E’ stato inaugurato a fine ottobre, a Roma, il più grande murales d’Europa realizzato con pitture eco-sostenibili che purificano l’aria come 30 alberi. Voluto da Yourban2030, una no-profit al femminile guidata da Veronica De Angelis, è stato realizzato da Federico Massa, un artista milanese di base a New York, conosciuto anche come Iena Cruz, che noi abbiamo avuto il piacere di intervistare.
Per te, Federico, l’arte è un fine o un mezzo? Mi spiego meglio, attraverso la realizzazione di un’opera arrivi a un obiettivo (filosofico, intellettuale o personale) o attraverso una riflessione intima arrivi alla realizzazione di un’opera?
Per me l’arte è sia un fine che un mezzo. Non posso raggiungere un obbiettivo senza passare attraverso una riflessione intima, data da tutto ciò che mi circonda: persone, culture, esperienze personali, fatti e problematiche del mondo in cui vivo. Tutte queste contaminazioni mi formano, come persona e come artista.
Le mie opere hanno come obbiettivo la riqualificazione urbana. Il messaggio intrinseco a ciascun lavoro, spesso velato dalla composizione armoniosa e dalla scelta di colori vivi, è quello che ci sono problematiche ambientali sulle quali riflettere e ci sono piccole e grandi azioni che l’individuo può intraprendere, come essere umano.
Cosa ti ha spinto a occuparti di street art?
Sin da piccolo sono stato attratto dalle scritte sui muri della mia città natale, Milano. Ho iniziato a fare graffiti nel 1997 con lo pseudonimo “Cruz”. Dopo un viaggio a San Francisco, nel 2005, ho scoperto il mondo della street art, che mi ha ispirato nella realizzazione di un logo tipo, la siluette grafica di una “Iena Ridens”. Questo logo tipo mi ha seguito e ha caratterizzato la produzione e l’evoluzione pittorica delle mie prime opere. Nel 2010, con il mio arrivo a NYC, i due nomi si sono fusi. “Iena Cruz” è il risultato della mia evoluzione artistica e personale, a partire dai graffiti classici, per poi passare alla street art, per arrivare a NY, a realizzare murales di grosso formato.
Fino a poco tempo fa si pensava che le cose che fanno bene non potessero essere belle o affascinanti. Il tuo murales fa bene quanto 30 alberi ed è straordinariamente bello. L’arte è una via per educare il pensiero di una società? E’ una via per sovvertire l’ordine delle cose?
L’arte è da sempre un mezzo per raccontare la società odierna. Attraverso l’arte, in tutte le sue forme, tramandiamo storie, culture, bellezze e orrori. Si può educare solo chi è abbastanza sensibile e ricettivo da cogliere il messaggio, qualora ci fosse, e farne un proprio bagaglio culturale. Sicuramente attraverso l’arte si ha un canale più diretto per esprimere un messaggio; la public art ne è un esempio concreto, perchè fruibile da tutti, senza alcun tipo di discriminazione.
C’è un’opera artistica che ha avuto su di te questo effetto?
Ci sono state tante opere che mi hanno insegnato e ispirato nel mio percorso artistico, e tante che ancora mi insegneranno e ispireranno. Sono un artista in continua ricerca evolutiva personale. Non mi sento competitivo, se non con me stesso, e tutto quello che mi circonda può essere fonte di forte ispirazione
Cos’ha significato per te realizzare questo murales? Quali sono le criticità che hai incontrato e di quanto tempo hai avuto bisogno?
Questo murales ha significato molto per me: mi sono messo alla prova ancora una volta in un’impresa difficile, con problematiche con cui non mi ero mai confrontato prima e, ancora una volta, ho raggiunto il mio obiettivo e superato me stesso.
Lavorare su un’impalcatura alta sette piani, senza mai avere la completa visione d’insieme di quello che stavo facendo, utilizzando pitture che richiedono una particolare preparazione e seccano in quattro ore trasformandosi in cemento, affrontare la burocrazia italiana… sono tutti fattori che hanno reso l’impresa ancora più difficile.
Ci sono voluti 21 giorni per realizzare quest’opera e non sarebbe stato possibile in tempi così corti, senza la professionalità e il sostegno di Yourban2030 e l’aiuto di tutti i collaboratori che mi hanno seguito durante la fase di realizzazione.
Un altro fattore personale molto importante è, appunto, l’utilizzo di pitture ecofriendly. Come artista che parla di tematiche ambientali mi sono spesso trovato in conflitto con me stesso per i materiali che utilzzo per la realizzazione delle mie opere. Ho sempre sperato che le industrie produttrici di pitture si sensibilizzassero alle tematiche ambientali e investissero su nuove ricerche e tecnologie, per migliorare i loro prodotti e dare a noi artisti i mezzi necessari per poter continuare a esprimerci e diffondere i nostri messaggi, senza essere anche noi causa di contaminazione, anche se per un buon fine.
L’arte cambia chi guarda ma, secondo me, anche chi la fa. In che modo ti ha cambiato – se l’ha fatto – quest’opera?
Realizzare un’opera come questa vuol dire sposare una filosofia di vita. Con Hunting Pollution metto un tassello importante a quella che è la mia produzione artistica degli ultimi anni. Per la prima volta, grazie a una compagnia come Airlite, che ha deciso di focalizzare la sua ricerca sull’innovazione di pitture ecofriendly, ho potuto finalmente realizzare un’opera dove non solo tratto di problematiche ambientali, ma allo stesso tempo aiuto l’ambiente a rigenerarsi senza contaminarlo.
La cura dell’ambiente che ci circonda è fatta anche di piccole azioni quotidiane e io, nel mio piccolo, sento di fare qualcosa di giusto per divulgare un pensiero comune, dedicato alla preservazione, contro la contaminazione e distruzione.
Federico Massa a.k.a Iena Cruz
Instagram: @ienacruz
www.ienacruz.com