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No Interview – “INCUBISOGNI”, il disco d’esordio dei Panta

INCUBISOGNI è il disco d’esordio, uscito per MEI e Goodfellas, dei Panta, band romana, nata nel 2016, che ha saputo unire rock e cantautorato ad un’accurata ricerca letteraria.

Giulio Pantalei, voce e chitarra del gruppo, ha risposto alle domande di Cinzia Canali.

Attivi dal 2016, ma vi siete già dati un gran da fare…

Ahahah, beh in effetti… Sì, diciamo che l’urgenza primaria era quella di suonare e di comunicare qualcosa ad un pubblico reale, fatto di persone e non di numeri sui social o sugli streaming. Se vogliamo fare qualcosa di difficile come suonare Rock’n’Roll in Italia, oggi, bisogna metterci tutta la passione e il coinvolgimento possibili ed è quello che abbiamo fatto in questi anni. 

“Incubisogni” è il vostro primo lavoro discografico, un disco intenso se si parla di emozioni, curato nei dettagli se si parla di musica. Che percorso è stato?

Grazie, innanzitutto, per queste parole, “Incubisogni” ha avuto una maturazione in tempi piuttosto distesi perché possiamo dire che è il frutto dell’aver attraversato i nostri “sogni”, i nostri “incubi” e i nostri “bisogni”, da cui poi viene il titolo. Vale a dire tutte quelle attività profonde che condizionano chi siamo nella vita di ogni giorno, ma che spesso teniamo più nascoste. Questo è stato il percorso personale, mentre quello musicale è cominciato, come nelle migliori tradizioni, dalla sala prove, per poi giungere prima al The Lab Studio di Valerio Cascone, membro aggiunto della band ormai, e infine dove mai avremmo potuto pensare, cioè ai Panic Button Studios di Steve Lyon, a Londra, dove abbiamo ultimato i lavori.

È abbastanza evidente il vostro amore nei confronti della musica anglo americana, ci sono artisti che vi hanno particolarmente influenzato nella composizione dei brani?

Sicuramente siamo cresciuti, sia come ascoltatori che come musicisti, ognuno sul suo strumento, principalmente con influenze dal Rock classico: Pink Floyd, Beatles, Who, Stones, Led Zeppelin e via dicendo. In seguito, crescendo, ognuno di noi ha preso una direzione più specifica: la New Wave e il Brit Rock per me e Davide, il nostro bassista, con David Bowie, Joy Division, Cure, Smiths, Depeche Mode e primi U2; il Rock sperimentale e fusion di Gong e Mahavishnu Orchestra per Riccardo, il nostro batterista; il funk-rock e il desert di Red Hot Chili Peppers e Queens of the Stone Age per Giordano.

Nell’album troviamo la partecipazione di Andrea Ruggiero, Alessandra Perna e Valerio Bulla. Ognuno di loro cosa ha donato di speciale a questo lavoro?

È sempre bello cogliere l’occasione per ringraziarli, avere il loro contributo, la loro stima e il loro supporto al nostro lavoro è stato essenziale per noi. Andrea ha donato il suo violino e i suoi arrangiamenti di archi su “Roma Dolce Tenebra” e “Prima”, con una sensibilità e un’espressività musicali incredibili, che hanno conferito ai brani quella componente onirica che speravamo fin dall’inizio. Valerio ha realizzato un artwork unico, che ha colto nel profondo il concept del disco e dei singoli usciti in precedenza, con un tocco capace di entrare nell’immaginario delle canzoni per esplorarne, in veste grafica, gli influssi letterari, cinematografici, artistici, meditativi. Insomma, un’anima affine e un professionista pazzesco. Infine, Alessandra ha dato una punta di hardcore alle ultime due tracce del disco, nel lato degli Incubi, più conturbante la prima, più riflessiva la seconda.  Una voce sinuosa che sicuramente dà un valore aggiunto a “Disordine e Danze” e “Prima”.

Non possiamo non parlare di David Lynch, come avete incrociato la sua strada?

Eh eh, è una lunga storia. Davvero posso dirti che senza David Lynch, che è sempre stato uno dei miei punti di riferimento artistico in assoluto, i Panta non esisterebbero. In particolare, non esisterebbero se non avessi avuto il destino benevolo di incontrarlo a Parigi – giornata magica e surreale – in un momento in cui mi sentivo completamente perso e di parlarci per quasi una mezz’ora che mi ha cambiato la vita. Grazie a lui, infatti, ho imparato la tecnica della Meditazione Trascendentale, che pratico felicemente ogni giorno, da più di 4 anni ormai e che mi ha cambiato la vita, sbloccando una serie di energie e di potenziale che tra le altre cose mi hanno portato a metter su i Panta, come band originale. Senza farla troppo lunga, nel 2017 il cerchio si è chiuso quando la David Lynch Foundation mi ha invitato a presenziare e a raccontare la mia esperienza, a Lucca, per la meditazione e la creatività giovanile, di fronte al maestro stesso che era lì presente.

C’è una frase di Andrea Camilleri che mi risuona nelle orecchie in questo periodo: “Le parole sono pietre, le parole possono trasformarsi in pallottole, bisogna pesare ogni parola che si dice”. Nei vostri testi c’è una notevole attenzione al valore delle parole, cosa molto importante visto soprattutto il momento storico che stiamo attraversando. Qual è il vostro punto di vista?

Ti ringrazio anche per questa bella domanda e per aver ricordato il grande Camilleri, saggio e acuto come sempre. In “Amaledirechelami” ho scritto “le parole sono cose da evitare” ed è uno dei versi che il pubblico canta di più ai nostri concerti, forse proprio per dire qualcosa di simile: bisogna pesare quel che si dice, oggi più che mai, bombardati dai social e da chi la spara più grande, non importa se vera o falsa. Per quanto riguarda i Panta, e in particolare per me che scrivo i testi, ogni parola nel disco non è lì per caso e ha una storia dietro, di incubi o di sogni. Solo pesando le parole, inoltre, si può dare un valore reale al silenzio – interiore ed esteriore – che in questo momento storico sembra sempre più un dono assai raro.

Parliamo di tour: dove, come, quando?

Ahahah, questo tour di “Incubisogni di mezza estate” ci ha regalato delle bellissime sorprese, l’ultima delle quali è stata sul palco di Villa Ada a Roma in apertura al concerto di Calexico + Iron & Wine. Le prossime date estive toccheranno Patrica il 10 Agosto, Roma (Tevere Expo) il 21, Milano (Circolo Magnolia) il 23, Pisa a settembre e Faenza in occasione del MEI. Le date sono in aggiornamento e le comunichiamo sui nostri social Facebook ( https://www.facebook.com/pantabandofficial/ ) e Instagram ( https://www.instagram.com/pantaband/ ).

Domanda Nonsense: le chiavi dei cassetti della memoria dove sono andate perse?

Dentro a un treno regionale, tra l’Ego e il Superego.

Written By

Cinzia Canali nasce a Forlì nel 1984. Dopo gli studi, si appresta a svolgere qualunque tipo di lavoro, ama scrivere e ha la casa invasa dai libri. La musica è la sua passione più grande. Gira da sempre l'Italia per seguire più live possibili, la definisce la miglior cura contro qualsiasi problema.

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