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No Report – NELS CLINE- Un’esplosione cosmica al JAZZMI

L’enciclopedia Treccani è stata indispensabile per interpretare e aiutarmi a capire l’esibizione di ieri al Teatro della Triennale di Nels Cline per il JazzMi, la definizione che più è in accordo con il suo stile è quella legata all’inflazione cosmica: “Fase primordiale di espansione accelerata dell’Universo ipotizzata per spiegarne l’alto grado di omogeneità. La teoria dell’i., formulata nel 1981 dal fisico statunitense A.H. Guth (n. 1947), si propone di risolvere alcune difficoltà rilevate nel cosiddetto modello cosmologico standard, la teoria comunemente accettata della nascita ed evoluzione dell’Universo, ipotizzando una fase primordiale di espansione cosmica accelerata, anziché rallentata. Tale brevissimo periodo, iniziato 10–35 secondi dopo la nascita dell’Universo e durato intorno ai 10–30 secondi, sarebbe stato capace di moltiplicare il fattore di scala cosmico, cioè la distanza che separa due qualsiasi punti (galassie) dell’Universo, di un fattore superiore a 1030 volte, producendo un contemporaneo raffreddamento della materia primordiale”.

Leggendo queste righe qualcuno forse capirà la dimensione reale del live di cui sto parlando ma, fidatevi, anche così sarà difficile, forse impossibile, provare a capire perché questa immagine cosmica è senz’altro affascinante ma non rende giustizia ad un concerto che è un’esperienza al limite dei confini dello spazio e del tempo.

Cline è, in ogni suo passaggio, lucido, commosso, perfetto e accarezza la chitarra come una vecchia amica, coordinando tutta la sua big band che si muove in simbiosi con il suo chitarrista.

In ogni sussulto dell’esibizione la mia mente è stata sempre focalizzata su ogni singolo elemento del palco, avevo troppa paura di perdermi un passaggio, un accento, una pausa dove tutto poteva cambiare e rimescolarsi in questa esplosione cosmica che ha regalato alla folla una vera e propria radiazione, che si poteva captare, quasi toccare.

Nels Cline è un maestro Jedi che appare nel bel mezzo di una serata fredda a Milano.

Sul palcoscenico, durante l’esibizione, si ha la percezione che possa accadere di tutto, anche che si apra un varco dimensionale pronto a risucchiarci nel multiverso.

La sua orchestra è una meraviglia piena di esperienza e Q.I. musicale praticamente infinito dove anche i tanti ragazzi giovani mettono in mostra una capacità e una dedizione unica.

Non si può negare ad un cavallo selvaggio di trottare per le praterie e Nels sembra l’anello di congiunzione tra la terra aperta delle epopee jazz e il cielo psichedelico con colori indefiniti; nella sua esibizione non c’è solo grande prestanza ma anche intimità, umanità che attinge sempre, però, in un impeto di fondo pronto a sganciarsi contro ogni poltroncina del teatro.

Lo spirito della sua musica scivola tra le note e la notte, si impone su ogni goccia di umidità che fuori probabilmente sta cadendo. Una volta fuori decido di schizzare subito a casa, giuro ancora non capisco cosa è successo, l’unica spiegazione che mi viene in mente è l’inflazione cosmica, perché il Big Bang non può esser stato tanto diverso da questo.

Il 6/11/2017 sono stato travolto dall’uragano Cline.

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