api”
  7. “Una vecchia mappa”
  8. “Nello spazio abbracciati”
  9. “Autoritratto”
  10. “Amore per le geometrie”
  11. “Daimon”
  12. “Istruzioni per un abbandono”

 

Inoltre, è disponibile sui canali ufficiali di BOOSTA e di Warner Music Italy il video del brano “Autoritratto”, girato da Valentina Pozzi. Il video, visibile al seguente link https://youtu.be/kWS5tjoDsGY, vanta la partecipazione della grande pattinatrice artistica sul ghiaccio, Valentina Marchei, che per l’occasione si esibisce con i pattini in linea.

Davide “Boosta” Dileo, torinese, classe 1974 è un artista poliedrico con una carriera più che ventennale. Musicista, dj, compositore, autore e produttore, ma anche conduttore radio-televisivo e scrittore. Tastierista e co-fondatore dei Subsonica, band con all’attivo 8 album in studio – 8 dischi di platino, con più di 500.000 copie vendute – 4 cd live ed un’interminabile carriera dal vivo. Come autore e compositore ha realizzato, tra gli altri, brani per Mina quali: “Non ti voglio più”, contenuto nell’album “Facile” e “La Clessidra” contenuto in “Caramella”. Boosta è considerato uno dei migliori Dj italiani, inserito nelle più importanti situazioni elettroniche e con esperienza alla consolle dei migliori club, da Ibiza a Zurigo. Compositore di colonne per il cinema e serie tv, tra cui “1992” e “1993” prodotte da Sky. Dal 2018 è direttore artistico dell’etichetta Cramps Records di Sony Music.

 

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Egle è avvocato e appassionata di musica. Dirige Nonsense Mag e ha sempre un sacco di idee strambe, che a volte sembrano funzionare. Potreste incontrarla sotto i palchi dei più importanti concerti e festival d'Italia, ma anche in qualche aula di tribunale!

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