Cosa c’è dietro un album capolavoro come “Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band” dei Beatles? Perché quest’opera ha segnato un importante spartiacque nel mondo della discografia? Sono molti i libri e gli studi realizzati nel corso degli anni a proposito dei Beatles, ma perché non chiedere direttamente ai protagonisti come andarono le cose, in quei lunghi mesi in studio fra il 1966 ed il 1967?
Ecco che viene in nostro aiuto il “quinto Beatle” Sir George Martin che, nel 1995, decise di mettere nero su bianco i ricordi di alcuni dei mesi più memorabili della sua vita di musicista/produttore, oltre che della storia della musica pop rock.
Nelle 250 pagine di queste memorie, Martin ci racconta quel periodo senza dimenticare nulla, con dovizia di particolari, humour ed un pizzico di nostalgia. La lettura risulta piacevole ed interessante proprio perché, seppur incentrato sulla realizzazione del “Sgt. Pepper”, questo testo racconta tutta la vita di Sir George con i quattro musicisti di Liverpool dagli esordi al 1967.
L’autore riesce quindi a rappresentare l’affresco di un’intera epoca, raccontandoci gli esordi dei Fab Four, il rapporto con loro e la crescita artistica reciproca avuta in quegli anni: Martin, da musicista di gran classe, è infatti particolarmente attento all’aspetto musicale compositivo e tecnico, mostrandosi tuttavia un ottimo divulgatore, in grado di far comprendere ed apprezzare anche ai lettori meno esperti le soluzioni tecniche adottate per realizzare l’album, facendo spesso raffronti e considerazioni interessanti fra le difficoltà dovute all’utilizzo dei mezzi tecnici utilizzati negli anni ’60 – che hanno costretto tutto lo staff ad aguzzare l’ingegno per ottenere i suoni e gli effetti desiderati dai Beatles – e le soluzioni digitali di più facile utilizzo dei tempi più recenti.
Il libro non si esaurisce tuttavia nel fatto di aver dedicato un capitolo alla composizione di ognuno dei brani presenti sull’album, alla realizzazione della leggendaria copertina e alla fase di mixaggio: Martin traccia infatti un ritratto umano molto accorato di ognuno dei quattro baronetti, definendone tanto la personalità quanto la crescita psicologica ed artistica avvenuta negli anni passati insieme.
Fu difatti un periodo complicato per la band, quello fra il 1966 ed il ’67, con la beatlesmania al massimo del fulgore, la logorante vita continuamente in tour, le esperienze psichedeliche, l’abbandono delle esibizioni dal vivo ed i conseguenti problemi con la Parlophone ed il manager Brian Epstein: la risposta della band ad una realtà divenuta ormai scomoda ed insostenibile consistette nello stupire pubblico, critica e discografici, pubblicando un album unico a ancor oggi stupefacente come “Sgt. Pepper” dopo vari mesi di lavoro ad orari assurdi.
Con questo racconto delizioso, Sir George Martin porta il lettore a rivivere in prima persona un periodo straordinario per la storia della musica, grazie ad una narrazione appassionante e dettagliata che non si limita a facili nostalgie, quanto a rappresentare quel periodo di fervore creativo anche dal punto di vista storico e sociale.
Una lettura entusiasmante e ricca d’interesse, consigliata sia agli amanti dei Beatles, sia a chi volesse leggere un’interessante testo di storia della musica.