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No Art

No Art – ESCHER: un viaggio all’interno di quella che è la mostra dell’anno a Catania

Una mostra di altissimo livello per uno dei geni indiscussi del ‘900. Un artista sui generis che amava dire “lo stupore è il sale della terra”, a cui si deve il merito di aver amplificato le possibilità immaginative della grafica e aver donato lo stupore, appunto, a tutti coloro che hanno osservato e osservano la sua opera dove tutto è connesso: scienza, natura, rigore analitico e capacità contemplativa.

Stiamo parlando di  Maurits Cornelis Escher, artista visionario olandese, le cui opere saranno in esposizione dal 19 marzo a Palazzo della Cultura di Catania.

Una mostra capace di lasciare letteralmente a bocca aperta il visitatore principalmente per due motivi:

– l’arte di Escher è un’arte che non accusa i segni del tempo dato che le nuove tecnologie digitali sembrano rincorrerla facendone propri i risultati e rendendo dunque il genio olandese vicinissimo a noi;

–  all’interno del percorso sono presenti giochi ed esperienze che permettono di entrare nel meraviglioso mondo dell’artista come protagonisti, ossia misurandosi attivamente con i paradossi prospettici, geometrici e compositivi che il grande artista pone in essere nelle sue opere.

Con oltre 200 opere complessive, la mostra è divisa in 8 sezioni: si va dalle prime che trattano i suoi esordi e l’intenso rapporto con Italia e Sicilia fino ad arrivare all’ultima fase della sua vita nella quale si dedicò a dei lavori su commissione. La mostra si chiude con “Eschermania”, la sezione che più di tutte fa capire l’importanza di questo artista totale  mostrandoci le influenze che ebbe sulla società  dell’epoca e su quella ad avvenire.

Prima sezione – Maurits Cornelis Escher: gli esordi

In questa sezione si ripercorrono i primi passi dell’esperienza artistica del giovane Escher che, pur deludendo le aspettative del padre, che lo avrebbe voluto ingegnere come lui, dimostra subito una spiccata capacità disegnativa. Apprezzata da Jessurun de Mesquita, incisore di cultura art noveau, l’abilità di Escher si va sempre più affinando, imparando rapidamente non solo la tecnica ma anche la dedizione al lavoro.

Seconda sezione – Escher, l’Italia e la Sicilia

Tuttavia, la formazione di Escher non sarebbe stata completa se non ci fosse stato il soggiorno in Italia che completò la personalità dell’artista e gli offrì le prime opportunità di lavoro, come la prima personale a Siena nel 1923 e la realizzazione degli Emblemata (tutti esposti in mostra) che costituivano un libretto di motti illustrati, concepito insieme al grande storico dell’arte olandese Godefridus Johannes Hoogewerff, suo amico ed estimatore. Qui si pone l’accento sugli stimoli che il paesaggio italiano, la natura e la storia del Bel Paese, ebbero sulla fervida mente dell’artista, con particolare riferimento alla Sicilia e a Catania. Per l’occasione, in questa sezione è stata affiancata un’inedita selezione di opere prodotte da Escher durante i vari soggiorni in Sicilia avvenuti tra il 1928 e il 1936. Proprio nel Sud Italia e nell’isola in particolare, l’artista maturò buona parte di quelle idee e suggestioni che caratterizzano, nel segno della sintesi tra scienza e arte, la sua matura produzione e gli studi sulle forme che lo hanno reso celebre.

Terza sezione – Tassellazione

È in questo segmento della mostra che si affronta il tema della tassellazione che rivela subito le radici art noveau di Escher. Nella sua foga didattica Escher, che teneva conferenze e dimostrazioni per spiegare in cosa consistesse la divisione regolare del piano, realizzò un vero e proprio libretto uscito nel 1957, corredato da incisioni originali esposte in mostra insieme al testo originale. La sezione si conclude con un filmato che sottolinea come fra l’opera di Escher e la musica di Bach ci fosse una profonda affinità, perfettamente nota all’artista.

Quarta sezione – Metamorfosi

Un altro importante aspetto affrontato da Escher è la riflessione sul mondo: la trasformazione di una forma in un’altra che trova la sua massima espressione nel celebre capolavoro intitolato Metamorfosi II (1939). La grande xilografia affronta così il tema quello della trasmutazione di un’immagine che, senza soluzione di continuità, lascia il posto a un’altra che deriva dalla prima, in un percorso circolare.

Quinta sezione – Struttura dello spazio

Quel che affascinava Escher era sondare la “Struttura dello spazio” ed è per questo che a un simile tema è dedicata un’intera sezione, dove gli approcci si declinano secondo le diverse problematiche: la prima riguarda le “superfici riflettenti” (a cominciare da quella curva e specchiante di Mano con sfera riflettente); si passa poi alla struttura dello spazio vera e propria, ben esemplificata dall’incisione Profondità II (che troviamo in mostra trasformata in un ambiente reale e percorribile in una prospettiva reiterata); completano il percorso i temi dei nastri e dei solidi geometrici.

Sesta sezione – Paradossi geometrici

La sezione affronta il tema del passaggio dalle due alle tre dimensioni. Il paradosso e, soprattutto, la sfida è riuscire ad arrivare a ottenere l’effetto illusivo senza debordare dal limite del foglio, ovvero suggerire l’effetto realistico di questa trasformazione, disegnando e incidendo qualcosa che inganni l’occhio, come le incontenibili Tre sfere, o le tautologiche Mani che disegnano o, ancora, il Drago impossibile che annoda con se stesso il suo collo di carta. Sono queste le premesse indispensabili per accedere al paradosso dello spazio di Escher, quello di Altro mondo, di Su e giù e di Relatività.

Settima sezione – Lavori su commissione

Come tutti gli artisti, però, la produzione di Escher non passa solo da grandi opere: questa sezione è quindi dedicata ai “Lavori su commissione” che vanno dagli ex libris (foglietti che si usava inserire nei libri appartenenti a una stessa biblioteca privata), fino ai biglietti d’auguri, alle copertine dei libri, alle illustrazioni o ad altre commissioni occasionali. Il fatto straordinario è che la qualità di questa produzione non diminuisce affatto rispetto a quella delle grandi opere.

Ottava sezione – Eschermania

La grandezza di un artista si misura anche dalla capacità d’influire su altri artisti, come pure sulla società circostante. Per questo la mostra si conclude con la sezione intitolata col neologismo di “Eschermania”. La lezione di Escher, infatti, ha dimostrato che questi due parametri sono stati pienamente soddisfatti. La sua arte è uscita dal torchio del suo studio per trasformarsi in scatole da regalo, in francobolli, in biglietti d’auguri; è entrata nel mondo dei fumetti ed è finita sulle copertine dei 33 giri incisi dai grandi della musica pop. Ma ciò non basta: la grande arte di Escher ha influito più o meno direttamente su altre figure di rilievo dell’arte del Novecento: Optical Art e una lunga schiera di seguaci che ancora oggi guarda alla sua produzione come a quella del loro maestro.

Edward Agrippino Margarone nasce a Caltagirone il 13 Giugno 1990. Cresce a Mineo dove due grandi passioni, Sport e Musica, cominciano a stregarlo. Il suo nome è sinonimo di concerto tanto che se andate ad un live, probabilmente, è lì da qualche parte. Suona il basso ed è laureato in Ingegneria delle Telecomunicazioni.

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