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Mi Ami 2024, il festival dei baci e della musica bella nel weekend più atteso di Milano

Il festival dei baci e della musica bella. È questa la definizione che il Mi Ami, che quest’anno diventa maggiorenne, si porta dietro da quasi vent’anni. L’evento è un’istituzione a Milano, forse il più atteso nella capitale italiana della musica, perché è riuscito nell’intento di attirare target di spettatori differenti tra loro, dando spazio ad esperienze artistiche a volte fortemente divergenti. Non solo. Carlo Pastore, direttore artistico del Mi Ami, e i suoi collaboratori sanno anche ben prevedere il futuro, portando sui loro palchi sparsi per il Circolo Magnolia i “CBCR” della musica.

L’altra forza della macchina organizzativa del festival, il cui nome è tutto un programma (Musica Importante a Milano), è la possibilità di fare affidamento a sponsor, come Dr Martens – con cui il Mi Ami vanta un’alleanza consolidata –, Champion, Idealista e Jack Daniel’s, che non si limitano a contribuire alla sostenibilità economica dell’evento in cambio di avere il loro nome sui palchi allestiti. Per l’edizione 2024, Dr Martens ha creato uno stand dove poter vincere dei gadget, un po’ come Champion, che ha scelto, però, il gioco del “gratta e vinci”, e Jack Daniel’s, che ha previsto due vending machine dove tentare la sorte, inserendo un gettone e digitando il proprio numero fortunato. Il brand famoso per il suo Tennessee whiskey ha anche organizzato un workshop in cui poter costruire il proprio skateboard, marchiato a fuoco con il logo Old No.7, a partire dalle assi delle botti dove matura il superalcolico.

I palchi del Mi Ami quest’anno hanno visto artisti di ogni genere darsi il cambio per conquistarsi il pubblico – numerosissimo come sempre – e collaborare per uno spettacolo unico, come nel caso di Marco Castello, che, oltre ad aver presentato il suo progetto solista e quello de La Comitiva, capitanata da Erlend Øye, si è esibito insieme ai Selton e ai Tropea durante i loro live. Ce n’è per tutti, dal jazz al cantautorato al post-punk al rap, in tre giorni intensissimi terminati domenica 26 con la chiusura internazionale firmata Phoenix.

Il Mi Ami ha dimostrato, ancora una volta, l’energico potere della musica, che unisce, diverte ed emoziona, immergendo gli spettatori per tre giorni in una bolla magica. E che tristezza il lunedì mattina, quando la bolla, davanti alla routine che ricomincia e il ritorno alla realtà, scoppia.

Written By

Studentessa di Comunicazione per le Imprese e dottoressa in Economia dei Beni Culturali e Dello Spettacolo, ha 22 anni, ma al suo primo concerto era nel passeggino, mentre Ligabue urlava contro il cielo. "Il favoloso mondo di Amélie" è il suo film preferito, forse perché, come la protagonista, lascia la testa sulle nuvole, abbandonandosi a una realtà fatta di libri, musica, cinema, teatro e podcast.

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