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“Lauro”, l’ultimo album di Achille Lauro [Press]

ACHILLE LAURO

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L A U R O

 

IL SUO ULTIMO ALBUM

 

“Da una panchina di una delle periferie più violentate di Roma all’Olimpo della musica italiana.

Dal degrado dei palazzi di Vigne Nuove ad una vita criticata e celebrata, sotto la luce dei riflettori.

La leggenda nera grava su ragazzi persi che diventano icone di una generazione.

Nessuna omologazione. Mai.

Solo eccesso, follia, libertà, disobbedienza.

Poesie scritte su pezzi di carta stropicciati, dove il buio è giorno e la luce è notte.

Chiacchiere e maldicenza che diventano bollettino quotidiano della vita di un ragazzo di strada.

Quella strada che diventa immagine da copertina.

Sempre fuori da generi musicali e mode.

Sprezzante delle classifiche che ti imprigionano in uno stereotipo.

Angelo nero vessato e sprezzato.

Rockstar lapidata dal gossip del volgo.

Madonna incoronata guardata con sospetto e vilipesa.

Menefreghista e indolente agli insulti, paracadutato sul più grande palco della musica italiana fino ad essere amato come una vergine sacrificale.”

 

 

Achille Lauro pubblica LAURO il sesto album di inediti in uscita il 16 aprile per Elektra Records/Warner Music Italy.

Solo Noi e Marilù introducono un album punk rock, grunge che alterna una tempesta d’animo per dare voce ai soli e agli incompresi.

Achille Lauro parla al mondo degli irrisolti, dei fuori rotta, dei falliti e così l’album fagocita vite, storie d’amore, riflessioni sul bene, sul male e ciò che sta nel mezzo.

Abbiamo partecipato alla conferenza stampa di presentazione del disco, raccogliendo alcune dichiarazioni dell’artista.

Il 2020 è stato un anno difficile che ci ha costretti a stare chiusi nelle nostre case. In questa emergenza sanitaria ho cercato di fare di questo disastro qualcosa di buono. Sono una persona che scrive tanto, perché quando ho qualcosa da dire la dico e quando ho qualcosa da dare la do e mi sono ritrovato ad avere un centinaio di fogli. Mi sono accorto di avere tanta roba dello stesso tipo e l’ho incasellata spontaneamente nei progetti side. Tutti dentro di noi abbiamo milioni di personalità e sensazioni.

 

Pensiamo che la musica sia solo mettersi un vestito, ma non è così. Ogni progetto si può vedere sotto tanti aspetti, qualcuno a volte vede solo la punta dell’iceberg. Prima di fare uscire qualcosa, la metto in discussione cento volte.

Sono cresciuto in una comune di ragazzi dove c’erano artisti di tutti i tipi e tra loro c’era sempre qualcuno che scriveva molto bene, quindi da sempre sono abituato a chiedermi se quello che tiro fuori sia all’altezza.

 

La copertina, dopo tutto quello che abbiamo fatto in questi anni, è una cover minimalista, al contrario di quello che chiunque si sarebbe aspettato da me. Era un quadro. Questa è un po’ la metafora della vita, come il gioco per bambini che in fondo rappresenta un impiccato. Non può perdere l’impiccato ed esserci tutto il nome completo, per questo c’è una “o” in rosso, che può essere letta in tanti modi. È la scelta di proseguire, di dire baro e vado avanti. È come un nuovo inizio, il rifiuto di una fine che c’era stata imposta.

Le lettere sono anche associate ai generi musicali che ho incarnato a Sanremo e che portano con sé dei concetti molto forti.

Tra quello che uno pensa e quello che arriva agli altri c’è sempre tanta strada. Il Glam Rock per me, ad esempio, rappresenta la scelta di essere tutto, di essere niente, di rappresentare qualcosa di teatrale. Il Rock’n’roll cosa ha rappresentato per la storia dell’umanità? Era la sessualità, il ballo a due, la voglia di cambiamento, di rinascita. La U è la popular music. In Italia è vista come una cosa di poco valore, frivola, come farsi un’idea sbagliata di qualcuno, per questo dicevo “Dio benedica gli incompresi”. Il Punk Rock, l’icona della scorrettezza, è il mio anticonformismo. La globalizzazione ha fatto molti danni e la musica ne ha risentito, la musica popolare sta scomparendo. I ragazzi di oggi non guardano più cosa possono fare, ma quello che funziona, e lo emulano. Per me è “Dio benedica chi se ne frega”. Io ho fatto sempre tutto il contrario di quello che si aspettavano da me nella mia carriera. Sono fortunato perché ho persone che mi danno fiducia, come la discografica, Amadeus e Fiorello. Classic Orchestra: non voglio parlare del senso della vita, ma delle volte vorrei anche non approfondire troppo gli argomenti ed entrarci in modo frivolo. Per me la musica è qualcosa di profondo, perché ferma le mie personalità. Gli elementi dell’orchestra sono persone che hanno studiato, nelle loro stanze da soli, il mistero della vita.

 

Potete ben capire cosa c’è dietro tutto quello che faccio, c’è un concetto ci sono delle ispirazioni, la voglia di portare qualcosa di più grande. Quando sento una canzone penso che abbia un colore. Quando chiedo a qualcuno che colore vede in quella canzone mi risponde quello che penso io, allora penso che sia vero che la canzone si può anche guardare. Ho in mente delle immagini che voglio portare a chi ascolta e da qui nasce la mia voglia di portare tutto quello che si guarda, su cui passo le notti.

Il mio progetto si racchiude nel non dormire la notte, svegliarsi presto ed essere ossessionati da quello che si ha. La musica mi ha insegnato a fare questo. Ho un team di persone selezionate da quanto amano il loro lavoro. Tutti quelli che lavorano con me amano quello che fanno. Siamo artigiani e quello che abbiamo fatto giorno dopo giorno, l’abbiamo fatto mattone su mattone. Tanti fallimenti fanno quello che siamo noi oggi. Bisogna capire quanto lavoro c’è dietro ogni canzone, non c’è mai nulla messo a caso. È difficile far capire alle persone i sottostrati su cui si fonda quello che si vede.

Chi ha avuto il piacere di fare un passetto in più per vedere quello che facciamo, oggi capisce quello che c’è dietro al nostro lavoro. 

Questo disco nasce in maniera spontanea, io scrivo e quello che trovate nei brani lo trovate anche nei miei libri.

 

A cura di Egle Taccia

Written By

Egle è avvocato e appassionata di musica. Dirige Nonsense Mag e ha sempre un sacco di idee strambe, che a volte sembrano funzionare. Potreste incontrarla sotto i palchi dei più importanti concerti e festival d'Italia, ma anche in qualche aula di tribunale!

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